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Sant'Angelo in Vado         (Pesaro e Urbino)

Ufficio stampa: Samuele Sabatini 329.6236574

La storia di Sant'Angelo in Vado

Cittadina di origini romane, luogo natale di Federico e Taddeo Zuccari

Sant’Angelo in Vado, così chiamata in onore di san Michele Arcangelo e per il fatto di trovarsi presso un guado del Metauro, ebbe importanti trascorsi sotto la dominazione romana.
Il nome dell’antico municipio romano, Tifernum Mataurense, é menzionato da Plinio e da Tolomeo, ricorre in varie epigrafi in parte conservate nel museo civico. Distrutto nel VI secolo dai Goti, il borgo venne ricostruito dai pochi cittadini superstiti che lo cinsero di mura (in gran parte ancora visibili nella parte settentrionale e orientale) e gli imposero definitivamente la denominazione attuale.
Fu capoluogo della Massa Trabaria, antica regione appenninica composta da parti delle Marche, della Romagna, dell’Umbria e della Toscana, che a est giungeva sino al Monte Carpegna, a nord e a sud era formata dalle alte valli del Marecchia, a ovest comprendeva il rilievo dell’Alpe della Luna fino a Sansepolcro e a sud raggiungeva il massiccio del Catria.
Dalla seconda metà del XIV secolo Sant’Angelo in Vado divenne feudo della famiglia Brancaleoni e tale rimase sino al 1437, quando, in seguito al matrimonio di Gentile Brancaleoni e Federico da Montefeltro, passò sotto il ducato di Urbino. La dominazione montefeltrina durò sino al 1631, anno della morte del duca Francesco Maria II Della Rovere, con la conseguente annessione del territorio da parte dello Stato Pontificio che lo incluse nella legazione di Pesaro e Urbino.
Dal 1636 fu sede vescovile, unita a Urbania. La sovranità papalina si concluse nel 1861, alle soglie dell’Unità.
Sant’Angelo in Vado ha dato i natali a figure di prestigio quali i pittori Taddeo e Federico Zuccari (1529-66; 1542-1609), Francesco Mancini (1679-1750) e i fratelli Dionisio, Giacomo e Girolamo Nardini (secolo XVI); l’intagliatore Giampietro Zuccari, cugino dei pittori citati; gli architetti Bartolomeo Breccioli (attivo 1627-34) e Giuseppe Sardi (1680-1753); il musicista Agostino Mercuri (1839-92); il giurista Prospero Fagnani (1598-1678). Vi ebbe origine la famiglia Ganganelli da cui nacque Clemente XIV.

 

Le bellezze di Sant’Angelo

Tra arte, architettura, musei e ambiente prendono vita percorsi turistici

All’imbocco della cittadina, subito dopo il giardino pubblico, si incontra la sobria chiesa di Santa Maria dei Servi, classificata come monumento nazionale. Edificata in stile romanico nel 1331 ma successivamente rimaneggiata, ha interno a tre navate con 13 fastosi altari barocchi sormontati da dipinti di Raffaellino del Colle, Francesco Mancini e Santi di Tito. Sull’altare consacrato alla famiglia vadese Grifoni c’è una Madonna in gloria, bronzo di Lorenzo Ghiberti; sopra il coro di noce intagliato Angeli oranti, coppia di statue lignee del XV secolo; sulla porta principale una Cantoria in stucco policromo del 1627 di A. Albrecht Wallestein.
Oltrepassando il ponte sul Metauro si raggiunge corso Garibaldi dove, sulla destra, sorge il rinascimentale palazzo Santinelli. L’edificio della famiglia omonima, assieme alla casa di campagna chiamata "il Palazzetto", sono entrambi del 1538.
Dello stesso periodo la ben conservata "Gavina", altra villa di campagna della famiglia Manganelli, munita di una quattrocentesca torre difensiva.
Sempre su corso Garibaldi si affacciano la chiesa di Santa Chiara, costruita nel ’400, in cui si conservano frammenti di ceramiche robbiane del XV secolo, e palazzo Grifoni Nardini Ridarelli, ornato di bassorilievi in pietra arenaria attribuiti a Marino di Marco Cedrini, architetto e scultore veneziano.
In piazza Pio XII si trovano il Palazzo della Ragione (sede municipale fino al 1838), edificio trecentesco rimaneggiato e sormontato da "El Campanon", la torre campanaria divenuta il simbolo della città. A fianco il Duomo, risalente al XII secolo, originariamente in stile gotico e a una sola navata. La basilica, rifatta e ampliata nel ’700, si articola oggi in tre navate e conserva opere d’arte quali il Trionfo di San Michele Arcangelo, tela del pittore vadese Francesco Mancini, un’Adorazione dei Magi attribuita a Claudio Ridolfi e, nella cappella della Madonna del Pianto, una tavola della prima metà del XV secolo raffigurante la Madonna col Bambino.
In piazza Umberto I, detta piazza del Papa (per la statua di Clemente XIV della famiglia vadese Ganganelli), si affaccia la chiesa a pianta ottagonale di San Filippo, di origine cinquecentesca. All’interno conserva una Madonna lignea di Lorenzo Ghiberti e tele di Raffaellino del Colle, Pandolfi e Mancini; nella cupola affreschi di Albrecht Wallestein (1629).
Su uno dei lati della piazza sorge palazzo Fagnani (XVII secolo), oggi sede municipale, nella cui sala del Consiglio si osserva un dipinto del 1603 di Federico Zuccari.
Il restaurato teatro Zuccari (XVII secolo), palazzo Mercuri (XVIII secolo) e il Museo dei Vecchi Mestieri completano il lato sud di piazza Umberto I.
Percorrendo via Roma si incontra la chiesa di San Francesco, consacrata nel 1298 e sottoposta nel tempo a diverse trasformazioni, la più importante nel 1643. Di rilievo il portale gotico e, all’interno, Pietà e Santi, tavola del vadese Girolamo Nardini (1512), e Rosario e Santi, di Giovanni Francesco Guerrieri di Fossombrone.
Fuori del centro urbano c’è la cinquecentesca chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Per l'intero periodo della Mostra si organizzano visite guidate, anche su prenotazione, per gruppi: 0722.810095.

 Mostra mercato del tartufo bianco pregiato

Nel mese di ottobre Sant’Angelo in Vado festeggia il tubero d’oro con l'annuale edizione della Mostra Mercato del tartufo bianco pregiato.

Per quattro week-end consecutivi, la cittadina marchigiana a pochi passi da Urbino, l’antica Tifernum Mataurense (municipio romano), celebre per aver dato i natali agli illustri pittori Taddeo e Federico Zuccari e per le sue bellezze artistiche, architettoniche e monumentali, diventerà la mecca di “Re” tartufo.

Un palcoscenico gastronomico, culturale, scientifico, sportivo ed ambientale davvero unico, tutto rivolto ad esaltare uno dei prodotti tipici per eccellenza e una delle zone più belle d’Italia. L’aroma del tartufo invade questo lembo di Marche, trasformandola in una valle “profumata”. La tradizione, il lavoro artigianale, la creatività, la storia, la ricchezza dei beni culturali la rendono anche una valle ricca di “sapienza”.

La mostra mercato sarà aperta ufficialmente la 1^ domenica di ottobre alle 11, alla presenza delle autorità nazionali e regionali. A seguire apertura stand di prodotti tipici dell’agricoltura.

Ampio spazio, durante la prima giornata, sarà dato ad alcune iniziative volte a valorizzare e promuovere i diversi prodotti tipici delle Marche. A partire dalle carni delle razze bovine pregiate dell’Appennino Centrale, la polenta dei carbonari, le castagne delle colline pesaresi, i vini delle migliori cantine.

Oltre al soave aroma del tartufo, si potranno assaggiare i sapori dei piatti tipici dell’agricoltura delle quattro province marchigiane: dai salumi pesaresi al ciauscolo di Macerata, dalle olive di Ascoli Piceno ai vini pregiati di Ancona, oltre a tanti altri prodotti come formaggi, miele, olio d’oliva, ortaggi, frutta, vini, grappe e un caratteristico liquore all’olio d’oliva.

Collateralmente apriranno i battenti le diverse mostre d’arte, “le vie dei mercanti” (mercatini tipici), spettacoli itineranti, nonché l'annuale Raduno Camperisti.

Nella capitale per longevità del Tuber Magnatum Pico, il ricco calendario stilato, prevede fino alla fine di ottobre: il Motoraduno Nazionale, la mostra Internazionale del tartufo, la Gara Nazionale di Cerca al Tartufo e il Raduno auto storiche.

Da non dimenticare infine l’assegnazione del “Tartufo d’oro” a personalità distintesi nei vari campi durante quest’anno e la consegna del Premio Giornalistico Nazionale.

Come sempre, annunciate alla corte di sua maestà il tartufo una nutrita schiera di vip, politici e personaggi dello spettacolo.

Infolinee: 0722.810095 o www.mostratartufo.it

Motoraduno del Tartufo - Fine settimana dedicato alle due ruote a Sant’Angelo in Vado

Nel secondo week-end della Mostra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Sant’Angelo in Vado, di scena saranno le due ruote. La cittadina pesarese ospiterà un appuntamento tanto atteso dagli amanti dei motori: il Motoraduno Nazionale e l' Internazionale del tartufo.

Il locale Moto Club Tonino Benelli è il promotore dell’evento che ogni anno registra migliaia di presenze da tutta Europa. La kermesse si preannuncia più ricca e prestigiosa che mai.

Vie e piazze di Sant’Angelo in Vado verranno prese d’assalto da migliaia di centauri che per due giorni mostreranno i loro gioielli. Appassionati e curiosi saranno calamitati nella cittadina pesarese non solo per assaporare gli aromi di “Re” tartufo, ma anche per ammirare le tante splendide moto.

Il programma della due giorni prevede escursioni in moto sul territorio, con soste per degustazioni di prodotti tipici. Spettacoli e animazione per i partecipanti, area attrezzata per dormire, pranzi e cene organizzate, sconti sulle strutture ricettive locali e omaggio di gadget.

Il miglior cane da tartufi a Sant’Angelo:  gara nazionale

Provengono da tutta Italia per sfidarsi e dimostrare di essere il miglior cane nella ricerca del pregiato tubero.

Assieme ai loro padroni, la 3^ o 4^ domenica di ottobre, i fedeli compagni dell’uomo si ritroveranno a Sant’Angelo in Vado per il consueto appuntamento della Gara Nazionale di cerca al tartufo bianco pregiato.

L’appuntamento si svolge a partire dalle 8.30 a Campo Monti, nel comune di Sant’Angelo in Vado, dove si festeggia per l’intero mese di ottobre l'annuale edizione della Mostra Nazionale del tartufo bianco.

“Sarà un’edizione importante –fanno sapere dal comitato mostra della cittadina pesarese - in palio il Trofeo dedicato a Sergio Perrotta, veterinario di Pesaro scomparso recentemente, che ha dato tanto per questa manifestazione canina. La moglie e la figlia di Perrotta si sono mobilitate in prima persona al fine di mantenere l’impegno e la passione profusa dal loro congiunto per questa iniziativa che vede protagonisti i nostri amici a quattro zampe”.

A scendere sul terreno di gara, dove saranno seminati tartufi, gli abili cani che con il loro infallibile fiuto dovranno recuperare il più alto numero di tuberi in minor tempo, per aggiudicarsi l’ambito trofeo. Gli animali dovranno però ottenere anche un elevato punteggio che acquisiranno durante la prova mettendo in evidenza le particolari tecniche di ritrovamento, segnalazione al padrone e recupero dal sottosuolo del tubero.

 Raduno camperisti - Nel mese di ottobre a Sant’Angelo in Vado capitale del tartufo

Previsto il secondo week-end di ottobre a Sant’Angelo in Vado, in occasione della Mostra Mercato nazionale del tartufo bianco pregiato. Da anni il comune assieme all’organizzazione dell’evento legato al pregiato tubero e al "Pesaro Camper Club - CB canale 11", promuove una due giorni di raduno.

Il programma prevede: arrivo sabato mattina, nel pomeriggio caccia al tesoro per le vie del centro di Sant’Angelo in Vado e, per finire, l'assegnazione dei premi ai vincitori. Domenica visita alla Mostra Mercato del tartufo, consegna targa ricordo decennale al camper 4 club da parte dell'amministrazione comunale e visita straordinaria (solo per i camperisti) ai mosaici della villa romana dell’antico municipio di Tifernum Mataurense.

In occasione della manifestazione è previsto l’utilizzo dell’area attrezzata ad ingresso gratuito.

Per chi vuole si possono effettuare escursioni sul territorio: nelle città d’arte di Urbino, Urbania e alla suggestiva Gola del Furlo.

Prodotti e gastronomia - Tra tartufi, saperi e sapori della tipica cucina locale

A Sant’Angelo in Vado sono rinvenibili diverse specie di tartufo, ma è il Tuber magnatum, comunemente detto tartufo bianco o trifola, a svolgere un ruolo di primo piano nell’economia gastronomica locale.

La trifola, raccolta da ottobre a dicembre, trova nei terreni marnosi e argillosi di questa parte dell’Appennino, in simbiosi con querce, noccioli, pioppi, salici e tigli, alcuni fra i suoi più importanti terreni d’elezione.

Altra varietà particolarmente apprezzata nella zona è il Tuber melanosporum, o tartufo nero pregiato, raccolto da dicembre sino a metà marzo, che alligna in maniera particolare in terreni calcareo-marnosi ricchi di ossido di ferro. Di sapore più delicato rispetto al bianco, il tuber melanosporum ha scorza nera e polpa nero-violacea con marcate venature biancastre.

Nell’ampia area demaniale votata alla ricerca sono state messe a punto tartufaie artificiali, realizzate mediante piantine micorrizate ottenute presso il Centro nazionale di ricerca per la tartuficoltura, sorto appositamente a Sant’Angelo in Vado nel 1981 e, dal 1998, unico Centro Nazionale di Certificazione del Tartufo riconosciuto.

All’interno del demanio forestale, e più precisamente a Ca’ Mascione, è in fase di avvio la "Casa del Tartufo", centro di addestramento alla raccolta dei pregiati funghi sotterranei. Nella città vengono anche addestrati alla ricerca del tartufo i cani e in loro onore, nell’area del vivaio forestale dove vengono prodotte le piantine micorizzate da tartufo, è stato eretto un monumento al fedele amico dell’uomo.

Durante le ultime tre settimane di ottobre si tiene la prestigiosa Mostra nazionale del tartufo bianco, che si articola in un ampio programma di eventi, mostre ed elaborazioni culinarie interamente consacrate alla trifola. Per tutto il periodo della manifestazione sono aperti, lungo le vie del centro storico, punti di ristorazione in cui si possono degustare piatti a base del pregiato tubero e tutti i prodotti tipici locali.

Nella cucina della zona il tartufo è presente sia negli antipasti (crostini imburrati, col parmigiano), sia nei primi piatti (tagliatelle, risotti, gnocchi, polenta), sia nei secondi (filetti e costolette di vitello, petti di pollo, frittate).

La cucina locale fonde i caratteri tipici del Pesarese (e del Marchigiano in generale) con gli stili propri della Romagna: gusti netti, corposi, basati sulle materie prime di un’agricoltura e di una zootecnia assai fiorenti. Nel territorio di Sant’Angelo in Vado prevalgono le preparazioni dell’entroterra collinare e montano: fra i primi da citare tagliatelle, cappelletti, tortellini e lasagne; fra i secondi spiccano gli arrosti, le pasticciate, gli animali da cortile e la selvaggina variamente cucinati, oltre alla porchetta di maiale. Assidue sulle tavole sia la polenta, spesso abbinata alle carni, sia la piadina. I formaggi sono di ottimo livello (una menzione particolare va alle caciotte), al pari dei salumi rappresentati al meglio da prosciutti aromatizzati, lonze e mazzafegati. Frutta e verdura sono di prima scelta.

Tra i prodotti tipici spiccano: la "Casciotta di Urbino", il Formaggio di Fossa, il "Pane di Chiaserna", la "Carne di Vitellone Marchigiano" e due vini il "Santangiolino" e il “Visner” (entrambi dolci). Non vanno dimenticati prosciutti e salami locali, formaggi, confetture. Passando ai dolci troviamo: crostate, ciambelle dolci, cresce di Pasqua dolci e al formaggio. Il tutto annaffiato da vini tipici della zona quali: Bianchello del Metauro, Rosso dei Colli Pesaresi e Sangiovese.

Il tartufo è servito - Ecco le ricette dei piatti da gustare alla Mostra Mercato del Tartufo bianco a Sant’Angelo in Vado

Il Tartufo Bianco Pregiato si abbina con le svariate pietanze della tradizione culinaria di Sant’Angelo in Vado, rappresentando il segno distintivo di una cucina genuina e raffinata. Il Tartufo va gustato fresco utilizzando l'apposito taglia-tartufi. Questa operazione va eseguita sopra il crostino e le tagliatelle fumanti. In questo modo l'aroma inconfondibile del Tuber Magnatum Pico inebrierà gli olfatti dei buongustai e delizierà i palati sopraffini.

Antipasto:

TARTUFI LARDELLATI
ingredienti per 4 persone: 12 piccoli tartufi bianchi - 12 fettine di lardo - 12 fette di pane - cognac - burro
sviluppo: Si lasciano macerare nel cognac per circa un'ora 12 tartufi bianchi. Si fa un involtino di lardo con ogni tartufo e lo si avvolge in carta oleata ed imburrata. Per questa ricetta l'elemento essenziale è un fuoco di legna da cui ricavare la cenere per seppellirvi i tartufi per circa mezz'ora. Si tolgono poi dalla carta e si servono caldi su fette di pane abbrustolito.

Primo piatto:

CAPPELLETTI AL BURRO FUSO E TARTUFO
ingredienti per 4 persone:
Per l'impasto: 500 gr. di farina - 5 uova - sale
Per il ripieno: 200 gr. di vitello magro - 200 gr. di petto di tacchino - 100 gr. di prosciutto cotto - 2 uova - 30 gr. di burro
Per la salsa: 80 gr. di Tartufi Bianchi
sviluppo: Si preparano i cappelletti farcendoli con un impasto di 200 gr. di vitello, 200 gr. di tacchino e 100 gr. di prosciutto cotto rosolati in 30 gr. di burro a cui si aggiungono due uova, 30 gr. di parmigiano grattugiato e Tartufo Bianco. Con questo ripieno si riempie l'impasto fatto con 500 gr. di farina, 5 uova e un po' di sale.  Mentre si fanno cuocere i cappelletti, si pone sul vapore della pentola una zuppiera con 80 gr. di burro e alcune fettine di Tartufo bianco. Al termine della cottura si scolano i cappelletti e si condiscono nella zuppiera col burro e il Tartufo; infine si cosparge il tutto con 60 gr. di parmigiano e tante fettine di Tartufo.

Secondo piatto:

FILETTI DI SOGLIOLA AL TARTUFO
ingredienti per 4 persone: 4 sogliole - 40 gr. di burro - 2 calici di spumante secco - ¼ di panna liquida - 60 gr. di Tartufi bianchi - sale - farina
sviluppo: Si infarinano 4 filetti di sogliola e si mettono quindi a rosolare in una teglia con 40 gr. di burro. Si aggiungono sale e due calici di spumante secco che si fa ridurre a fuoco vivo, prima di versare panna liquida. Si lascia qualche minuto la teglia in forno caldo. Prima di servire cospargere il tutto con 60 gr. di Tartufi Bianchi affettati.

 

 

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