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San Leo        (Pesaro e Urbino)

 

Frammenti di storia

L'antico Mons Feretri, diventato San Leo nel IX secolo in memoria del Vescovo S. Leone Dalmata, e' un antico nucleo medievale molto ben conservato.

Ubicato in cima ad un  inespugnabile colle roccioso,  posto presso l'ultimo tratto del Marecchia,  sorge San Leo,  rinomata localita'  turistica e culturale del Monte feltro,  una "regione storica" situata nelle valli del Foglia, Marecchia e Conca e che interessa le province di Forli' e di Pesaro Urbino, oltre al territorio della Repubblica di San Marino.

La localita' divenne la capitale della regione, nel XII secolo quando vi si stabili'  Montefeltrano Carpegna, capostipite della famiglia Montefeltro, che tenne la Rocca fino al 1234, anno del trasferimento della sua corte ad Urbino.

In seguito appartenne a numerose famiglie storiche quali  Malatesta, della Rovere, Borgia, de' Medici, per passare quindi definitivamente alla Chiesa.

Il Palazzo Municipale fu la residenza cinquecentesca dei Montefeltro. Sulla stessa piazza sorgono inoltre il Palazzo Severini, dove fu ospitato l'8 maggio 1213 San Francesco, e il Palazzo Mediceo, eretto dai della Rovere e rifatto dai Medici nel Cinquecento.

La Pieve Romanica, una costruzione pre-romanica ricostruita probabilmente nel IX secolo e ristrutturata nell'XI secolo. Nell'interno, a tre navate, si conserva il ciborio bizantino, che poggia su quattro notevoli colonnine con capitelli, donato dal Duca Orso nell'881.

Il Duomo fu costruito nel corso del XII secolo sulle fondamenta di un precedente tempio pagano di epoca romana e fu ultimato attorno al 1200. Il grandioso interno, romaniro-gotico, è diviso in tre navate e vi si possono ammirare oggetti di origine bizantina, pilastri e colonne romane, capitelli longobardi e il sarcofago di S. Leone.

Il Campanile, sempre in stile romanico, non è addossato al corpo della chiesa, ma si innalza leggermente discosto da questa.

Il Forte domina da una rupe l'abitato di San Leo. La fortezza fu costruita nel Medioevo e ampliata nel Quattrocento, per volere di Federico II di Montefeltro che commissionò i lavori di edificazione, sui resti di antiche opere difensive esistenti sulla parete a strapiombo, a Francesco di Giorgio Martini. In questo periodo furono aggiunti i due torrioni laterali, la cortina che li unisce e la residenza dei duchi. L'inespugnabile fortezza, per un lungo periodo, fu usata come carcere e vi mori'  il celebre Cagliostro nel 1795.
All'interno del Forte sono ospitati un museo, che raccoglie un'interessante collezione di armi antiche, ed  una piccola pinacoteca;  nelle stanze della corte ducale si conservano carte geografiche e stampe antiche.

Nei dintorni:

Convento di S. Igne (2 km).
Fondato da San Francesco nel 1213, è costituito da una chiesa del Trecento e da un chiostro duecentesco, affrescato con interessanti e pregevoli pitture risalenti al XV secolo.

Perticara di Novafeltria (24 km).
Da visitare il Museo Storico Minerario sito sul luogo di antiche miniere di zolfo, custodisce minerali, attrezzi, reperti archeologici e fossili.

FORTE (sec. XV).

E’ di origine romana: fu ampliato dai Goti e dai Longobardi, da Berengario II e dai primi Montefeltro. Francesco di Giorgio Martini lo rimaneggio', adeguandolo all'uso della polvere da sparo, su ordine di Federico da Montefeltro (1473).
Il Maniero fu considerato per tutto il Medio Evo e il Rinascimento, uno dei piu' muniti d'Italia e uno dei migliori esempi di architettura militare del tempo. Il Bembo lo defini': "il piu' bello e grande arnese della Regione". Il Macchiavelli lo cita nell'arte della guerra ad esempio di fortezza militare.
"Forte è San Leo e fortissima la sua roccia: e questa piazza si per arte si per opere di natura e' nominata una delle principali del mondo". (Da una lettera a Urbano VIII).
Il Vasari lo ritrae in un suo affresco per adornare le sale di palazzo Vecchio (Firenze).
Negli ultimi trent'anni, è stato restaurato e adibito a MUSEO E PINACOTECA. Vi si possono ammirare: raccolte di armi antiche e moderne, dipinti di notevole valore artistico, mobili antichi e stampe, documenti storici relativi al Risorgimento. Di particolare interesse sono le celle di Cagliostro e di Orsini.

CAGLIOSTO

Giuseppe Balsamo  (Palermo, 1743 - San Leo, 1795), conosciuto comunemente sotto il nome di Conte di Cagliostro, e' il piu' grande recluso del Forte. Egli sconto' 4 anni, 4 mesi e 5 giorni di durissimo carcere: per vari mesi fu rinchiuso nella cella del "Tesoro" e per poco meno di 4 anni fu sepolto vivo nella cella del "Pozzetto" ove muore il 26 agosto 1795, senza accettare il conforto della Religione, nonostante la presenza di un Domenicano, messo al suo servizio per ordine del Card. Francesco Zelada, segretario di Stato.

Il "Pozzetto" - A questa angusta cella, priva di porta di accesso, si entrava per una botola ricavata nella volta. Cagliostro poteva vedere, attraverso l'unica finestrina a tre inferriate, solo le Chiese sottostanti. Fu l'ultima tremenda dimora del leggendario Cagliostro, che i francesi chiamarono "l'amico degli uomini", e che, certamente, fu un profondo conoscitore dell'animo umano e assertore degli alti ideali di liberta'.

CITTA' DI SAN LEO - l'antica Montefeltro

La citta' e' unica per le sue caratteristiche ambientali e morfologiche. E’ posta nell'antica regione di Montefeltro, la cui storia si identifica spesso, dall'origine, con quella di San Leo e di cui e' tutt'ora capitale storica e artistica; sul lato destro del fiume Marecchia, a m.l.m. 589 (citta') e 639 (Forte).

Si raggiunge da Rimini in mezz'ora d'auto. E’ di fronte a San Marino (da cui dista in linea d'aria 7 km. circa).

Le origini di San Leo si perdono nel tempo, ma sono espresse, oltre che in testi storici, nelle pietre, impiegate nei monumenti romanici (Pieve, Duomo, Sant'Igne) e rinascimentali (il Forte e i palazzi de' Medici e dei Della Rovere) e in tutti gli altri edifici, tanto che la citta' può dirsi tutta: un monumento.

San Leo o Montefeltro (Mons Feretri) fu tenuta, dopo i Romani, dai Barbari, i quali (come Vitige, 538 d.C.) la fortificarono; quindi nel sec. VIII, momento in cui si costituisce qui la Diocesi di Montefeltro, passa alla Chiesa, che la terra' alternativamente sino al 24 settembre 1860.

Nel mille, Berengario II la elegge capitale d'Italia (962-963); e Ottone I, sconfitto Berengario, qui legittima le nomine di re d'Italia e di Imperatore del Sacro romano impero di origine teutonica.

Nel 1155, la contea di Montefeltro (San Leo) passa ad un giovane di Montecopiolo, che, su designazione del Barbarossa, assumerà il nome di Montefeltrano I, che da' origine alla casa dei Montefeltro, a cui Federico lI di Svevia consegnera' Urbino (1226).

Se ne impossessano poi, Cesare Borgia (1502-1503).

Nel 1508 estinguendosi i Montefeltro subentrano i Della Rovere, che cesseranno nel 1631 per cedere il passo nuovamente alla Chiesa, che ne conservera' il dominio fino al 24 settembre 1860.

Le funzioni politiche e amministrative assunte da San Leo per vari secoli, nella storia, sono oggi percepibili anche nelle strutture architettoniche della citta'.

Visitata anche da Dante e da San Francesco.

FORTE TORRIONE SUD
 
PORTA D'INGRESSO DELLA CITTA'
PIAZZA DANTE

PIEVE (sec. IX).

E' di stile preromanico, a pianta basilicale; e' costruita in conci di pietra di color ferrigno e con elementi dell'architettura romana.

Vi lavorarono i maestri Comacini. Sul presbiterio (sotto vi e' la cripta), troneggia il ciborio di marmo (i cui capitelli sono di raro interesse artistico), dono del Duca Orso, signore di San Leo (882). Intorno (sui 4 frontali arquati) e' riportata la scritta del donatore.

La Chiesa sorge sul luogo in cui S. LEONE (Arbe, 290 - San Leo, 351), patrono di San Leo e della diocesi, costrui' il suo sacello (sec. IV): ove le spoglie del Santo riposarono per seicento anni; e cioe' sino a quando l'imperatore tedesco, Enrico II, nel 1014, non le asporto' per portarsele nella sua citta', a Spira, in Germania.

Ma si vuole che durante il viaggio (nei pressi di Ferrara, oggi San Leo di Voghenza) i cavalli (adibiti a relativo trasporto) s'impennassero, costringendo l'Imperatore a lasciarvi (e tutt'ora vi si conserva) l'urna del Santo, di cui, in Duomo, si puo' ammirare il coperchio (sec. V). Nella strombatura della monofora che da luce al sacello si trovano 2 pietre del sec. V.

E' la chiesa parrocchiale di San Leo, dedicata, come il sacello, a Maria Assunta.

Fu restaurata nel XII secolo, nel 1590 e infine nel 1934-1949.

DUOMO (sec XII).

E’ di stile romanico - lombardo a croce latina: e' costruito in pietra arenaria, finemente lavorata, e, come la Pieve (che e' a pochi passi), con materiali di recupero da templi romani, esistenti sul posto. Il presbiterio e' sopraelevato.      La luce, che proviene nell'interno da ampie bifore e monofore, ne illumina il gioco delle masse: i pilastri crociformi, le colonne romane, i telamoni, le volte a botte, gli archi (agivoli e a tutto sesto), i costoloni (poco visibili) della volta del transetto e tanti altri motivi architettonici.      Due scale, scavate nella pietra, conducono nella cripta, intitolata a San Pietro, in cui si trovano i frammenti di un ciborio (sec. VIII) e una reliquia di San Leone.

E' la Cattedrale onoraria della Diocesi di Montefeltro, denominata dal 1977: "Diocesi San Marinese Feretrana".

E' dedicata a San Leone, patrono di San Leo e della stessa Diocesi, la cui sede fu trasferita, per ragioni militari e in via provvisoria... nel 1572 a Pennabilli, e, definitivamente, nel 1731, infatti, Benedetto XIII, con Bolla del 26 maggio 1729 reintegrava la Cattedrale di San Leo nelle sue antiche prerogative, ma poi Clemente XII, sollecitato anche da alte personalita', con decreto del 28 luglio 1731, annullo' la stessa Bolla.

Alla costruzione del Duomo concorsero oltre che il vescovo Gualfredus, il conte Montefeltrano I cui abbiamo accennato.

SANT'IGNE

Il Convento di Sant'Igne fu fondato da San Francesco. Il Poverello d'Assisi, richiamato dai grandi preparativi, predisposti dai conti di Montefeltro, per i citati festeggiamenti dell'8 maggio 1213.

L'importante costruzione e' di stile romanico - gotico. La Chiesa, dedicata alla Vergine della Concezione, e' costruita in conci di arenaria. E’ a croce latina, con una sola navata. Il presbiterio non e' sopraelevato: la divisione delle classi tra ricchi e poveri, ben sottolineate dalle Chiese Romaniche (monacali) costruite cioe' prima della venuta di San Francesco (vedi Pieve e Duomo di San Leo), e' meno accentuata.

San Francesco, infatti, predica dovunque l'uguaglianza e la fratellanza in senso profondamente cristiano.

Nel 1735 la Chiesa subi' dei rifacimenti che ancora ricoprono le antiche strutture.

Il Chiostro e' quadrilatero; 20 colonnine ottagonali ne sorreggono il tetto, e' coevo alla Chiesa, ed e' di una eleganza rara.

La loggetta sotto cui cera il pozzo e' crollata.

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Valle del Marecchia nel Montefeltro

Premessa.

Il Montefeltro, antica regione storica, cui San Leo diede il proprio nome, e la cui area geografica era (ed e') compresa tra i fiumi Savio, Marecchia, Conca e Foglia.

Passiamo quindi alla Valle del Marecchia (tema prescelto), che e' formata dal fiume omonimo, la cui sorgente e' in localita' Forconaia, presso Pratieghi, lungo i costoni del dorsale Castagnolo, parte del Monte Zucca, vicino al Monte Fumaiolo (1407), nel Comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo.

Fiume che scorre quindi dalla Toscana, al territorio della provincia di Pesaro e Urbino, nel cuore del Montefeltro, per i territori comunali di Casteldelci, Pennabilli, Sant'Agata Feltria, Talamello, Novafeltria, Perticara (Museo della Miniera), Maiolo e San Leo.

Da qui (Pietracuta - Torello), prosegue la sua corsa in Romagna, nei comuni di Verucchio, Torriana - con Montebello e Madonna di Saiano - Poggio Berni, Sant'Arcangelo di Romagna, in provincia di Rimini e, passando attraverso le pile del ponte di Tiberio, sfocia nell'Adriatico.

La Valle e' dominata dal massiccio del Monte Carpegna (m. 1415), intorno al quale nacquero le grandi famiglie: dei Montefeltro (San Leo), dei Malatesta, dei Carpegna, dei Faggiolani.

Si affacciano sulla Valle inoltre: i territori di Montecopiolo, Carpegna, Sogliano al Rubicone e Repubblica di San Marino.

La Valle e' percorsa dalla statale 258 (circa lungo il tracciato dell'Iter Tiberinum, l'antica strada romana, oggi: Statale 258, Rimini - Montefeltro - Arezzo). La storia politica, militare, religiosa, architettonica e tradizionale, tutt'ora esistenti del passato, il cui insieme, concorre a formare qui uno scenario culturale, ambientale e di rara bellezza.

Il fiume Marecchia, con i suoi affluenti, i monti ammantati di piante e le colline ubertose della valle, formano un aspetto naturale di primo ordine.

 

Associazione Pro San Leo.- Sede Centro Servizi Turistici - Strada Leontina per Pugliano 5 - 61018   SAN LEO (PS) - E-mail: prolocos.leo@libero.it

 

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