Premessa
Erano anni che mia moglie mi chiedeva di effettuare un viaggio a
San Pietroburgo.
Io ho sempre nicchiato perche', durante le mie trasferte di lavoro nei
paesi dell'Europa dell'est, avevo avuto l'impressione che queste nazioni
non fossero ancora pronte per ricevere il turismo e poi perche' avrei
dovuto effettuare un viaggio in aereo e, benche' io sia un " frequent
traveller ", non amo molto viaggiare con questo mezzo che considero
scomodo e poco pratico in una vacanza itinerante. Io sono un
amante del camper e francamente pensare di non poterlo utilizzare nei
nostri viaggi di piacere mi crea problemi. Fortunatamente ci e' venuto
in aiuto il Camper Club La Granda che ogni anno organizza, per i
propri iscritti, viaggi in Russia con il vr.
Ci siamo messi in contatto con l'organizzazione ed abbiamo parlato
proprio con il Sig. Piero Marenco che e' la persona che accompagna
annualmente il gruppo nell'ex Unione Sovietica. Questo signore ci ha
elencato, con molta obiettivita', i problemi legati ad un viaggio cosi'
difficile. Mi ricordo che le sue prime parole sono state :" in Russia
non esiste niente di definitivo. Cio' che era valido nel viaggio
dell'anno precedente non lo sara' certamente nel prossimo".
Effettivamente abbiamo potuto constatare di persona la veridicita' delle
sue parole. Tuttavia ci ha anche elencato, con molto entusiasmo, i pregi
di un tale viaggio; primo fra tutti il cameratismo che, dopo un po' di
tempo, viene ad instaurarsi tra i componenti della spedizione senza
dimenticare, comunque, le bellezze artistiche e gli aspetti etnici di
questa nazione cosi' poco conosciuta ai piu' di noi. Certamente le sue
parole sono state convincenti perche', senza indugiare molto, ci siamo
iscritti per il viaggio di agosto 2009 che, se non sbaglio, e' il nono
organizzato da questo club.
Il punto di ritrovo di tutti gli equipaggi e' fissato a Rezekne
in Lettonia da dove, il 7 di agosto 2009, si partira' alla volta
della Russia. Approfittiamo quindi delle tappe di avvicinamento per
visitare la Masuria che, stando ai miei conoscenti polacchi, e' una
regione assolutamente da vedere. |
Il diario del viaggio
Premetto che il club, vista la loro
esperienza, ci ha fornito degli itinerari di massima. Noi abbiamo scelto
di passare per la Germania per sfruttare l'ottima rete autostradale di
questo paese e quindi velocizzare al massimo l'arrivo in Masuria.
Giovedì 30/07/2009
Partenza da Villar Perosa con destinazione Vipiteno dove
intendiamo fermarci per la notte nell'area di sosta dell'autoporto. Il
pernottamento costa 12 euro, elettricita' inclusa. Direi che la
sistemazione e' ideale anche se purtroppo dista circa due chilometri dal
centro di questa bella cittadina. |
Venerdì 31/07/09
Lasciamo Vipiteno con una bella giornata di
sole ed entriamo in Austria dal valico del Brennero attraversando
un paesaggio magnifico. Dopo qualche chilometro entriamo in Germania
e procediamo sino ad Issigau dove ci fermiamo a pernottare in un
campeggio splendidamente situato nel parco di un castello. I servizi
sono di ottima qualita' e certamente di uno standard di livello
superiore. Il paese in se stesso non e' eccezionale anzi sembra quasi
dimesso rispetto a quanto siamo abituati a vedere in questa nazione. Il
motivo puo' essere imputato al fatto che Issigau si trovava a cavallo
della linea di confine tra la parte orientale ed occidentale della
Germania e quindi lontano dai flussi turistici e dalla circolazione del
denaro. Gli abitanti tuttavia stanno cercando di migliorare l'estetica
del loro villaggio abbellendo le finestre delle case con belle tende e
monili vari e ornando i giardini con palline colorate. |
Sabato 01/08/2009
Proseguiamo il viaggio verso la Polonia con
direzione Berlino. L'autostrada attraversa un paesaggio fatto di folte
foreste di pini e di coltivazioni di grano e di barbabietole. Notiamo
che i tedeschi sono molto sensibili alle energie rinnovabili
infatti, durante il tragitto, si puo' vedere che i tetti delle case sono
praticamente tutti ricoperti di pannelli fotovoltaici e vaste
zone sono adibite all'installazione di generatori eolici.
Giunti a Francoforte sull'Oder attraversiamo il confine con la
Polonia. Purtroppo in terra polacca lo stato delle strada cambia
notevolmente ed in molti tratti siamo costretti a viaggiare a passo
d'uomo. Fortunatamente poco prima di Poznan imbocchiamo
l'autostrada che porta a Varsavia e la situazione viabilita'
migliora notevolmente. A Wrzesnia troviamo il campeggio n° 190.
La struttura e' molto piccola e spartana, ma e' silenziosa ed i servizi
sono puliti ed in piu', dulcis in fundo, costa praticamente
niente. |
Domenica 02/08/2009
Partenza in direzione della Masuria.
Lungo la strada troviamo estese coltivazioni di grano, mais,
barbabietole rosse e foreste, immense foreste ai margini delle quali vi
sono innumerevoli persone che vendono funghi, mirtilli e marmellate di
frutti di bosco.
Le
strade sono sconnesse ed incontriamo parecchi cantieri che rallentano
ulteriormente l'andatura. Finalmente a meta' pomeriggio arriviamo in
Masuria e precisamente a Mikolajki, bel paesino posto sulle rive
di un grande lago. Ci fermiamo al camping Vagabunda il quale si trova a
distanza di cammino dal centro paese. Visto la posizione amena del sito
decidiamo di fermarci in questo bel posto per almeno un altro giorno
allo scopo di rilassarci prima di affrontare la Russia. |
Lunedì 03/08/2009
Giornata dedicata alla visita di Mikolajki ed
alle pulizie prima del grande balzo.
Il paese e' bellino anche se molto turistico. Possiede un bel porto dove
si possono noleggiare barche di tutti i tipi e di tutte le dimensioni.
In tono minore ricorda un po' Riccione con molti ristoranti e ritrovi
per i giovani. Notiamo infatti una folta e bella gioventu' che, dopo la
pratica degli sport acquatici, o si dedica allo struscio sul lungolago o
occupa i tavoli dei numerosi bar. |
Martedì 04/08/2009
Questa mattina la partenza avviene ad ore
antelucane. Infatti dobbiamo raggiungere il punto di ritrovo in Lettonia
che dista più di seicento chilometri. Entriamo in Lituania nei
pressi di Szypliszki e seguiamo la direttrice che ci porta a
Marijampolé e successivamente a Kaunas. Il paesaggio e'
simile a quello della Polonia. Le strade di collegamento sono ben tenute
ed il traffico, nonostante i TIR, e' scorrevole. Vediamo molte cicogne e
vaste zone coltivate a prato con il bestiame al pascolo. Attraversiamo
Zarasai e giungiamo al confine con la Lettonia. Prendiamo la A13
che ci porta a Daugavpils e successivamente a Rezekne. Il
paesaggio continua ad essere piatto e coperto di foreste e di pascoli.
Il fondo stradale purtroppo peggiora sensibilmente obbligandoci a
rallentare l'andatura di marcia. Incontriamo molti cantieri che ci
costringono a lunghe soste. Notiamo che le case sono molto trascurate e
questo ci fa supporre che la Lettonia sia un paese piu' povero rispetto
alle altre repubbliche baltiche.
Finalmente,
dopo il patimento subito sulle strade, giungiamo al punto d'incontro
degli equipaggi che dista una trentina di chilometri da Rezekne in
direzione ovest. L'area parcheggio si trova vicino ad una struttura
pseudo sportiva, chiamata Laimas Nams e costruita con i
fondi comunitari europei. La struttura e' molto bella e mette a nostra
disposizione elettricita', prese d'acqua, sevizi igienici con docce e
punti di scarico anche se un po' approssimativi.
Ad accoglierci troviamo il Sig. Marenco che ci indirizza alla nostra
area di parcheggio. A questo punto desidero fare un piccolo inciso
sull'accoglienza ricevuta al nostro arrivo. Mia moglie ed io siamo delle
persone abbastanza solitarie ed e' forse per questo il motivo che amiamo
cosi' tanto il camper. Esso ci permette di viaggiare a nostro piacimento
senza dover sottostare a regole se non quelle del vivere civile. In
questo viaggio saremmo stati trentasei camper e dividere il nostro tempo
per circa tre settimane con altre persone ci preoccupava un pochino.
Preoccupazione assolutamente inutile. Non avevamo ancora spento il
motore del mezzo che molte persone sono venute a darci il benvenuto ed
aiutarci nella sistemazione mettendoci immediatamente a nostro agio. In
particolare mi piace ricordare un signore di Venezia, che si rivelera'
poi il decano della spedizione, il quale, venendoci a salutare con
arguzia tipicamente veneta, ci ha fatto capire che la partecipazione a
questo viaggio era stata la scelta giusta. |
Mercoledì 05/08/2009
Intera giornata a Laimas Nams dove abbiamo
approfittato per sistemare il camper, rabboccare i serbatoi, dare il
benvenuto ad altri equipaggi, approfondire la conoscenza con le altre
persone e rilassarci. Mia moglie e' addirittura andata a cercare funghi
in un vicino bosco portando a casa un discreto bottino. |
Giovedì 06/08/2009
Incontro con tutti i partecipanti
all'avventura russa. Il capo carovana ci fornisce tutte le istruzioni
per il viaggio. Viene estratta a sorte la posizione di ciascun camper
nel lungo serpentone. Noi siamo fortunati; ci tocca il numero sei.
Praticamente in testa al gruppo.
Cena al ristorante della struttura a cui aderiscono tutte le persone
presenti. Il mangiare, anche se molto semplice, ci ha soddisfatti.
L'unico rimpianto e' che ho dovuto accompagnarlo con la birra e non con
il vino e per un piemontese doc questo e' un tradimento. |
Venerdì 07/08/2009
Sveglia alle 5,00 per essere operativi alle
6,00. Senza indugi il lungo serpentone si mette in marcia. Alle 8,00
siamo alla frontiera russa. Incontriamo una fila di TIR lunga almeno una
quindicina di chilometri in attesa di passare la frontiera. Certamente i
presupposti non sono confortanti. Eravamo stati avvertiti di aspettarci
un transito non facile, ma cio' che abbiamo visto va al di la delle
previsioni piu' pessimistiche. In ogni caso non ci scoraggiamo e
sorpassiamo la lunga fila finche' anche noi dobbiamo fermarci ed
arrenderci alla burocrazia lettone e russa. La giornata scorre monotona
nell'attesa del miracolo.
Ne
approfittiamo per approfondire la conoscenza con gli altri equipaggi.
Finalmente alle 20,45, dopo ben quasi tredici ore di attesa, riusciamo a
superare il valico di frontiera. Da notare che noi eravamo il camper
numero sei; l'ultimo camper della colonna e precisamente il trentasei
arrivera' alla stazione di servizio, dove abbiamo deciso di trascorrere
la notte, alle ore 23,00.
Questo e' uno degli aspetti piu' snervanti dei viaggi in questi paesi.
La burocrazia e' opprimente e sinceramente non so se biasimare i lettoni
che non ci facevano uscire od i russi che non ci facevano entrare.
Probabilmente il biasimo va a tutti e due in quanto, da cio' che abbiamo
potuto capire, le guardie di frontiera si divertono a farsi
reciprocamente dei dispetti e chi ci perde e' il povero viaggiatore che
subisce.
Certamente noi cittadini Ue abituati a passare da una nazione all'altra
senza nessuna formalita' mal ci adattiamo a questo abuso che poi in
realta' non so a cosa possa servire. |
Sabato 08/08/2009
Sveglia alle 5,15 e partenza alle 6,30. Oggi
dobbiamo percorrere circa settecentocinquanta chilometri per arrivare a
Mosca.
Per colpa del ritardo accumulato ieri nel passaggio della frontiera
abbiamo dovuto modificare il programma di viaggio e pertanto i
chilometri che avremmo dovuto fare venerdi' ce li dobbiamo sorbire tutti
oggi. Il morale e' tuttavia alto e la strada in piu' non ci
impensierisce anche perche' non avevamo ancora preso conoscenza della
famose strade russe. Immaginatevi il letto di un torrente ed avrete
un'idea del loro stato. Colmo dell'ironia e' che, ad un certo punto,
siamo arrivati ad imboccare l'unica strada a pedaggio di tutta la
Russia. Pensavamo fosse un biliardo e invece si e' rivelata peggiore di
quelle gratuite. Attraversiamo una vasta pianura fatta di foreste e di
terreni incolti. Lungo le strade troviamo molte donne anziane e bambini
che vendono i miseri prodotti della loro terra: funghi, mirtilli,
lamponi, qualche mela striminzita, patate e soprattutto cetrioli che poi
si riveleranno un ingrediente molto usato nella cucina russa. Lungo il
percorso incontriamo auto nuove, ma anche auto piuttosto datate che sono
state prodotte su licenza FIAT nella famosa fabbrica di Togliattigrad.
Certamente vederle oggi e' un anacronismo pero' in qualche modo ci ha
fatto piacere perche' ci ha ricordato la nostra gioventu'.
Durante il tragitto facciamo una sosta nella cittadina in cui la
famiglia di Gagarin gestiva una stazione di servizio. La citta',
che ora porta il nome dell'astronauta, e' soprattutto famosa per la
vendita del pesce affumicato od essiccato. Posta nelle vicinanze di un
lago ricco di prede, trae parzialmente il suo sostentamento dal
commercio della fauna ittica. La curiosita' sta nel fatto che, lungo il
tratto cittadino della strada, vi sono decine di botteghini in legno
dove le donne vendono i prodotti della pesca. Certamente la pulizia
lascia alquanto a desiderare e, forse spaventati da questo, non ci siamo
arrischiati a comprarlo. Errore madornale perche', quando nei giorni
successivi, abbiamo avuto occasione di assaggiarlo l'abbiamo trovato
squisito. Figuratevi che e' piaciuto persino a mia moglie che, da brava
montanara piemontese allevata a latte e formaggio, non assaggia niente
di quello che vive in acqua. A volte sarebbe meglio lasciare i
pregiudizi a casa.
Finalmente, dopo una giornata estenuante di guida, raggiungiamo, alle
21,45, l'area di sosta messa a nostra disposizione a Mosca. Siamo
tutti stanchi, ma soddisfatti. Abbiamo guidato senza soverchi problemi
sulla rete viaria russa ed abbiamo percorso il micidiale percorso
anulare della capitale. |
Domenica 09/08/2009
Oggi visita di Mosca. Gli equipaggi vengono
suddivisi, per questioni di praticita', in due gruppi: i verdi ed i
gialli. Noi facciamo parte dei gialli e quindi ci tocca l'autobus due e
Victoria come guida. Il primo impatto con la capitale e' senz'altro
positivo. Memore dei miei precedenti viaggi in terra orientale mi
aspettavo una citta' tendente al grigio con casermoni anonimi e magari
decadenti. Niente di piu' sbagliato. Mosca si e' invece rivelata una
citta' estremamente ben tenuta con ampie
strade
immerse nel verde, parchi, aiuole fiorite, pulita ed ordinata.
Francamente ho visitato altre citta' europee e statunitensi, anche piu'
piccole di Mosca, che conta circa dieci milioni di abitanti, e non le ho
trovate cosi' ben tenute. E' vero che la capitale e' ed e' sempre stata
il simbolo di tutti regimi che hanno governato questa terra immensa e
quindi era ed e' d'uopo fornire al visitatore un'immagine edificante di
chi governa. In realta' Mosca non e' la Russia. E' sufficiente
allontanarsi di una decina di chilometri dal centro per trovare tutt'altra
realta'.In ogni caso, al di la di qualsiasi considerazione, Mosca e' una
bella citta' e pertanto va apprezzata come tale.
La
visita inizia dalla Collina dei Passeri, un'altura di circa settanta
metri. Qui si puo' vedere l'universita' fondata dall'Imperatrice
Elisabetta su richiesta di Lomonosov. La sua
attuale sede si trova in uno dei palazzi voluti da Stalin per
celebrare
la grandezza del comunismo o se stesso. L'edificio, costruito negli anni
trenta del secolo scorso e' molto piacevole esteticamente e non ha nulla
a che vedere con il rigore architettonico voluto successivamente da
Breznev. La nostra guida Victoria e' molto preparata e sa darci, con
molta professionalita', delle spiegazioni esaurienti.
La visita prosegue con la Chiesa della Trinita',
piccola, ma molto accogliente. Questa e' forse la chiesa che mi ha
colpito di piu' dal punto di vista mistico. E' in corso una messa
ortodossa e notiamo moltissimi devoti, tra cui molti giovani, che
assistono alla funzione.
Visitiamo ora la Collina degli Inchini destinata, forse in modo un po'
troppo retorico, alla commemorazione della vittoria del comunismo contro
il nazismo. Tuttavia l'insieme e' di effetto e, anche se c'e' un pizzico
di retorica in piu', non dispiace.
Successivamente
visitiamo, solamente dall'esterno, il convento di Novodevicij o
monastero delle Nuove Vergini. La tradizione vuole che qui fossero
confinate le donne piu' importanti della corte imperiale che in qualche
modo avessero tramato contro il potere costituito.
Il convento e' situato su di un bacino artificiale denominato il Lago
dei Cigni. Sembra che Tchaikovsky si sia ispirato a questo lago per
comporre le musiche del balletto che porta lo stesso nome.
Ci
trasferiamo quindi al cimitero di Novodevicij, un cimitero monumentale
dove sono sepolti i personaggi piu' rappresentativi dell'Unione
Sovietica prima e della Russia ora. Poiche' il comunismo propugnava
l'ateismo, le tombe non sono ornate da croci, ma da busti o simboli.
L'insieme risulta cosi' un po' troppo carico di retorica e di culto
della personalita'. La tomba che forse ci ha colpito maggiormente e'
quella di Raissa Gorbaciova che, benche' sia arricchita da una
statua a figura intera, e' molto semplice e non vuole in alcun modo
esaltarne il culto, ma semplicemente ricordare un figura che insieme al
marito ha avuto un ruolo importantissimo nella storia della Russia.
Per il pranzo ci rechiamo in un tipico ristorante di
Mosca dove il cibo ci ha soddisfatti entrambi. In particolar modo
abbiamo apprezzato il borscht, tipica zuppa a base di barbabietole,
carne, cipolle carote e patate. Il tutto condito con l'onnipresente
panna acida.
Dopo
aver soddisfatto l'appetito dello stomaco, soddisfiamo ora l'appetito
della mente con la continuazione della visita della citta'. Visitiamo
quindi la Cattedrale di Cristo Salvatore, edificata nel 1812 per
celebrare la vittoria su Napoleone. Stalin purtroppo, negli anni trenta,
la fece demolire perche' voleva costruire al suo posto un palazzo. Lo
scoppio della seconda guerra mondiale fece fallire il progetto. La
cattedrale venne ricostruita negli anni novanta su disegni originali.
Sembra che sia stata riedificata in solo due anni di lavoro. Se ciò
corrisponde a verità si tratta senz'altro di un'impresa ciclopica.
L'interno è completamente affrescato e decorato. Per noi cattolici,
abituati alla luminosità delle nostre chiese, troviamo l'insieme
leggermente pesante. Ciò non toglie, comunque, che si tratti di
un'autentica opera d'arte.
Durante il rientro all'area di sosta ci fermiamo in un supermercato dove
acquistiamo alcuni generi alimentari tra cui cetrioli marinati e
l'immancabile vodka che io personalmente ritengo migliore di quella
assaggiata negli altri paesi dell'est europeo. |
Lunedì 10/08/2009
Partiamo
alle 9,00 per il secondo giorno di visita di Mosca. Entriamo nel
Cremlino passando dalla porta della SS Trinita'.
Per prima visitiamo la Cattedrale dell'Assunzione o della Dormizione.
In questa chiesa venivano incoronati gli Zar. L'interno e' completamente
affrescato, persino troppo e pertanto diventa difficile tenere a mente
tutto cio' che si vede. In ogni caso e' senza dubbio un'opera di
notevole valore artistico. Durante l'occupazione francese, agli inizi
del diciannovesimo secolo, Napoleone utilizzo' la Cattedrale come sua
residenza privata. Essa fu completamente saccheggiata al momento della
ritirata.
La visita prosegue con la Cattedrale dell'Arcangelo Michele, luogo di
sepoltura degli Zar. Anche per questo edificio valgono le considerazioni
relative alla Cattedrale della Dormizione. Come la precedente questa
chiesa fu usata per gli scopi dell'esercito francese. Infatti fu adibita
a stalla.
Una nota curiosa: le chiese del Cremlino non sono utilizzate per il
culto, salvo una volta all'anno in occasione della festività del santo a
cui sono dedicate.
Dopo la visita degli edifici sacri ci dedichiamo a qualche cosa di piu'
profano. Andiamo quindi a vedere il cannone, costruito in epoca
rinascimentale e che all'epoca veniva considerato la bocca da fuoco piu'
grande del mondo. Secondo la teoria piu' diffusa sembrerebbe che questo
cannone non abbia mai sparato un colpo. La nostra guida ci ha invece
assicurato che esso e' stato usato se non altro per la prova di
collaudo.
Passiamo
quindi ad ammirare la campana delle principesse dal peso di
centonovantottomila chilogrammi. Durante un incendio la campana, in fase
di raffreddamento, fu colpita da un getto di acqua fredda che provoco'
il distacco di una scheggia di undici tonnellate.
Esaurita la visita del Cremlino ci dedichiamo finalmente alla Piazza
Rossa.
Ho sempre pensato che l'appellativo Rossa fosse legato al comunismo che,
come sappiamo ha per simbolo una bandiera rossa. Niente di piu'
sbagliato, Piazza Rossa vuol dire piazza bella e non ha niente a che
fare con il colore.
La piazza e' molto bella e, soprattutto molto grande. Da un lato confina
con le mura del Cremlino e dal lato opposto con i famosi magazzini Gum.
Ad una estremita' si trova la chiesa dell'Intercessione o di San Basilio
ed all'altra il museo della storia russa. Quasi al centro della piazza,
addossato alle mura del Cremlino, si trova il mausoleo di Lenin dal
quale i gerarchi comunisti assistevano alle parate militari.
Non
si puo' lasciare la Piazza Rossa senza aver visitato la chiesa di San
Basilio.
Questo splendido capolavoro dell'arte russa affascina e conquista il
visitatore, tant'e' che si dice che Ivan il Terribile, che volle la
Cattedrale per celebrare la conquista del Chanato e del Kazan, abbia
fatto accecare l'architetto che la costrui' affinche' non potesse
edificarne un'altra magari piu' bella.
Dopo un rapido pasto nel quale abbiamo gustato altre specialita' russe,
ci rechiamo ad assistere al cambio della guardia alla tomba del Milite
Ignoto. La cerimonia e' simile a molte altre a cui abbiamo gia'
assistito. L'unica diversita' sta nel modo di incedere dei soldati,
infatti questi praticano una specie di passo dell'oca che ricorda,
seppur vagamente, l'incedere degli Evzoni greci in occasione dello
stesso rito.
Subito dopo tutti sull'autobus per la visita alla Vecchia Arbat, la via
dello shopping moscovita. Francamente, forse anche a causa del poco
tempo a disposizione, la strada non ci ha entusiasmato molto. Sia mia
moglie che io non siamo patiti degli acquisti o forse mia moglie lo
sarebbe, ma siccome io mugugno lei si sacrifica e rinuncia.
Finito
lo shopping, ci rechiamo alla metropolitana per visitare questo
monumento voluto da Stalin per celebrare il potere del popolo. Senza
dubbio essa e' un inno alla ideologia comunista, un inno comunque
meraviglioso e' pieno di opere d'arte. Ho sentito qualcuno del gruppo
definirla il salotto buono di Mosca. Mai affermazione fu piu' vera.
Ogni galleria e' diversa dall'altra. Dappertutto vi sono gruppi
scultorei che celebrano la vittoria del popolo russo sull'invasore
tedesco, statue che esaltano le vittorie degli atleti russi o l'operosita'
del popolo contadino ed operaio. Insomma una apoteosi della retorica
staliniana, ma un apoteosi che sarebbe un delitto perdersi.
Alla sera, dopo la cena, ci rechiamo tutti a visitare Mosca di notte.
Per primo visitiamo il Lago dei Cigni ed il monastero di Novodevicij che
si presenta ai nostri occhi
in
tutta la sua bellezza che oserei definire piu' suggestiva che durante il
giorno. Successivamente visitiamo la Piazza Rossa. Non
esistono parole per esprimere la bellezza di questa piazza tutta
illuminata. Forse neanche le immagini fotografiche riescono a
trasmettere l'emozione che si prova giungendo sul posto. Perdonateci se
a volte vi diamo l'impressione di entusiasmarci troppo, ma mia moglie ed
io siamo dei viaggiatori appassionati che si emozionano facilmente sia
per le bellezze della natura che per le bellezze artistiche.
Per ultima cosa ci rechiamo nuovamente sulla Collina degli Inchini dove,
come abbiamo detto precedentemente, si trova il memoriale commemorativo
della vittoria russa sui tedeschi. L'acqua delle fontane, che di giorno
e' bianca, di notte si tinge di rosso per ricordare il sangue versato
dai soldati russi. |
Martedì 11/08/2009
Mattinata trascorsa al mercato Izmailovsky interamente dedicato ai
souvenir. Prima dell'entrata la nostra guida ci raccomanda di stare
molto attenti agli acquisti in quanto i truffatori sono sempre presenti
ed e' facile venire ingannati specialmente se non si e' intenditori. Il
mercato, molto caratteristico sotto un certo punto di vista e certamente
di richiamo turistico, e' fornitissimo. Si trovano uova di vetro che
imitano quelle create da Faberge', matrioske, copricapi militari,
oggetti d'ambra e di betulla, pelli e pellicce e via discorrendo. Mia
moglie, nonostante le raccomandazioni ricevute, acquista due scialli
tipicamente russi. All'uscita li facciamo verificare dalla guida che ci
conferma, probabilmente con pietosa bugia, che sono di lana e valgono
cio' che abbiamo pagato.
Il pomeriggio ci viene lasciato libero. Noi con altri signori optiamo
per la visita al museo degli ori e della famosa Armeria. Il museo degli
ori e' piccolo, ma il suo contenuto e' di enorme ricchezza. Abbiamo
visto diamanti enormi ancora allo stato grezzo e pepite d'oro pesanti
svariati chili. Non parliamo poi dei gioielli di valore inestimabile
appartenuti alle famiglie imperiali. In un certo senso mi rendo conto
che la rivoluzione di ottobre e' stata la logica conseguenza di un lusso
e di una ricchezza sfrenata in mano a pochissimi. Proseguiamo il tour
culturale con la visita dell'Armeria. Anche questo museo, il cui nome
puo' trarre in inganno, ospita una raccolta di beni appartenuti alla
famiglia reale. Cio' che vediamo e' certamente magnifico. Le opere
d'arte si susseguono una dopo l'altra e c'e' da rimanerne veramente
estasiati.
Con ancora le bellezze dei musei negli occhi facciamo ritorno all'area
sosta dove, di comune accordo con gli altri equipaggi, decidiamo di
cenare tutti assieme. La tavolata si sviluppa in lunghezza per alcune
decine di metri. Ciascuno porta i cibi della propria regione di
appartenenza e cosi' abbiamo la possibilita' di assaggiare diverse
specialita', tutte squisite e, soprattutto, di pasteggiare con del buon
vino italiano. |
Mercoledì 12/08/2009
Questa mattina si parte presto, infatti questa
sera dobbiamo essere a Suzdal che dista circa trecento chilometri
da Mosca. Durante il tragitto ci
fermiamo
a visitare il Monastero di Sergei Posad, fondato da San Sergio di
Radonez nel 1340.
Entriamo nel monastero attraverso la Porta Santa ed immediatamente ci
rendiamo conto che il luogo e' pregno di misticismo. Visitiamo per prima
la Cattedrale dell'Assunzione che, come tutte le chiese russe, possiede
un interno ricchissimo di affreschi e di icone. Successivamente
visitiamo la Cattedrale della Trinita'. Anche questa come la precedente
e' ricoperta di affreschi. L'iconostasi poi e' un'opera molto pregevole,
assolutamente da non perdere. Cosi' come non e' da perdere il refettorio
con le sue pareti affrescate ed i suoi stucchi dorati.
Un particolare curioso riguarda la commemorazione dei defunti. Le
persone scrivono su di un foglietto il nominativo del defunto che
vogliono ricordare e lo introducono, assieme a del denaro, nel bancone,
provvisto di fessure, sito all'entrata delle chiese. I monaci, durante
la funzione religiosa, pregheranno per la persona indicata. Altro
particolare interessante e nuovo per noi cattolici e' la metodologia con
cui viene distribuita l'Eucarestia. I fedeli, prima della Messa, che per
inciso dura piu' di due ore, consegnano ai monaci dei pezzettini di pane
i quali lo portano dietro all'altare, estraggono la mollica e la mettono
in ammollo nel vino, rigorosamente Cabernet. Durante la funzione
distribuiscono la pappetta che ne risulta ai fedeli. Paese che vai,
usanza che trovi.
Lasciamo il monastero, sempre incolonnati, e dirigiamo verso Vladimir.
Purtroppo per colpa di qualche problema nella citta' non riusciamo ad
entrare e quindi siamo costretti a rinunciare alla sua visita. Decidiamo
di proseguire direttamente per Suzdal. Durante il viaggio abbiamo
l'occasione di vedere le isbe dei contadini russi. Sono quasi tutte in
uno stato di massimo degrado. Ci domandiamo tutti come sia possibile
vivere in case in quelle condizioni. Evidentemente loro ci riescono
perche' non abbiamo notato tentativi di miglioramento delle loro
abitazioni. Probabilmente il lungo periodo di dittatura li ha gettati in
uno stato di apatia tale che non permette loro di reagire.
Arrivati a Suzdal il panorama cambia completamente. Vediamo campi di
grano, mentre prima abbiamo visto solo terreno incolto. Entrando in
citta' notiamo casette in legno ben tenute con le finestre decorate.
Domani potremo valutare meglio, ma gia' da ora comprendiamo che questa
citta' e' diversa e piu' tardi ne comprenderemo anche il motivo. Suzdal
e' infatti sotto la tutela dell'Unesco e pertanto se vuole continuare a
percepire i contributi deve soddisfare un certo capitolato qualitativo
imposto dall'organizzazione per la tutela dei patrimoni artistici.
Ci sistemiamo in un prato a fianco di un hotel con allaccio elettrico,
acqua e scarico. L'organizzazione ha anche messo a nostra disposizione
due camere al piano terreno dell'albergo in modo che potessimo usufruire
delle docce e dei servizi. |
Giovedì 13/08/2009
A
piedi ci dirigiamo verso il centro di Suzdal dove incontriamo
Valentina, la nostra guida che, oltre ad illustrarci le bellezze della
citta' ed in particolare del Cremlino, ci rallegra con barzellette e
proverbi sia russi che italiani.
Visitiamo la Cattedrale della Trasfigurazione prima e la Cattedrale
della Nativita' della Vergine poi. Tutte splendide anche se, come ho
gia' detto, l'abbondanza degli affreschi finisce per appesantirle.
Finita la visita abbiamo l'occasione di ascoltare un concerto di campane
che, per l'ortodossia russa, e' molto importante. Il campanaro usando i
piedi, le braccia e persino la bocca, poiche' le campane restano ferme
ed e' il battacchio a muoversi tramite cordicelle, riesce a trarre da
questi strumenti dei suoni assolutamente armoniosi e piacevoli. Altro
particolare molto toccante, che ho visto solamente nelle chiese russe,
sono i cori che periodicamente recitano la preghiera durante l'assenza
delle funzioni. Abbiamo avuto il piacere di ascoltarne diversi e
francamente mi sono commosso all'intensita' delle voci ed alla bravura
dei cantanti, tutti giovani, appena usciti dal conservatorio. Una
particolarita' di questi canti e' che non vengono accompagnati dalla
musica. Sta all'abilita' dei cantori ricrearla con le loro voci.
Garantisco che il risultato e' straordinario. Altra curiosita' di Suzdal
e' l'orologio posto sull'enorme campanile. Esso, infatti, non ha i
numeri, ma le lettere. La guida ci spiega che questa e' un'abitudine
russa molto usata nel passato.
Finita la visita ci avviciniamo alla piazza principale con lo scopo di
trovare un ristorante e qui troviamo un mercato contadino di frutta
verdura. La merce esposta e' molto povera: qualche carota, patate, mele
e gli onnipresenti frutti di bosco e cetrioli. Qualcuno di noi cerca di
comprare qualche cosa, ma la difficolta' di comunicazione crea delle
incomprensioni che limitano molto il commercio. Dopo lungo peregrinare
riusciamo a trovare un ristorante che possiede la lista delle vivande in
inglese e cosi' possiamo ordinare i piatti che piu' ci sembravano adatti
ai nostri palati. Il cibo era molto buono ed ancora una volta mi viene
confermata l'opinione che la cucina russa e' assolutamente appetitosa.
Alle 17,00 partiamo in direzione di Rostov che dista da Suzdal
circa centocinquanta chilometri.
Arriviamo che e' gia' sera inoltrata e ci sistemiamo nel prato di un
accogliente agriturismo. Sembra impossibile che per fare pochi
chilometri si debba impiegare cosi' tanto tempo, ma d'altra parte lo
stato delle strade, il traffico molto disordinato e la colonna di
camper, che a volte si snoda per sei o sette chilometri, non ci
permettono di tenere velocita' piu' alte. |
Venerdì 14/08/2009
Visita
del Cremlino di Rostov, la Cattedrale dell'Assunzione e la chiesa
della Trasfigurazione.
Assistiamo inoltre ad un concerto di campane eseguito dalla nostra
guida.
Dopo una passeggiata sulle mura del Cremlino ritorniamo all'agriturismo
per partecipare alla cerimonia di consegna degli aiuti umanitari. Ogni
equipaggio, infatti, ha portato da casa indumenti destinati ai meno
fortunati ed appunto in questa cerimonia si e' provveduto alla loro
consegna alle autorita' comunali che si preoccuperanno di distribuirli a
coloro i quali ne hanno diritto.
Sotto una pioggia scrosciante partiamo in direzione di Novgorod, nostra
prossima tappa. Attraversiamo una zona paludosa piena di acquitrini e di
moscerini. Notiamo che, nonostante un tempo da lupi, lungo i margini
della strada ci sono ancora persone che vendono gli scarsi prodotti da
essi coltivati. Certamente la loro esistenza deve essere misera se
sfidano il maltempo per raggranellare pochi rubli. Durante
l'attraversamento di una citta', un camper del nostro gruppo ha un
incidente. Fortunatamente non e' successo nulla agli occupanti, salvo un
po' di spavento, ma il mezzo ha subito dei danni e pertanto la polizia
deve stendere i verbali e tutto quanto necessario per la denuncia
all'assicurazione. Non sto a raccontare la complicazione ed i costi
delle procedure. Fuori da ogni logica. Per fortuna il nostro
accompagnatore sa districarsi bene con la burocrazia russa ed alla fine
riesce ad ottenere tutti i documenti necessari per il recupero del
danno. Il grosso del gruppo, nel frattempo, ha proseguito il suo viaggio
e dopo molte ore di guida estenuanti riesce a raggiungere l'area
predisposta per la sosta notturna. Piu' che un'area si tratta di una
strada ad anello in mezzo al bosco, dove i camper vengono incolonnati
uno dietro l'altro. Non e' certamente la migliore delle sistemazioni, ma
siamo tutti talmente stanchi che accettiamo di buon grado questa area di
sosta che definirei molto precaria. D'altra parte anche questo e' Russia
ed in un viaggio simile si deve accettare tutto, comprese le cose non
completamente positive. Durante il tragitto abbiamo, tuttavia, avuto
modo di apprendere altri particolari sulla vita religiosa dei russi.
Abbiamo notato, infatti, che in quasi tutti i centri urbani
attraversati, esiste sia la chiesa invernale che la chiesa estiva.
Quelle estive sono alte; quelle invernali sono basse e piu' raccolte. I
fedeli si scaldano con il loro fiati ed alle fiamme delle candele che,
in un edificio religioso ortodosso, sono sempre abbondanti. |
Sabato 15/08/2009
Oggi
fa freddo e continua a piovere. Sembra il mese di novembre dalle nostre
parti. Fortunatamente nel pomeriggio il tempo migliora un pochino.
Durante il tragitto ci fermiamo in un grande parcheggio dove troviamo
innumerevoli donne che vendono the e dolci. Gustiamo sia una bevanda
calda che un dolce. Il the e' squisito ed il pasticcino non e' da meno.
Finalmente arriviamo a Novgorod e veniamo ospitati nel locale
campo sportivo. Molti di noi hanno la fortuna di parcheggiare il mezzo
direttamente sulla pista di atletica così siamo all'asciutto. L'agenzia
che gestisce il viaggio ci offre un rinfresco a cui fa seguito una cena
in un vicino albergo. Anche in questa occasione il cibo e' stato piu'
che buono. Io ho voluto pasteggiare con vino della Moldavia. Mai
decisione fu piu' errata. D'altra parte io sono piemontese e vivo in una
regione che per quanto riguarda il vino mi ha ben abituato. Per fortuna
un signore di Bari mi ha offerto del vino pugliese che mi ha purificato
la bocca. Dopo cena assistiamo ad uno spettacolo folcloristico che ha
coinvolto molti del gruppo. |
Domenica 16/08/2009
Partiamo
per la visita di Novgorod sotto un cielo plumbeo ed una temperatura per
niente estiva. La guida che ci accompagna nella visita e' molto
preparata e ci fa gustare appieno i monumenti della citta' che e' una
delle piu' antiche della Russia. Prima visitiamo gli splendidi giardini
e poi visitiamo la Cattedrale di Santa Sofia, quindi risaliamo
sull'autobus che ci porta a visitare un villaggio museo nelle vicinanze.
Le case e la chiesa sono costruite interamente in legno secondo
le tecniche del passato, ben sperimentate dagli artigiani russi.
La
visita e' stata senza dubbio interessante. Abbiamo potuto constatare il
modo di vivere dei contadini negli anni passati. Indubbiamente la vita
doveva essere molto dura. Comunque, a giudicare da quanto abbiamo visto
durante gli spostamenti, penso che, per alcuni di loro, il presente non
l'abbia cambiata molto.
Riprendiamo l'autobus che ci porta al Cremlino nel quale pranzeremo. La
fortezza si raggiunge attraversando il ponte sul fiume Volkhov
che va a sfociare nel lago Ladoga.
Il ristorante trova ospitalita' in una torre. L'ambiente e' arredato con
gusto e nell'insieme aleggia una atmosfera medievale. Il pasto e' ottimo
anche se la zuppa ustiona la bocca di tutti i commensali. Dopo pranzo
facciamo ritorno ai camper e partiamo per San Pietroburgo dove giungiamo
in tarda serata. Per la prima volta da quando siamo in Russia troviamo
ospitalita' in un campeggio anche se, rispetto ai canoni dell'Europa
occidentale, lascia molto a desiderare. In ogni caso abbiamo la
corrente, il carico e lo scarico e blocchi di servizi attrezzati con
docce. Purtroppo le piogge giornaliere hanno reso il terreno quasi un
pantano e troviamo difficolta' a parcheggiare il mezzo. Per celebrare
l'arrivo nella citta' baltica l'organizzazione offre un buffet molto
apprezzato dai partecipanti. |
Lunedì 17/08/2009
Finalmente
inizia la visita della celebrata San Pietroburgo. Per prima cosa
l'autobus, che e' venuto a prenderci al campeggio, ci fa fare un viaggio
di orientamento generale della citta'. Durante il tragitto la nostra
guida ci informa sui particolari meno conosciuti della storia che ha
portato alla fondazione, in questa landa paludosa, di San Pietroburgo.
Percorriamo un tratto della Prospettiva Nevskij, l'arteria principale,
dove si possono trovare negozi e locali alla moda. Vediamo in lontananza
l'Ammiragliato con la sua inconfondibile torre dorata. Passiamo accanto
all'incrociatore Aurora che diede inizio alla rivoluzione di
ottobre sparando un colpo di cannone.
L'incrociatore fu anche la prima nave, che trovandosi nel Mediterraneo,
porto' soccorso agli abitanti di Messina dopo il terremoto.
Raggiungiamo
il monastero Smolny dallo stupendo effetto cromatico.
Seguendo il fiume Moika, affluente della Neva, scorgiamo la
Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato,
costruita sul luogo dove fu ucciso lo zar Alessandro II.
Terminato il giro di orientamento iniziamo la visita approfondita dei
monumenti della citta'. Il primo complesso che visitiamo e' la fortezza
di San Pietro e Paolo, primo nucleo di San Pietroburgo. La costruzione
si trova su di un'isola della Neva. Pietro il Grande la volle in quella
posizione perche' la riteneva strategica, da un punto di vista militare,
per la difesa della erigenda citta'.
All'interno della fortezza visitiamo la Cattedrale dei Santi che portano
il nome della fortezza. Notiamo sotto l'iconostasi i sarcofagi della
famiglia dei Romanoff, mentre, in una cappella a parte si trovano le
sepolture di Nicola II, ultimo zar di Russia, e della sua famiglia,
trucidati con spietata freddezza dai rivoluzionari. Nel recinto
fortificato trova collocazione anche l'edificio della Zecca, dietro la
quale si possono vedere le carceri in cui furono imprigionati gli
oppositori del regime del momento. Lo stesso Dostoevskij fu detenuto in
queste tetre celle. Terminata la visita della fortezza facciamo ritorno
al campeggio dove celebriamo il compleanno di uno dei partecipanti. |
Martedì 18/08/2009
Questa
mattina e' in programma la visita al forse piu' famoso monumento di San
Pietroburgo: l'Hermitage.
Descrivere i palazzi che compongono questo capolavoro di Bartolomeo
Rastrelli e' praticamente impossibile. Bisogna visitarlo piu' volte per
avere un'idea, pressapoco completa, dei capolavori che esso contiene.
Noi ci siamo stati una sola mattinata, e purtroppo, cio' che abbiamo
visto e' solamente una particella infinitesimale di quanto si puo'
vedere.
Esaurita la visita all'Hermitage ci prepariamo al tour in battello sui
numerosi canali della citta'. La vista dei vari palazzi, delle chiese e
dei monasteri, che finora abbiamo potuto ammirare dalla terra ferma e'
molto scenografica e soddisfa la voglia di vedere di ciascuno di noi.
Veloce ritorno al campeggio dove ci prepariamo per il dopo cena nel
teatro Aleksandrinskij. In programma, infatti, c'e' il balletto Il
Lago dei Cigni. Inutile descrivere la bravura dei ballerini e le
meravigliose coreografie nonche' la magnificenza degli scenari e dei
costumi. E' un fatto oramai assodato che assistere ad un balletto russo
significa assistere ad una vera opera d'arte. Terminato lo spettacolo,
l'autobus ci porta a vedere San Pietroburgo di notte ed alla 1,00
assistiamo all'apertura dei ponti. Lo spettacolo della citta' in
notturna e' veramente suggestivo, mentre invece l'apertura dei ponti,
dal punto in cui eravamo noi dell'autobus dei gialli, non e' stato molto
entusiasmante. Forse, se si fosse potuto assistervi da un battello sulla
Neva, l'insieme avrebbe assunto una diversa fisionomia. |
Mercoledì 19/08/2009
Oggi sono in programma due visite nei dintorni
della Capitale baltica: Carskoe Selo ed i giardini di Peterhof.
Anche in questo caso descrivere le meraviglie del palazzo di Carskoe
Selo, altro capolavoro di Bartolomeo Rastrelli, diventa estremamente
difficile; esso va visto con i propri occhi. Ogni descrizione
risulterebbe pedante e vuota. Mi limito quindi a ricordare la famosa
Sala d'Ambra, trafugata dai tedeschi durante il secondo conflitto
mondiale e mai piu' ritrovata. Cio' che vediamo ora e' una minuziosa
ricostruzione effettuata basandosi sulle fotografie dell'epoca.
Dopo
pranzo ci rechiamo con l'autobus a visitare i giardini di Peterhof.
Nonostante la giornata grigia e fredda il parco si presenta a noi in
tutto il suo splendore. Numerose sono le fontane, adornate da gruppi
marmorei e statue dorate, volute da Pietro il Grande come simbolo per
stupire i suoi ospiti.
Il parco da direttamente sul Baltico a significare il predominio della
Russia su questo mare che nel passato era quasi di proprietà esclusiva
degli Svedesi. |
Giovedì 20/08/2009
Oggi e' in programma una giornata libera. Noi, con alcuni altri
componenti del gruppo, optiamo per una visita accurata alla Cattedrale
del Salvatore sul Sangue Versato. L'interno e' un susseguirsi di mosaici
magnifici. Il soggetto e' come sempre religioso, ma questa volta, sara'
per la loro luminosita' o per la dimensione dell'edificio, ho trovato
questa chiesa meno opprimente di quelle visitate precedentemente.
Visitiamo
in seguito la chiesa cattolica, posta sulla Prospettiva Nevskij e
riaperta al culto solamente nel 1992. Priva di qualsiasi ornamento e
saccheggiata durante la rivoluzione, e' diventata progressivamente un
deposito e una sala per concerti. A muta testimonianza dei saccheggi e
delle persecuzione subite, la chiesa e' stata lasciata nello stato in
cui e' stata ridotta dal regime comunista.
Successivamente visitiamo la chiesa armena, molto simile nel suo aspetto
alle chiese cattoliche. Stranamente questa chiesa non e' stata profanata
durante la rivoluzione. Probabilmente a causa della mancanza di marmi e
materiali pregiati.
E' giunto ora il momento piu' atteso dalle signore che compongono il
nostro piccolo gruppo e cioe' l'ora dello shopping. Noi uomini veniamo
letteralmente trascinati in un grande negozio, chiamato Beluga e
specializzato in oggetti d'ambra, ma non solo, di ottima qualita'. Dopo
gli acquisti si rientra velocemente al campeggio per prepararci alla
cena di addio ed allo spettacolo che segue. Domani infatti lasceremo la
Russia per far ritorno a casa. |
Venerdì 21/08/2009
Partenza
ad ore antelucane per permetterci, a dispetto delle regole e dei
divieti, di schierarci con tutti i trentasei camper sulla piazza dell'Hermitage.
Terminate le foto di rito si parte velocemente per evitare le eventuali
contravvenzioni che i solerti poliziotti sono sempre pronti a comminare.
Data l'ora, il traffico e' scarso e pertanto riusciamo ad uscire da San
Pietroburgo senza problemi. Troviamo di nuovo strade dissestate, ma
riusciamo comunque ad arrivare alla frontiera estone prima di pranzo.
Fortunatamente all'uscita della Russia non subiamo la trafila
burocratica dell'andata e attraversiamo la frontiera abbastanza
velocemente.
Troviamo
l'Estonia con uno standard di vita molto simile ai paesi
scandinavi. Strade ben tenute e case dignitose. E' certamente il Paese
piu' ricco tra le Repubbliche Baltiche. Grazie allo stato della rete
viaria arriviamo velocemente a Tallin,
dove ci sistemiamo per la notte in un parcheggio proprio sotto le mura
della citta' vecchia. Visitiamo il centro cittadino che si rivela molto
affascinante. La parte storica e' tutta restaurata e piena di negozi e
di locali caratteristici. Da non perdere la piazza del Municipio e la
collina di Toompea dove trovano locazione il Parlamento Estone e la
Cattedrale ortodossa, dedicata a Nevskij. Anche qui si possono trovare
vicoletti suggestivi e locali tipici. Molto bello il panorama che si
contempla dai belvedere posti sulla collina.
La citta' e' letteralmente affollata di giovani, di entrambi i sessi,
che rendono il centro storico, con la loro presenza, molto animato e
gaio. |
Sabato 21/08/2009
Partenza alla volta della frontiera polacca. Abbiamo deciso di
tralasciare la visita sia di Riga che di Vilnius perche'
gli innumerevoli impegni in Italia richiedono la nostra presenza e
vogliamo ancora, prima dello rientro, trascorrere un paio di giorni
sulle Dolomiti per riposarci dal lungo viaggio.
Facciamo
comunque una sosta a Siauliai in Lituania per visitare la famosa
Collina delle Croci. Cio' che vediamo e' certamente di impatto visivo e,
al di la' del significato religioso, scorgiamo in esse un significato di
protesta contro l'oppressione subita ad opera dei russi e dei nazisti
tedeschi.
Poco prima della frontiera polacca l'alternatore del mezzo smette di
funzionare. Siamo quindi costretti a fermarci a Suwalki in
Polonia per far riparare il guasto. Essendo arrivati tardi troviamo il
servizio Fiat oramai chiuso e pertanto decidiamo di pernottare in citta'.
Fortunatamente troviamo un'area sosta molto accogliente e ben attrezzata
con un proprietario estremamente disponibile. |
Domenica 22/08/2009
Purtroppo oggi il servizio e' chiuso e quindi inganniamo il tempo
assistendo alle cerimonia di commemorazione dell'occupazione russa di
questa parte della Polonia. |
Lunedì 23/08/2009
Portiamo il camper al servizio Fiat che, con molta rapidita' ed
efficienza, sostituisce l'alternatore danneggiato.
Riprendiamo il viaggio e ci fermiamo per la sosta notturna in un'area di
servizio sull'autostrada. |
Martedì 24/08/2009
Lunga tappa di trasferimento e sosta notturna in una stazione di
servizio tedesca nelle vicinanze di Hof. |
Mercoledì 25/08/2009
Dato il tempo perso in Polonia per la sostituzione dell'alternatore,
decidiamo di non fare sosta sulle Dolomiti. Procediamo quindi
velocemente verso casa fermandoci pero' un giorno a Lazise, sul
lago di Garda, dove giungiamo nel pomeriggio. |
Conclusioni
Il viaggio e' stato indubbiamente interessante ed affascinante, anche se
faticoso. Non immaginavo nemmeno lontanamente che il modo di vivere
russo potesse essere cosi' diverso dai sistemi dell'Europa occidentale.
D'altra parte l'espansione russa e' sempre avvenuta, prevalentemente,
verso oriente e da queste regioni hanno assimilato cultura e costumi.
Solamente Pietro il Grande ha cercato di occidentalizzare la Russia.
Tale esempio non e' comunque stato seguito ne dai suoi successori ne
tanto meno dal regime comunista, la cui unica apertura verso occidente
e' stata l'annessione all'ideologia comunista di alcuni Paesi
confinanti.
Come ho avuto modo di puntualizzare nel corso del diario le strade sono
in uno stato disastroso. Percorrere anche solo pochi chilometri e'
un'avventura. Si sa quando si parte, ma non si sa quando si arriva. Il
traffico e' molto caotico e gli automobilisti russi sono totalmente
indisciplinati. Questo obbliga i conducenti a prestare un'attenzione
straordinaria alla guida senza potersi distrarre nemmeno per un attimo.
Ad eccezione delle guide, abbiamo avuto pochi rapporti diretti con la
popolazione russa e pertanto non ci e' stato possibile apprezzarne il
carattere. Tuttavia, da quel poco che abbiamo visto, ci e' sembrato che
una parte sia molto attiva ed intraprendente. Una parte invece ci e'
sembrata indolente ed apatica. Abbiamo notato infatti che le isbe sono
molto mal tenute. Addirittura non si tolgono l'erba dall'uscio di casa.
A riprova di cio' che sto dicendo voglio narrare un fatto che mi sembra
emblematico. Dopo la visita di Carskoe Selo, mia moglie, io ed un
gruppetto di altri partecipanti ci siamo recati in un ristorante per il
pranzo. Benche' il locale fosse completamente vuoto e ci fossero
parecchie cameriere che stavano chiacchierando tra di loro, nessuno e'
venuto a prendere le nostre ordinazioni. Nemmeno l'intervento della
guida russa e' riuscito a smuovere il personale. Semplicemente ci hanno
ignorati. tanto e' vero che dopo piu' di quindici minuti di vana attesa
ci siamo alzati e ce ne siamo andati con la coda tra le gambe. D'altra
parte non si puo' biasimare del tutto il loro comportamento. Per secoli
sono stati schiavi dei nobili e degli Zar. Dopo la rivoluzione hanno
dovuto affrontare la peggiore forma di dittatura comunista. Oggi benche'
liberi stanno vivendo la peggiore forma del capitalismo. In altre
parole, sono cambiati i suonatori, ma la musica e' sempre uguale.
Abbiamo visitato luoghi bellissimi. Mosca e San Pietroburgo sono due
citta' splendide, ma artificiali. Mentre cittadine come Suzdal o
Novgorod si sono evolute nel corso dei secoli trasformandosi in modo
naturale e spontaneo, San Pietroburgo e' stata creata dal nulla copiando
di sana pianta i canoni occidentali. Mosca ha addirittura visto
distruggere una parte dei suoi monumenti storici piu' significativi per
far posto ai palazzoni voluti dal regime che, intendiamoci, non sono
affatto brutti, ma che tuttavia sono una forzatura per illudere il mondo
che i governanti comunisti fossero gente illuminata. Mosca e' una citta'
pulitissima ed ordinata: Non si vede un fiore fuori posto od un pezzo di
carta per terra. Tuttavia questa non e' l'anima russa. L'anima russa si
vede, a parere mio, nelle campagne, nei paesi o nei villaggi, dove la
maggior parte del flusso turistico non arriva. Appunto per questo che
noi abbiamo apprezzato moltissimo questo viaggio. Proprio perche'
abbiamo potuto conoscere la realta' russa nella sua totalita'. Io mi
sento di consigliare questo viaggio a tutti gli appassionati, ai veri
intenditori. E' un viaggio costoso e faticoso, ma immaginate il bagaglio
culturale che ogni visitatore si porta a casa. Assolutamente
indimenticabile. Probabilmente non ritornero' più in Russia, ma avro'
sempre la possibilita' di dire io ci sono stato. |
Ringraziamenti
Approfitto di queste ultime righe per
ringraziare, innanzi tutto, il Camper Club la Granda, il suo referente,
il Sig. Piero Marenco, che ci ha accompagnati e la sua gentile consorte
Cinzia, che ha rinunciato alle proprie vacanze per accompagnare noi del
branco. Ringrazio gli accompagnatori dell'agenzia che ha organizzato il
viaggio per l'aiuto prestato. Non ci hanno mai lasciato nei guai
nonostante che i guai fossero sempre presenti. Ringrazio tutto il gruppo
che ha diviso con noi questi giorni in terra russa ed ha contribuito a
rendere la nostra vacanza indimenticabile. Un particolare grazie
all'equipaggio di Firenze che, con molta pazienza e disponibilita', ci
ha fatto da ponte radio per tutta la durata del viaggio. |
Roberto
Serassio |