In splendida posizione sul Monte Santa Croce, si affaccia a
controllo del Nera l'abbazia fortificata di S. Cassiano, menzionata nel
Chronicon Farfense gia' nel 1091. L'Abbazia benedettina di S. Cassiano risale al
X secolo, al tempo del Papa narnense Giovanni XIII (965-972) e di S. Orso,
abbate. L'abbazia sorse su un monastero fortificato risalente alle guerre
gotiche (VI secolo); probabilmente esso fu voluto da un generale bizantino,
Belisario, in analogia a quello dedicato a S. Giovenale, fatto costruire a Orte
al tempo del Papa Virgilio (538-555).
I due monasteri fortificati dovevano vigilare sulla gola del
Nera, che era l'ultima difesa del corridoio bizantino che assicurava la
continuità territoriale fra Roma e Ravenna.
L'impianto originale fu manomesso nel Trecento per dar luogo
ad una costruzione articolata internamente in tre navate segnate da eleganti
pilastrini con capitelli romanici. L'interno della chiesa provoca la sensazione
di trovarsi in uno spazio dove l'orologio del tempo ha smesso di camminare.
Altra interessante particolarita' che vi si ritrova e' la presenza dell'arco a
ferro di cavallo, elemento caratteristico dell'architettura orientale. Il
complesso di casette e di fabbricati a servizio un tempo della comunita' di
monaci e' sovrastato da un elegante campanile a cuspide. Il fabbricato della
chiesa, benche' modificato nel XIV secolo, resta legato ai modelli bizantini
(capitelli, pulvini, resti delle decorazioni).
Intorno al 1400 divenne abbazia commendataria e fu titolo
conteso tra il vescovo di Narni ed altri prelati e cardinali. Si sa che l'ultimo
abbate commendatario fu il Cardinale Ferretti, gia' segretario di stato di Pio
IX.
Dopo un periodo di abbandono da parte dei proprietari che
l'acquisirono intorno alla meta' del secolo scorso, la chiesa e tutto il
fabbricato erano ridotti ad un cumulo di macerie. Dopo lunghe e macchinose
pratiche lo stabile nel 1960 fu espropriato dal Ministero della P.I. e
finalmente nel 1963 cominciarono i primi lavori che, nel 1971, portarono a
termine il restauro delle mura perimetrali, del campanile e della chiesa,
restituendo quasi completamente a quest'ultima le sue linee originarie. Infatti,
mentre si consolidavano i muri perimetrali, si e' scoperto che la chiesa,
inizialmente, era a croce greca (a bracci uguali), struttura tipica
dell'architettura bizantina ed orientale, con al centro le quattro arcate piu'
ampie con tre absidi, delle quali rimangono solo due perche' la terza, quella di
sinistra, in parte e' occupata dal campanile. La pianta a croce greca e' una
particolarita' davvero eccezionale visto che per trovare tipologie simili nella
zona bisogna guardare al S. Ciriaco d'Ancona o alla Santa Maria di Portonovo. La
facciata e' stata ricostruita molto fedelmente, ha un bel portale con pilastri e
archi concentrici, non ha piu' l'affresco della lunetta. In alto e' stata
ricostruita la trifora scomparsa probabilmente nel 1600 e tre aperture ovali.
L'interno, come detto sopra, e' a croce greca, le cui braccia si aprono con
arcate ad ampio respiro a tutto sesto e poggiano su colonne marmoree ornate di
basi e capitelli elegantissimi.
Il recinto di mura merlate, il campanile con la cuspide a
forma di piramide quadrangolare e la bella facciata della chiesa incorniciata da
tutto il complesso con il bosco che fa da sfondo, formano un quadro che di certo
attirerà la vostra attenzione.
L'Abbazia, rimasta disabitata per tempo,
e' stata
recentemente riaperta da un monaco benedettino con due comunita' monastiche, una
maschile ed una femminile.
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