Ufficio stampa: Samuele Sabatini 329.6236574
|
Municipio: Piazza della libertà - tel.
0722.313111 - C.A.P. 61049
U.R.P. tel. 0722.313138 -
urp@comune.urbania.ps.it
Ufficio Turismo e Cultura: tel.
0722.313140 -
turicult@comune.urbania.ps.it
Palazzo Ducale e Museo Civico: tel.
e fax: 0722.313151 -
museo@marcheweb.com
Pro Loco: 0722.317211
Posizione geografica:
Altezza s.l.m. m. 350
|
La storia di Urbania
Cittadina guelfa, cambiò nome tre volte, l'ultimo
nel 1636 da papa Urbano VIII
Urbania è una cittadina di antica
fedeltà alla Chiesa, segnata, quasi dalle origini, come colonia della Roma
dei Papi. E' una "marka" per eccellenza con il suo territorio di confine
così prossimo alla Toscana, Umbria e Romagna.
Situata nell'alta valle del Metauro, una fra le più
belle delle sette principali valli che compongono le Marche, Urbania
rappresenta esemplarmente i caratteri regionali. Già dai primi secoli della
diffusione del verbo cristiano il suo territorio è un reticolo di abbazie,
eremi, monasteri e pievi (VI - VII sec.).
Per la sua tenace dedizione al partito guelfo si trovò
in conflitto con la vicina e più potente città di Urbino, la quale distrusse Castel delle Ripe (1° nome dell'attuale Urbania) per due volte consecutive
nel XIII secolo. Fu dunque ricostruita (1280 - 1282) per volere di Papa
Martino IV, sulle rive del Metauro ad opera di Guglielmo Durante (da cui il
nome di Casteldurante) Uditore delle Romagne e poi vescovo di Mende.
Il nuovo castello fu dotato di autonomie e privilegi, e
assunse il ruolo di piccola capitale della Massa Trabaria (1367). Un
segmento che caratterizza la storia durantina è la lotta secolare di
emancipazione dalla città di Urbino: questo lungo percorso ha inizio dal
distacco dal Comitato di Urbino (XIII sec.), prosegue con il "Nullius"
dell'Abbazia di San Cristoforo del Ponte e l'erezione a Contea (XV sec.); si
conclude con l'elevazione dell'Abbazia a Diocesi e del castello in città nel
1636 (Urbania da Papa Urbano VIII).
Come le Marche sin dall'antichità hanno ricevuto molti
nomi (Piceno Annonario, Umbria senonica, Regione delle Pentapoli...), così
Urbania ha subito una vera e propria metamorfosi onomastica, avendo cambiato
nome dall'età romana ben 4 volte: forse Urbinum Metaurense municipio romano,
poi Castel delle Ripe fino al XIII secolo; Casteldurante dal 1284,
ricostruita dalla chiesa in funzione antighibellina; infine Urbania nel
1636.
Dal XVI secolo Urbania è famosa per le sue ceramiche.
|
Da Urbino, trasportati in lettiga dai
servi, i Duchi raggiungevano in circa tre ore l’amata Casteldurante,
chiamata “luogo delle delizie”; qui nel Palazzo in riva al fiume
Metauro passavano le vacanze fra belle dame e poeti, ritemprandosi dalle
fatiche della guerra.
Addirittura un duca, l’ultimo, Francesco Maria II Della Rovere, stabilì
qui la sua residenza, stregato dalla magia dei luoghi e morì
proprio a Casteldurante nel 1631, con lui finì il ducato.
Dal palazzo sul Metauro, risalendo un miglio di fiume in barchetta,
attraverso un originale sistema di dighe (nel XV secolo), i signori
andavano a caccia di cervi e daini al Barco Ducale, ancor oggi
maestosa costruzione appena fuori città.
Casteldurante è conosciuta in tutto il mondo per la ceramica: nel
‘500 qui si produssero fra le più belle maioliche del rinascimento,
sparse ora nelle principali collezioni e musei del globo. Ancor oggi ad
Urbania continua una produzione finissima che le vale il marchio Doc e
la presenza fra i comuni ceramici italiani. Di questa ceramica ne parla
anche Gabriele D’Annunzio, nel libro “Il Piacere”:
“ … e la piccola tavola del tè era pronta, con tazze e sottocoppe in
maiolica di Casteldurante, antiche forme di inimitabile grazia”.
Una
leggenda racconta che Urbania è una Bologna in miniatura.
“Quando si costruì Casteldurante i maestri muratori furono mandati a
Bologna con dei mazzi di canne per misurare la larghezza delle vie e dei
portici di quella città. Fatto ciò si incamminarono per il ritorno ma,
stanchi, cominciarono ad usare quelle misure come bastone da viaggio che
presto si accorciarono. Di conseguenza … tutto fu più piccolo nella
nuova città delle Marche”.
Urbania è famosa anche per le “Mummie” della chiesa dei Morti.
18 corpi risalenti al 1600 sono una grande curiosità macabra, ma che
richiama migliaia di turisti ogni anno. La loro conservazione è
naturale, chi dice ad un fungo presente nel terreno dove erano sepolti.
Per il momento si attende i risultati degli studi approfonditi eseguiti
di recente da un equipe del National Geografic. Le mummie di Urbania
sono conservate in una cripta nel retro della chiesa e ognuna di esse ha
la propria storia di vita vissuta.
da visitare
PALAZZO DUCALE
Imponente mole sul fiume Metauro, sede del Museo Civico e della
Biblioteca, nelle sale di Palazzo Ducale è possibile ammirare i due globi
del Gerardo Mercatore ("La sfera celeste" e "La sfera terrestre entrambe"
del 1500).
Proseguendo lungo le sale si trova la straordinaria raccolta di disegni e
incisioni del '500 e '600 e una sezione di maiolica durantina, suggestiva
la tela, lunga 13 metri (tra le più lunghe d'Europa) dedicata al "Trionfo
di Carlo V".
Non vanno tralasciate le esposizioni che annualmente vengono allestite
nella sala del Trono di Palazzo, come le altre sale dove si trovano volumi
rari, carte geografiche e quadreria legata ai Duchi che nel corso degli
anni hanno governato il Montefeltro.
La visita prosegue negli scantinati dell'edificio, dove si trovano le
cantine con relativo museo della storia dell'agricoltura, fino alla rampa
elicoidale di Giorgio Martini.
LE CHIESE
Numerose e dislocate nel centro storico della cittadina, conservano
rare e preziose opere d'arte. Dalla cattedrale, dalla facciata rifatta
dopo la distruzione del bombardamento del 1944 che ha cambiato il volto al
cuore della cittadina, dove si trova il Crocefisso di Pietro da Rimini
(1300) e nell'apside il presepe in ceramica a terzo fuoco di Federino
Melis. Santa Caterina è considerata la cappella degli artisti durantini
(ovvero i locali) ed è interamente stuccata e affrescata nella volta a
botte. A due passi San Francesco, imponente, e ricca di tele tra cui la
"Natività" del Depiscopi e "Madonna in Gloria con Santi" di Giorgio
Picchi. Nella stessa via la Chiesa dei Morti, con annesso il Museo delle
Mummie (vedi comunicato curiosità). Il viaggio prosegue verso Santa Maria
Maddalena, dove si trova la splendida pala della Maddalena del Cagnacci,
la chiesa del Corpus Domini, con gli affreschi delle Sibille e Profeti
dell'artista Giorgio Picchi, stessa firma delle tre pale sull'altar
maggiore di notevole pregio, come la scultura linea del '400 del Cristo
Morto, racchiusa in una teca sotto l'altare.
MUSEO DIOCESANO
Al primo piano del Palazzo Vescovile si sviluppano le 20 sale di arte
sacra, argenti, arredi sacri, pinacoteca, quadri e pitture religiose,
nonché la galleria (sicuramente la più importante presente ad Urbania)
sulla ceramica durantina nell'arco dei secoli, a partire dal 1400 ai
giorni nostri.
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA CERAMICA
E' possibile, a piano terra di Palazzo Ducale, soffermarsi in una
dimostrazione di ceramica, dove poter ammirare l'antica arte che rese
celebre Casteldurante nel mondo, con la foggiatura, decorazione, tutti i
procedimenti e fasi di lavorazione, il tutto supportato da una spiegazione
storica.
Sempre all'interno dell'associazione, è possibile prendere parte ai
diversi corsi, organizzati soprattutto nel periodo estivo, per imparare a
far ceramica.
IL BARCO DUCALE
Antica residenza di caccia, alla periferia di Urbania, il Barco Ducale
è tra i monumenti più imponenti e suggestivi delle Marche. Una vera dimora
estiva dei Duchi di Urbino dove trascorrevano intere giornate dedicandosi
alla caccia e agli sport dell'epoca. La struttura in parte è restaurata ed
è utilizzata per iniziative culturali. Al suo interno, al posto del
cortile, sorge la chiesa attribuita al Vanvitelli. Qui vi soggiornarono
l'Ariosto, Pietro Bembo e Baldassar Castiglione. Attualmente, l'intero
complesso monumentale è chiuso per restauro.
|
DINTORNI
A due passi da Urbania è possibile
visitare:
-
Urbino, culla del
Rinascimento. Nella città ducale merita una sosta Palazzo Ducale, Casa
Raffaello, gli Oratori, il Duomo e San Domenico.
Altra tappa le cittadine dell'alta Val Metauro, come:
-
Sant'Angelo in Vado
-
Mercatello sul Metauro
-
Piobbico
-
Apecchio
-
Fossombrone.
Inevitabile una sosta alla vicina
Gola del Furlo:
-
nel punto più stretto,
l'imperatore Vespasiano fece scavare nel 76 d.C. una apertura sulla roccia che
affianca un'altra augusta galleria di origini più antiche. Poco oltre la Gola,
oggi riserva naturale dove nidificano ancora le aquile, c'è l'abitato di Pagino,
luogo in cui (secondo un'antica tradizione) fu combattuta la battaglia tra
Narsete e Totila (552 d.C.), evento che segnò la fine del dominio dei Goti in
Italia.
Oggi è possibile ammirare, oltre alla galleria, una restaurata chiesetta
del XV secolo e l'imponente diga dell'Enel..
|
Feste - Sagre - Ricorrenze - Manifestazioni
gennaio
Arrivo della Befana
Sfilata ed apertura della casa della vecchietta. Tanta allegria, buona
musica e lancio di dolciumi con inizio nel pomeriggio del 2 gennaio -
centro storico - quando si cala dalla torre civica, ritira le chiavi della
citta’ e s’insedia nella sua casetta, pronta a ricevere la visita dei
bambini. Tantissime le iniziative in programma.
Dicembre
Giorno 22 - Concerto di Natale, Teatro Bramante ore 21.00:
Esibizione del corpo bandistico e del coro polifonico.
Girono 30 - Concerto di fine anno Teatro Bramante ore 21: Concerto
dell’orchestra sinfonica di Pesaro.
InfoTur 0722.313140 - Pro Loco 0722.317211.
Mercatini - Fiere -
Mostre -
Antiquariato
Fiera di San
Luca e delle donne
Si svolge nella 2^ decade di ottobre e vi è abbinata una mostra
micologica ed un mercatino di collezionismo ed hobbistica
- Centro storico, cortile del Palazzo
Ducale
Mercato
Giovedì
|
Dal 29 aprile al 30 ottobre 2006
CERAMICHE POPOLARI
la Sala del Trono di Palazzo Ducale ad
Urbania ospita la mostra nazionale di terrecotte della collezione Nadia
Maurri Poggi
Oltre 800 terrecotte provenienti da
tutta Italia sono in mostra nella Sala del Trono di Palazzo Ducale ad
Urbania, l’antica Casteldurante, cittadina marchigiana a due passi da
Urbino, famosa per le sue maioliche e i prestigiosi monumenti, è stata
sede preferita dei duchi Federico da Montefeltro e Maria Francesco II
della Rovere (dal 1400 al 1600).
La rassegna nazionale, inaugurata il 29 aprile scorso e resterà aperta
fino al 30 ottobre 2006, è intitolata “Ceramiche popolari”, la
collezione Nadia Maurri Poggi.
Gli esemplari, acquisiti direttamente dalla collezionista Nadia Maurri
Poggi nei centri di produzione, nelle fiere o sul mercato antiquariale,
raccontano il panorama ceramico popolare di molte aree italiane dal nord
al sud della penisola. Tuttavia sono soprattutto le ceramiche
provenienti dal centro Italia a connotare questa raccolta: Marche,
Umbria, Toscana Romagna e Lazio sono infatti le regioni che primeggiano
per numero e qualità di esemplari.
La produzione marchigiana, ancora oggi attiva in vari luoghi della
regione, da Ascoli Piceno a Pesaro, da Fratterosa a Urbania, ha in
questa raccolta particolare rilievo.
In ottimo stato di conservazione, le terrecotte sono un documento
importante per ricostruire usi, costumi e abitudini di vita della
società preindustriale, quando nelle case mancavano acqua corrente, gas
ed elettricità. Tra i manufatti di terracotta più caratteristici
spiccano gli scaldini, usati soprattutto dalle donne per un dare un po’
di tepore alle fredde case contadine di un tempo, gli orci per
l’approvvigionamento dell’acqua, i pignatti e le pentole per la cottura
dei cibi.
Pur nella semplicità dei decori, le ceramiche popolari della collezione
Maurri colpiscono per la bellezza e l’eleganza delle forme destinate ad
assolvere a funzioni domestiche quotidiane.
Questa raccolta di ceramiche è senza dubbio la maggiore di tutta
l’Italia centrale, per qualità e consistenza e al dire dei più
qualificati ceramologi non è certamente seconda neppure alla pur
celebrata collezione di terrecotte del Museo di Faenza.
Per l’occasione è stato siglato un accordo con il Museo dei colori
naturali di Lamoli di Borgo Pace, “Aboca Museum” di San Sepolcro e il
Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza , creando un percorso di
visita legato al mondo della ceramica popolare tra Marche, Toscana e
Romagna.
L’itinerario, illustrato in un apposito opuscolo, propone un originale
viaggio sulle terrecotte partendo dalla mostra di Urbania, poi a Lamoli
per l’utilizzo dei colori naturali sulle terrecotte, passando per Aboca
Museum dove ci sono in esposizione i ricettari popolari, finendo a
Faenza nella collezione di ceramica popolare.
La mostra di Urbania è stata curata da Feliciano Paoli direttore del
Civico Museo di Urbania, il catalogo da Giancarlo Bojani ed Elena Longo,
allestita da Franco Pecchia e Vincenzo Zollo.
“Ceramiche Popolari”, sostenuta da Regione Marche, Fondazione Cassa di
Risparmio di Pesaro, resterà aperta fino al prossimo 30 ottobre e sarà
visitabile dalle 10 alle12 e dalle 15 alle 18. Lunedì chiuso. Biglietto
4 euro. Riduzioni per gruppi e bambini.
Info: 0722.313151 |
Prodotti tipici ed Artigianato
Gastronomia e menù tipici
- Piatti dell'antica tradizione marchigiana e prodotti locali
La cucina di Urbania mantiene un gusto antico, miscelato dalle abitudini gastronomiche
delle regioni più vicine, come Romagna, Toscana e Umbria.
Il tartufo è la vera ghiottoneria della zona, va
gustato crudo nei crostini, nelle tagliatelle, nel risotto, in frittata e
sopra delicate carni di produzione locale. Anche se la stagione di
produzione di quello bianco pregiato è da ottobre alla fine di dicembre, il
tartufo si trova tutto l'anno. Sono infatti diverse le specie che, a seconda
del periodo, si possono reperire dal sottosuolo: dal bianchetto, al tartufo
nero pregiato, allo scorzone nero tipico estivo, passando per il
tartufo nero d'inverno fino al moscato.
Nelle trattorie dell'antica Casteldurante è molto
richiesta la "coradella d'agnello" cotta con le budelline. Fra i primi
ricordiamo la minestra con i ceci, i passatelli e cappelletti in brodo, le
tagliatelle con fagioli, con l'umido di carne o con il particolare sugo di
piccione.
C'è inoltre un primo piatto, ormai raro, chiamato le "lumachelle
della duchessa", confezionato con strisce di pasta rigate su pettine di
telaio e cotte in brodo con l'aggiunta di "grissilli" (interiora di pollo).
Arrosti misti, piccione con la riempitura, coniglio in porchetta e
soprattutto le lumache, elaborate a lungo nel sugo con erbe aromatiche, sono
tra i migliori secondi.
Ottimi compagni del pasto sono i "crostoli", sorta di
piadina all'uovo sfogliata con strutto, oltre che le "baggiane" e le "bruseghe"
(misti di verdure e ortaggi). Ricordiamo poi la crescia brusca e dolce di
Pasqua.
In autunno troverete nelle trattorie i deliziosi funghi
in gratella e i piatti tipici dell'Appennino, come cacciagione di cinghiale,
lepre e tordi. Fra i dolci da assaggiare il "bostrengo" dai tanti
ingredienti, ricco e scuro, invernale, oltre ai rari "bastoncelli" (sottili
dolci all'anice cotti in un ferro a volva) e infine i biscotti col mosto e i
ciambelloni.
I vini della zona sono bruschi e leggeri, meglio
affidarsi ai classici "Bianchello del Metauro" e al "Sangiovese dei Colli
Pesaresi" o agli altri noti marchigiani.
Tra i prodotti tipici spiccano: la "Casciotta di
Urbino", il Formaggio di Fossa, il "Pane di Chiaserna", la "Carne di
Vitellone Marchigiano" e due vini il "Santangiolino" e il "Visner" (entrambi
dolci). Non vanno dimenticati prosciutti e salami locali, formaggi,
confetture.
|
radar
In autostrada:
-
per raggiungere Urbania si percorre l'autostrada A14 (Bologna - Canosa) fino
al casello di Fano, da qui si prosegue verso Urbino. Prima di arrivare ad Urbino
si gira al bivio per Fermignano e poi si seguono le indicazioni per Urbania.
-
per chi arriva da Roma autostrada A1 fino a Orte, poi statale 204 sino ad
immettersi sulla 3 bis per Perugia che si percorre fino a Bosco, poi statale 298
per Gubbio, quindi statale 3 Flaminia per Cantiano, Cagli, Acqualagna: da qui
indicazioni per Urbania.
-
per chi proviene dalla Toscana occorre
passare da Arezzo.
|