CamperWeb BannerDiario di viaggio in camper

Di seguito un diario di viaggio in camper effettuato da colleghi camperisti ed inviato alla redazione per la gioia di condividere con il visitatore l'esperienza vissuta. Qualora intendiate programmare un viaggio in camper Vi invitiamo ad una attenta lettura in quanto fornisce molti dettagli su itinerario in camper, consigli organizzativi, logistica, informazioni utili all'organizzazione.

 

Capo Nord  in camper
CINO viaggi  2000

(inviatoci da Massimo Rubino)

Dall’Italia a Capo Nord e ritorno - Viaggio estivo di 4 settimane

Proponiamo il resoconto di un affascinante  viaggio compiuto quattro anni fa da amici automobilisti. Pensiamo che possa servire come traccia di base per costruire un programma per camperisti ambiziosi. Purtroppo, come spieghiamo piu' sotto, le formalita' burocratiche per l’ingresso dei cani in Scandinavia sono complicate (appena poco meno di quelle inglesi).

Attraversando tutta la Germania giungiamo in Danimarca: prima sosta a Haderslev, che e' un paesino piccolo ma delizioso, con un laghetto e tante casette antiche; fresco e sereno la sera.

Durante la tappa successiva, visita di Ribe, splendida cittadina, piena di antichissimi edifici ben restaurati.

Assai interessante e' poi la strada che da Ribe va verso nord lungo la costa occidentale dello Jutland, tra il mare ed i fiordi: dune di terra coperte da stenta vegetazione e piene di modeste casette che non alterano l’ambiente ma si inseriscono con modestia nella brughiera. Molto vento intorno al Limfjorden.

Sosta a Frederikshavn, da dove partono i traghetti per la Svezia, solo una cittadina portuale ma graziosa e pulita.

Traversata su un grosso e velocissimo catamarano (70 km/h), assai comodo e spazioso, per Goteborg, dove si sosta.

Al turista Goteborg non offre molto, anche perche'  fu rasa al suolo del 1611 e ricostruita successivamente dagli olandesi nell’attuale sito che poggia sull’argilla e non consente edifici alti ne'  la metropolitana; il maggior punto di interesse, la torget (piazza) Gustavo Adolfo e la zona di canali circostanti risulta un poco squallido per chi viene dall’Italia.

Ripresa la strada, si entra in Norvegia e si visita Frederikstadt, vivace e commerciale, carina e sorridente giu' nella parte antica, quantunque questa sia stata una citta' fortificata, di cui residuano tutte le mura, le porte e le torri.

Fermata a Oslo, che appare vasta e vera capitale, un poco confusionaria a causa del traffico, nonostante si debba pagare una modesta somma come pedaggio per entrare con la macchina o il camper.

Interessantissimi sono i musei delle navi vichinghe, del folclore norvegese e di Munch; i primi nella graziosa penisola di Bygdoi, dove si trovano anche abitazioni, sempre fatte di piccole case di legno; vivace e' la via pedonale centrale, anche se non ci sono monumenti degni di nota oltre il Palazzo reale.

Si lascia Oslo per andare verso Bergen e occorre salire sui monti, dove si trova freddo, buio, nebbia.

Bella strada, stretta tra i laghi ed il fiume, ma ben fatta e ben tenuta, in realta' veloce.

Interessanti due stavkirche (chiese in legno), a Gol ed a Torpo, la prima piu' bella ma la seconda interessante perche' accostata ad una chiesa nuova, quasi identica per forma, in legno bianco, con annesso cimitero in terra con semplici lapidi di marmo e piantine fiorite.

Poi si sale a 800 metri a Geilo, gelida stazione invernale, povera rispetto alle nostre alpine e chiaramente adatta per il fondo (che, per allenamento, in estate si pratica con i pattini per strada), e fredda.

Si sale al passo in un paesaggio glaciale, desertico, con stenta vegetazione e una temperatura di sei gradi al 13 agosto. Il tratto di strada piu' montuoso e freddo e' preceduto e seguito da sbarre, pronte per essere abbassate in caso di neve o mal tempo; in tutte le analoghe situazioni in Norvegia si trovano sulle strade sbarre o cancelli, in estate sempre aperti.

Si scende poi sino al fiordo assai bello e si traghetta per arrivare pagando pedaggio (tranne sabato e domenica) a Bergen, dove va ammirata la pittoresca zona delle case tedesche ed i retrostanti vicoli di case di legno. Nel fine settimana i camper possono sostare nella piazza del mercato.

Interessanti pure l’acquario e Gamle (vecchia) Bergen, museo all’aperto di 30 case della vecchia citta'; quindi i pochi vicoli di case di legno sopravvissuti ai numerosi incendi che sino all’inizio del secolo hanno colpito la citta'.

Lasciando Bergen, si prende la strada per Andalsness che costeggia splendidi fiordi e lascia godere bei paesaggi, con laghi e boschi; visioni alpine a soli 600 metri. Gia' a 1.000 metri si trovano chiazze di ghiaccio residuo ai bordi della strada, un semplice stretto nastro di asfalto buttato sulle ondulazioni del terreno.

E’ singolare il susseguirsi di traghetti (sul Sonnefjord) e lunghi tunnel perche' all’uscita di ognuno di essi si trova un paesaggio nuovo, un altro ramo di fiordo; le gallerie sono strette e buie.

Occorre salire sino al passo Sognefjell a 1440 metri percorrendo una strada stretta con curve a gomito, dove non si incrocia quasi nessuno, per fortuna, perche' non ci sono protezioni ne' ostacoli verso il baratro.

Su questa strada i fiordi sono tanti e spettacolari. La famosa Geiranger e' veramente in splendida posizione su un fiordo blu e calmissimo fra le verdi pareti a strapiombo e la celebre Golden Route e' davvero ardita e spettacolare, entusiasmante per la vista, le cascate accanto ed i molti e stretti tornanti panoramici.

Dopo il breve traghetto da Eisdal a Linge, prendiamo la strada piu' veloce per Dombas e troviamo la brughiera, brulla e triste, quasi deserta. Poi giungiamo a Trondehim, citta' piccola e strana; case basse, molte di legno, insignificante (oltre la grande e bella Cattedrale di Nidaros, che non si riesce ad ammirare per intero, non avendo essa intorno uno spazio proporzionato alla sua altezza) e protesa verso il porto.

Prendiamo la E6, strada di scorrimento, sempre stretta ma ricca di camion e traffico per lo standard locale. Dapprima costeggiamo il Trondheimsfjord tra spiagge, foreste e punti panoramici, poi vediamo paesaggi campagnoli con laghi e boschi; ogni tanto un villaggio, poche case, talvolta una stazione di servizio e poco altro o spesso poco meno. Piu' frequenti le fattorie isolate e le case singole.

Allontanatici da Trondehim, incontriamo solo qualche camper e saltuariamente poche auto; la strada scorre vuota accanto a paesaggi arcadici di un verde incredibilmente splendente, frequentemente interrotto da morbide e grasse pecore, pericolosamente anche sulla strada. A lungo si nota una apposita pista parallela o vicina per biciclette e pedoni, spesso ricavata da un precedente tracciato della strada poi rettificato.

Entriamo nel Nordland e nella zona sami (o lappone): il paesaggio diventa uniforme in maniera noiosa, come insignificanti sono i centri più importanti della zona; Mosjoen puo' dirsi al piu' ridente; Mo I Rana semplicemente squallida.

Poi l’emozione del Circolo Polare Artico sottolineata dal circostante altipiano (circa 800 metri) brullo, con stenta vegetazione, quasi artico; ci fermiamo un poco al Polarsirkelsenteret, fotografando ovviamente il cippo del 1937 e cominciamo a incontrare i segni della Lapponia, spesso turistici e falsi nonche' volgari. Quindi la strada scende e torna a circondarci una bella foresta, sin quando si sbuca su un fiordo assai bello, sul quale si trova Fauske, dove ci fermiamo.

La circolazione, in queste zone, e' sempre fluida, a tratti piu' intensa, ma si puo' contare sull’osservanza delle prescrizioni dell’autorita' del traffico da parte degli automobilisti locali, pur se guidano senza curarsi degli altri (ad esempio, quasi non usano le frecce), forse perche' sono abituati alla solitudine.

Inoltre il rispetto delle prescrizioni e' assicurato dai controlli, tanto che costa 1.100 NOK la contravvenzione per eccesso di velocita' di soli 15 km/h sul limite di 80.

Viaggiamo fra splendidi fiordi che gustiamo dalla strada e poi dal traghetto, sino Narvik, banale cittadina esteticamente rovinata dalle industrie ma che giace in uno scenario bellissimo; pure assai bello e'  il fiordo di Kiopsvik, verso il quale facciamo una deviazione, costeggiando l’Efjorden nelle Ofoten con una strada nuova che pare degna di una favola antica, scorrendo tra panorami lucenti e splendidi, che variano radicalmente dopo ognuna delle numerose lunghe gallerie.

Dopo Narvik, la strada serpeggia all’interno e ogni volta che supera i 400-500 metri di altezza ci porta in uno scenario artico, con chiazze di ghiaccio poco sopra di noi; piu'  giu', invece, la vegetazione e' ancora assai verde e prospera, anche se non molto alta.

Poi, la strada costeggia fiordi bellissimi ma in modo ossessionante, dosso per dosso, curva per curva, senza mai nulla concedere all’automobilista che voglia procedere veloce, senza spazio laterale o margine per sorpassi. Si passa Sorkios, piccolo paese con grazioso porticciolo, poi si continua il percorso lungomare sino Alta, non citta' ma agglomerato di case circondato dal bassopiano artico ( che si eleva a 385 metri); quindi il traghetto per Honningsvag, un modesto paese, uno strano albergo, una strada stretta e sempre senza guardrails, persino con un pazzesco tunnel a corsia unica con pochi slarghi per lasciare il passo nel caso di incontro di vetture in senso opposto, lungo quasi 3 km (e, per fortuna, solitario), infine la fine d’Europa a nord. Spettacolare.

Interessante anche il museo allestito proprio al Capo, dove viene proiettato anche un filmato che illustra la vita d’inverno in questa zona, dove si giunge allora percorrendo una strada che scorre fra altissimi muri di ghiaccio.

Il sole tramonta alle 23,30 con una luce stranissima, calda e rossa verso ovest e dominata da una enorme luna bianca dall’altro lato; i paesaggi sono bellissimi.

Per tornare verso sud, riprendiamo il traghetto. Dopo un tratto lungo il mare, la strada si svolge, stretta e sconnessa con tratti sterrati, nella tundra quasi disabitata. Tra Karasjok e Kautokeino (entrambi centri sami, di scarso interesse) abbiamo incontrato quattro macchine e quattro accampamenti lapponi costituiti da poche baracche e tende (simili a quelli degli zingari dalle nostre parti) con vetture fuoristrada e quad parcheggiati intorno; nel tratto finlandese, dopo una frontiera meramente formale, due macchine e sei renne sulla strada e molte altre ai margini. In Svezia, nel primo tratto non abbiamo incontrato alcuno, neppure renne. E neppure stazioni di servizio.

In Finlandia la strada e' risultata meglio curata con piu' efficace manutenzione; in Svezia e' piu' larga e ben tenuta, ma presenta lunghi tratti di sterrato per lavori in corso, poiche' smontano anche decine di chilometri di asfalto per rifare il tracciato completamente e intanto si passa come si puo'.

Giungiamo a Gallivare, citta' senza carattere posta sotto il celebre monte Dundret, ridicolo perche' basso come le sue piste di sci sono diritte e corte.

Si prosegue su una strada deserta e sconnessa con lunghi tratti (anche di 23 km) sterrati; qualche renna in mezzo alla strada e pochissimi abitanti, rispettando la media ufficiale di 1 per kq. Stiamo ben attenti a non far scarseggiare il gasolio, perche' rimanere a secco qui sarebbe un bel problema.

Tundra e ancora tundra, con alberelli stentati e radi cespugli.

Jokkmok e' deserta e vuota. Ardvisiadur e' carina.

Ci stufiamo della tundra e puntiamo sulla costa per proseguire sulla E4 parallela al Baltico: qui la strada diventa larga e comoda.

Ci fermiamo a Sundsvall, citta' ariosa e allegra, con bei palazzi monumentali e qualche tocco di moderno; pero' la sera appare deserta e circolano, nella fredda serata, ben poche persone, alcune palesemente ubriache.

La strada prosegue veloce come un’autostrada e giungiamo presto, senza mai rivedere il Baltico, a Uppsala, dove visitiamo la bella Cattedrale. Poi, a Stoccolma fra molte difficolta' perche' l’hinterland e' vastissimo e le indicazioni per il centro-citta' praticamente inesistenti.

La capitale si presenta subito molto bella; va visitata Gamla Stan e il centro storico e commerciale, le chiese ed i monumenti; poi il museo Vasa (coniene un’intera nave del ‘600) e lo Skansen, un antico museo all’aria aperta, allietato da esemplari di animali che vivono in Svezia, dall’orso bruno e polare al visone, alla lontra, l’alce, ecc.

Ripartiamo per Malmo, con una strada veloce, talvolta modesta autostrada talaltra statale normale con strane corsie laterali (per emergenza? per le biciclette?) che molti svedesi (mentre pochi erano in analoga situazione i norvegesi) usano per spostarsi e lasciarsi sorpassare. Il tutto a velocita'  e' abbastanza pericoloso, ma non si vedono incidenti anche perche' gli automobilisti locali rispettano la segnaletica e soprattutto la precedenza uscendo dalle traverse.

Visitiamo Oland, passando su un lunghissimo ponte (6 km) con una "salita" centrale per consentire in un tratto il passaggio delle navi sotto: e' un’isola bassa e ventosa, ricca di fattorie e mulini a vento, con deliziose casette assai curate.

Kalmar, sulla terraferma di fronte il ponte per l’isola e' carina ma non ci dice niente di particolare e proseguiamo sino Malmö, bella citta' con edifici importanti, specie il Municipio e la piazza circostante allietata da strane sculture in bronzo che sembrano passeggiare con noi.

Ripartiamo e, dopo il breve traghetto, la strada si svolge piatta e assolata in Danimarca, punteggiata da casette ben curate assai carine, con giardinetti recinti solo di basse siepi.

Lungo, affollato e brutto traghetto poi per la Germania.

Quindi autostrada in cemento sotto la pioggia verso sud.

Deviamo per Potsdam, con una breve strada nel bosco che pare gia' in autunno: cadono le foglie e l’aria e l’umidita' hanno caratteristiche ottobrine.

Ancora autostrada tedesca sino a Norimberga, e poi sino Innsbruck ed il confine italiano al Brennero.

Massimo Rubino

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