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CamperWeb LogoIncoronazione della Vergine su CamperWeb
di Domenico Bigordi detto il Ghirlandio  (A cura del Comune - URP)

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          Il desiderio di possedere un manufatto che per il grande nome del pittore e per la qualita' intrinseca desse lustro, prestigio ed onore al convento di S. Girolamo, alla citta' e all'Ordine francescano, fa si che, entro il 1486, Narni si arricchisce di una delle tavole dipinte da Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio e dalla sua rinomata bottega, dove anche il giovane Michelangelo fu apprendista per un anno e mezzo. Questa opera diverra' il prototipo per altre grandi pale d'altare che si realizzeranno successivamente in Umbria.
          Rimasta nella chiesa d'origine fino al 1870, con le demaniazioni post-unitarie e la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato Italiano, il dipinto viene smontato e ricomposto nella Sala del Consiglio Comunale di Narni. La grande tavola, con paraste e capitelli riccamente intagliati centina e predella, raffigura l'Incoronazione della Vergine con teoria di Angeli, Cherubini e Profeti dell'Empireo; in basso, inginocchiati, una serie di Santi tra cui, riconoscibili, sono Bonaventura, Ludovico da Tolosa, Pietro, Domenico, Caterina da Siena, Chiara, Bernardino, Agostino, Monica, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Paolo, Stefano, Antonio da Padova e Girolamo. Nei pilastri laterali sono raffigurati i Santi: Luca, Giovanni Evangelista, Caterina da Siena, Luigi di Francia, Caterina d'Alessandria, Francesco. Nella predella sono raffigurati S. Francesco che riceve le stimmati, Cristo in pieta' con la Vergine e S. Giovanni, S. Girolamo penitente.
          La tavola, variamente attribuita dalla storiografia ottocentesca allo Spagna, Raffaello, Beato Angelico e Filippo Lippi, fu restituita al Ghirlandaio dal Cavalcaselle (1914): l'attribuzione e' confermata da uno strumento del 3 giugno 1486 rogato a Firenze dal notaio ser Guiducci da cui si ricava che fra' Giovanni di Galeotto, procuratore del convento di S. Girolamo di Narni e il Ghirlandaio stesso concordano che a stimare la tavola suddetta fosse chiamato Pietro di ser Lorenzo in sostituzione di Francesco di Antonio, miniatore, morto in quell'anno.
          Da cio' si evince che la commissione del dipinto parte dal convento narnese a spese del cardinale Bernardo Broli, rappresentante della nobile famiglia che fu patrona del convento fino al XVIII sec. La pala fu dipinta nel rispetto di una precisa collocazione fisica: posta al centro dell'altare maggiore del San Girolamo riceveva luce diretta dal rosone centrale che rifletteva sul finto sole dorato nel campo superiore del dipinto, rappresentante Dio come "perfezione raggiante".

 

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