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Viaggi in camper alla ricerca di feste, sagre, eventi, manifestazioni, folclore, fiere, mostre e mercatini in provincia di Roma

Segnalazioni e/o integrazioni in merito sono libere e vanno inviate a CamperWeb possibilmente munite di comunicati stampa ed immagini. Qualora gli organizzatori intendano completare la segnalazione con un link alla propria URL sara' sufficiente inviarcene comunicazione.


Di seguito vengono riportate numerose possibilita' di sosta per i colleghi camperisti: instancabili viaggiatori in camper che condividono un turismo itinerante dalle indimenticabili ed uniche esperienze di vita. Pertanto, qualora intendiate viaggiare in camper, vi invitiamo ad una attenta lettura del sottostante elenco che, tra  l'altro,  fornisce molti dettagli sia per brevi itinerari in camper che per una lunga vacanza in camper.

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http://www.provincia.roma.it/

Carchitti  Pro Loco

Affile

Municipio Via Monte Duomo, 3 - 0774.808004 Pro Loco gmposcetti@tin.it
da Roma km 76
Viaggiare e visitare in camper

Il paese è posto su una dorsale collinare del versante meridionale dei Monti Affilani, che lo separano dalla riva sinistra del fiume Aniene. L'origine del toponimo (che nel tempo si trova citato in forme diverse ma comunque abbastanza affini: Effide, Efide, Afile e infine Affile) non è accertata.
L'insediamento abitativo risale all'epoca preromana (VI-V secolo a.C.), come evidenziano alcuni blocchi di pietra, ruderi di antiche mura poligonali. La successiva fortificazione fu opera degli Equi, popolo bellicoso, acerrimo nemico di Roma, alla cui potenza in ascesa tuttavia dovette soccombere.
Quando Affile divenne colonia romana, nel 135 a.C., fu costruita la grande cisterna (la cosiddetta "cicerara"), sulla quale nel X secolo sappiamo fu edificata una Chiesa, detta appunto supra cisternam, dedicata a Sant'Angelo. Questa venne distrutta quando, con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, l'Italia tutta e in particolare i territori vicino a Roma furono presi d'assalto dalla prima di una lunga serie di cariche devastatrici di popolazioni barbariche che si susseguirono per secoli: i Vandali, i Goti e i Longobardi.
Nel 494 soggiornò ad Affile Benedetto da Norcia, che qui compì il primo dei suoi miracoli, ricomponendo un vaso rotto dalla nutrice.
La fama che ne conseguì costrinse il giovane a lasciare il paese e a proseguire il suo cammino in cerca dell'isolamento spirituale desiderato. Il resto è noto. In un seguito di vicende, il futuro santo darà vita al Monastero di Subiaco (o sublacense): a partire dal X secolo tale Abbazia acquisterà sulla zona un vastissimo dominio di tipo feudale, che la vedrà spesso in contrasto con i feudatari dei luoghi già incastellati. Anche su Affile dunque si estese la "lunga mano" del Monastero, che iniziò a imporre alla cittadina il suo dominio sotto l'abate Leone III (923-961); questi poteva contare anche su una notevole forza militare, indispensabile per controllare il vasto territorio a lui affidato.
Il celebre Castello di Affile risale all'anno 1000 e uno dei suoi più illustri signori fu Ildemondo, capostipite della famiglia di Alessandro IV. Ma a quei tempi la Signoria del Castello era schierata a favore dell'Impero e il paese fu spesso terreno di scontri causati dalla lotta per le investiture: ricondotta all'obbedienza papale dall'intervento delle truppe pontificie guidate nel 1116 dallo stesso papa Pasquale II, l'anno successivo, con un apposito decreto, Affile tornò sotto Subiaco. Nel 1176 l'abate Simone trasferì i diritti su Affile al Monastero di Santa Scolastica, al quale rimasero fino al XV secolo.
Nel 1456, infatti, Callisto III, per porre fine ai dissidi provocati dalla guida, a volte troppo severa, dei monaci dell'Abbazia, ai quali si era ribellata la stessa Subiaco, decise di affidare la conduzione del Monaster6 e dei suoi feudi a un abate "commendatario" - dal latino commendare, "affidare" -, un'alta personalità religiosa, ma estranea all'Abbazia.
Durante il pontificato di Paolo IV; quando questi reagì muovendo guerra contro l'Impero che aveva riconosciuto la Riforma protestante, Affile venne occupata dalle truppe del duca di Alba. Alla vista dell'esercito spagnolo davanti alle sue mura, il papa si affrettò a concludere una pace con Filippo II, e di conseguenza Affile fu sgombrata. Rientrato a far parte dei domini dello Stato Pontificio, il paese ne fece parte fino all'Unità d'Italia.
Affile ospitò molti personaggi celebri, tra cui alcuni cardinali: nel 1640 vi soggiornò monsignor Altieri, il futuro papa Clemente X, e nel 1773 il cardinale Braschi, che divenne poi papa Pio VI. Merita una visita la Chiesa di San Pietro, costruita nel XV secolo su un antico tempio romano e decorata da pregevoli affreschi, tra i quali quello che illustra il miracolo del vaso risanato; sembra che per diversi secoli tale vaso rimase esposto sul portone del sacro edificio.
Nel cimitero annesso alla Chiesa è sepolto Rodolfo Graziani, che si ritirò ad Affile dopo il processo per collaborazionismo.

marzo Sagra della polenta e degli zasicchi
.
agosto Festa della Madonna del Giglio
Ricorda lo scampato pericolo dal terremoto del 1759, quando gli abitanti di Affile, radunati in preghiera davanti a un immagine della Madonna appena fuori dal paese, videro le scosse cessare improvvisamente e i gigli intorno, da scoloriti e pallidi, divenire bianchi e rigogliosi. Sul luogo fù eretta una cappella chiamata della Madonna del Giglio.
.  1^ domenica
settembre Sagra del vino cesanese
Omaggio al vino affilano, da gustare specialmente nella varietà dolce.
.  1^ domenica
ottobre

Sagra del Fallone.
Una ghiotta occasione per degustare in piazza questa antica pietanza preparata con farina di granoturco, salsiccia e verdure; si gusta ancora calda. In programma anche balli, canti e giochi in piazza fino a tarda sera.
.  2^ domenica

Sagra dell'uva
1^ domenica

novembre

Festa patronale di santa Felicita
.
  3^ decade (giorno 23 ~)

Cinghiale, "Fallone" e Vino.
Tre giorni di sagre mangerecce ad Affile che tengono il piccolo paese del sublacense in festa per un lungo fine settimana. Venerdì, nel pomeriggio, Sagra del Cacciatore, con apertura di stand con prodotti locali, distribuzione di rigatoni con cinghiale e balli folcloristici. Sabato, nel pomeriggio, Sagra del fallone con "erbi". Il fallone è un cibo tradizionale locale, una specie di focaccia contadina che si ottiene impastando farina gialla, acqua tiepida e sale, cotta in forno a legna e imbottita di verdure profumate che andrebbe mangiata ancora calda. La terza sagra è quella del Fiasco e del Barile per celebrare l'ottimo vino cesanese prodotto nella zona che si svolge per tutta la giornata della domenica a cominciare dalla mattina quando verranno aperti stand per la degustazione di prodotti locali in particolare del cesanese. Nel pomeriggio, dopo la premiazione dei migliori vini affilani, manifestazione musicale. Verso sera nuova distribuzione del fallone e brindisi finale.
.  2^ meta' del mese

Affile Maps Google

m 684 slm

Agosta

Municipio Via S. Martino, 40774.809027 / 809161
EPT Roma   06.488991

da Roma: km 64

Viaggiare e visitare in camper

Il paese, situato nell'alta Valle dell'Aniene su un costone di roccia calcarea alle falde occidentali dei Monti Simbruini, fa derivare il suo nome da un'antica sorgente, l'Aqua Augusta, cosl chiamata in onore di Ottaviano Augusto che nell'11 a.C. ne fece confluire le acque nell'Aqua Marcia, oppure da aqua hausta (acqua bevuta).
I primi abitanti del territorio su cui sorge Agosta furono Italici; i Latini vi si stanziarono nel X secolo a.C., poi subentrarono gli Equi, soppiantati nel IV secolo a.C. dai Romani che, in epoca repubblicana, edificarono grandiosi acquedotti per convogliare le acque dell'Aniene nell'Urbe sempre più bisognosa di rifornimenti idrici.
Ne1272 a.C. fu iniziato l'Anio Vetus, nel 144 a.C. si avviarono i lavori per la costruzione dell'Aqua Marcia. Dopo la caduta dell'Impero Romano anche Agosta, come tutti i centri della Valle dell'Aniene, subì i saccheggi prima dei Longobardi poi dei Saraceni.
L'incastellamento di Agosta avvenne tra il X e l'XI secolo, contemporaneamente a quello di tutti i centri della zona appartenenti, come Aqua Augusta, al Monastero di Subiaco. Per tutto il Medioevo Agosta fu coinvolta nelle lotte feudali: i "feudatari" da cui era contesa erano gli abati di Subiaco da una parte e i vescovi di Tivoli dall'altro. Ai primi spettava la giurisdizione temporale sulla cittadina, ai secondi quella religiosa.
Quando l'Abbazia di Subiaco fu affidata a un "commendatario", il feudo di Agosta passò dai Colonna ai Borghese e quindi, fino al 1738, ai Barberini: in quell'anno infatti cessò la consuetudine di assegnarlo a un membro della famiglia papale. Nel 1870 tutto il territorio gravitante attorno all'Abbazia fu annesso allo Stato italiano.
Ad Agosta sono visibili i resti del Castello e del borgo medievale, e una delle porte che chiudevano le mura (l'attuale Porta di Santa Maria). La settecentesca Parrocchiale di Santa Maria Assunta, edificata su un tempio cimiteriale più antico, ha una struttura tipicamente neoclassica; caratteristico è il Campanile, che ha aspetto romanico nella torre e arabizzante nella cupola a cipolla.
Lungo la Via Sublacense è il Santuario della Madonna del Passo, venerata dagli abitanti di Agosta fin dal 1615, quando l'immagine della Vergine guarì miracolosamente una contadina che, invasata dal demonio, non riusciva a camminare: da questo episodio deriverebbe il nome "Madonna del Passo". In quella località, pochi giorni prima della fine del secondo conflitto mondiale, furono trucidate 15 persone tra le quali cinque agostani. In località La Porta sorge l'Arco del Cardinale, costruito nel 1503 in onore del cardinale Giovanni Colonna.
L'economia di Agosta è basata sull'agricoltura, che produce ottime visciole. Tuttavia, la vicinanza del paese a Roma ha favorito il pendolarismo degli abitanti.

agosto

Festa dell'Assunta
Comprende il rito dell'Inchinata, tradizionale in questa come in altre zone della campagna romana: le immagini di Cristo e della Vergine, recate da due diverse processioni per le strade del paese, si incontrano e si "salutano" con un inchino.
.  giorno 15

Festa patronale di Sant'Agostino
Il primo giorno la statua del patrono viene trasportata dalla Chiesa al Palazzo Comunale, il giorno seguente fa il suo ritorno nella Chiesa parrocchiale.
.  3^ decade

agosto / settembre

Sagra della rana
Sagra dei fagioli
Sagra degli strozza preti

settembre

La sagra delle trote
Alla visita di papa Pio II ad Agosta; nel settembre 1461, è legata la prima "sagra delle trote" (che ancora oggi abbondano nel letto dell'Aniene vicino ad Agosta). Pio II, in vacanza a Tivoli, era stato invitato da Giovanni Torquemada, il primo commendatario dell'Abbazia di Subiaco: si trattava di un importante segnale di distensione nel quadro delle ostilità tra Subiaco e Tivoli per il possesso di alcuni territori della Valle dell'Aniene, tra cui Agosta. Il papa aveva espresso il desiderio che il pranzo gli fosse servito all'aperto, vicino a una sorgente d'acqua.
Per il pontefice e la sua corte fù allestito un sontuoso banchetto vicino al laghetto sottostante al Castello. Molti dei fedeli accorsi a rendere omaggio a Pio II entrarono nelle acque del fiume, dando vita a una estemporanea gara di pesca alla trota in suo onore.

ottobre

Festa della Reposizione
E' una celebrazione di carattere essenzialmente religioso. Nel 1330 fu rinvenuta su una roccia un immagine miracolosa di una Madonna che liberò una indemoniata. E ogni anno si ricorda l'episodio esponendo e visitando la Madonna del Passo a partire dall'8 settembre. Il 29 ottobre la statua della Vergine viene "reposta" nella sua nicchia con grande partecipazione popolare.
.  ultima domenica

ricorrenze

Venerdi'  Santo - Processione del Cristo Morto
Per l'occasione
vengono legate le campane ed i fedeli sono chiamati alle funzioni e alla processione dai suoni, quasi dei lamenti, e dei grachii prodotti dalle “racanelle”, specie di girelle, e dalle “gnaccule”, tavole con ferri laterali che vengono strofinate fra loro. La notte parte la processione alla luce dei “Lantemuni”, faci, ovvero grandi fiaccole, accese presso le croci poste ai tre ingressi della cittadina. Info 0774.809161.

Agosta Maps Google

m 382 slm

Albano

< 20 Regioni >  <  1000 Emozioni >

  Albano in pillole 

 

Albano Maps Google

SOSTA CAMPER

Allumiere

Municipio Piazza Repubblica, 29 - 0766.96010 / 96200 / 966743

ricorrenze

Carnevale allumierasco
Con sfilata di carri allegorici
luglio Festa della Madonna di Lourdes
In Contrada La Bianca, la sera del sabato, dopo la Messa, si festeggia con una spettacolare processione di fiaccole accompagnata dalla Banda musicale. La Domenica trascorre tra Caccia al Tesoro, corse di cavalli, giochi umoristici, gara tra poeti che recitano improvvisando e spettacoli musicali.
Info 0766.966734.
.  1° fine settimana

Sagra della bistecca
penultima domenica

Festa della birra
Si svolge nel campo sportivo. In concomitanza si organizza la Gara degli Sbandieratori.
.  ultima domenica

agosto Palio dei Rioni e Corsa dei Somarelli
Agostino Chigi, ricco banchiere Senese appaltatore delle miniere di allume della Reverenda Camera Apostolica, nel 1600 volle riproporre una tradizione della sua città anche se in scala minore (infatti fu scelto il somaro per ricordare il faticoso lavoro che questi animali svolgevano trainando i carri carichi di allume).
La manifestazione si svolge nelle giornate di sabato e domenica: durante la prima ogni contrada offre rinfreschi, musica e balli. Il giorno seguente si svolge la gara tra i sei Rioni di Allumiere:  S. Antonio, Polveriera, Ghetto, Burò, la Bianca e la Nona, ciascuno con i suoi colori portati da quattro somarelli.
Caduta in disuso, la manifestazione fu ripristinata nel 1964: si inizia con una sfilata storica in costume ed in serata il rione che ha vinto ospita i festeggiamenti (banchetti, musica e fuochi d'artificio fino a notte tarda).  Info  0766.96010 - 966743.
.  3° domenica
settembre I festeggiamenti in onore della Protettrice si organizzano ogni 5 anni: Grandi e solenni manifestazioni religiose in onore della Madonna delle Grazie. Inoltre il programma prevede, dal 20 agosto all'8 settembre, una serie di appuntamenti popolari quali giochi in piazza, gli spettacoli musicali e gran finale pirotecnico.
.  1^ decade (giorno 8 ~)
ottobre Festa d'autunno  e  Sagra del pane giallo
Un fine settimana con un binomio storico-gastronomico per gustare castagne, miele, funghi, carne maremmana, maiale, pane locale di grano duro e tartufo. Un appuntamento autunnale legato ai sapori e ai frutti che la terra offre in questo periodo e che coinvolge tutti gli abitanti della zona.
.  3^ decade
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

. Il Fabbricone - La residenza comune dei minatori dell'allume. Un lungo edificio a tre piani degli inizi del XVI secolo.
. Il Palazzo della Camera apostolica - Residenza dei papi.

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SOSTA CAMPER

Anguillara Sabazia

< 20 Regioni >  <  1000 Emozioni >

  Anguillara Sabazia 

 

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SOSTA CAMPER

Anticoli Corrado

Municipio  Via Giorgio Bertoletti, 1 - 0774.936318  -  http://www.anticoli-corrado.it

da Roma km 58

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Nella zona dove attualmente sorge il paese esisteva un insediamento degli Equi che poi furono sconfitti dai Romani (388 a.C.), divenendone una colonia. Anticoli Corrado è situato quasi al confine con l'Abruzzo, su uno sperone roccioso dei Monti Ruffi, che dominano la Valle dell'Aniene.
Il paese nacque come castellum, cioè come villaggio fortificato, quando, dopo il crollo dell'Impero Romano, le popolazioni si rifugiavano in posizioni elevate cercando di scampare alle incursioni barbariche. Questo insediamento allineava le sue costruzioni lungo il ciglio del costone per migliorare la difesa, formando così la rocca che ancora oggi costituisce il nucleo storico.
Il nome del paese deriva da Ante colles e da quello del conte Corrado di Antiochia che fu il signore feudale nel XIII secolo. Prima ancora, il "Castello de Anticulo" è nominato in un atto del 997 nel quale papa Gregorio V attribuisce varie proprietà al Monastero di Subiaco, tra le quali appunto Anticoli, che poi perderà nell'XI secolo. Due volte in guerra con Tivoli, il feudo passa poi agli Antiochia.
Alla metà del XV secolo, sotto Martino V (al secolo Oddone Colonna), Anticoli diviene possedimento della famiglia del pontefice, e i Colonna lo conserveranno, sia pure con qualche intervallo dovuto alle confische da parte di altri pontefici. Nel XVII secolo ai Colonna di Paliano si sostituiscono gli Sciarra Colonna. Per tutto il XVIII secolo Anticoli vede peggiorare le proprie condizioni economiche a causa delle sempre più pesanti gabelle imposte dallo Stato Pontificio e pertanto una buona parte della popolazione migra verso l'Urbe, alla ricerca di un lavoro più remunerativo di quello agricolo.
Le donne anticolane, già famose per la loro bellezza, nella prima metà dell'Ottocento vengono anche "scoperte" dai pittori italiani e soprattutto da quelli stranieri, che nel Grand Tour si inoltravano nella campagna romana alla ricerca di paesaggi e suggestive atmosfere campestri. Tra di loro vi sono anche Camille Corot, che in Agostina (1886) ritrae probabilmente una giovane donna del paese, e il suo amico Nino Costa, precursore dei macchiaioli e legato ai preraffaelliti inglesi e agli impressionisti francesi.
Tra questi artisti e la popolazione del luogo si instaurano rapporti cordiali e addirittura affettuosi, come testimonia il pittore Augusto Corelli in Un paese immaginario: Anticoli Corrado (1918): "Trovammo negli abitanti di Anticoli una cordialità ed una gentilezza impareggiabili, di cui eravamo incantati".
Nel 1917 si recò ad Anticoli anche Pablo Picasso e Felice Carena ogni estate vi trasferiva la sua scuola di pittura. Anche Arturo Marini vi si recava spesso. Il Museo Comunale d'Arte Moderna, che ha sede nel Palazzetto Brancaccio, raccoglie un gran numero di opere eseguite ad Anticoli dai moltissimi artisti che vi hanno soggiornato. Nel paese vivono e lavorano tuttora pittori italiani e stranieri, che hanno trasformato in atelier le stalle.
La rocca medievale comprende il Palazzo Baronale, la Chiesa parrocchiale di Santa Vittoria e il Palazzetto Brancaccio. Questi edifici hanno subito nel tempo varie trasformazioni, soprattutto nel periodo barocco. L'espansione del paese, avvenuta a valle nel XVII e XVIII secolo, costringe ad accedere alla rocca salendo una strada scalinata, la Via Maggiore, che trae origine dalla porta omonima.
La Chiesa cimiteriale di San Pietro, di origine romanica (XI secolo), fu edificata invece all'esterno della rocca, ed è probabilmente il più antico monumento del paese.
Fuori dall'abitato sorge la Chiesa della Madonna del Giglio, gravemente danneggiata nel corso della Seconda guerra mondiale e in seguito restaurata.

agosto

L' Inchinata
Le effigi di Maria e di Cristo in processione, incontrandosi si salutano.
.  girono 15.

settembre

Festa della Madonna del Giglio
Si celebra, insieme a quella di san Rocco, con una solenne processione e spettacolari fuochi d'artificio, seguiti dalla "Festa della marmotta", gigantesco pupazzo di carta multicolore che viene incendiato tra canti e balli: dall'andamento delle fiamme i contadini traggono auspici per il raccolto. Nell'occasione si possono gustare i "cazzaregli" pasta fatta con farina di grano e granturco.
.  domenica successiva al giorno 8

dicembre

Festa patronale di santa Vittoria
La santa protettrice si celebra con grande partecipazione popolare.
.  3^ decade (giorno 23 ~)

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m 508 slm

Anzio

Municipio Piazza Cesare Battisti, 25 - 06.984991 - AAT - tel. 06.9848135

Roma km 57

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Addossata a un promontorio che interrompe, a circa 57 km a sud di Roma, la piatta monotonia della costa tirrenica che si sviluppa dalla foce del Tevere al Circeo, Anzio deve sia la sua origine sia il suo straordinario sviluppo a questa favorevole posizione.
L'origine del toponimo rimanda al mito: secondo la tradizione greca, Anzio fu fondata da Anteo, figlio di Ulisse e della maga Circe, mentre secondo il ciclo troiano la città fu fondata da Ascanio, figlio di Enea, nello stesso periodo in cui questi fondò Albalonga. In seguito la cittadina divenne talmente florida da attirare l'attenzione dei Volsci, che la conquistarono nella prima decade del V secolo. Resti del "vallo volsco" sono quanto rimane della cintura di sbarramento costruita intorno ad Antium nel periodo della loro occupazione.
Favorevole punto di partenza per incursioni in tutta l'area del Mediterraneo, aveva la sua forza nel porto, detto Caenon, ed era divenuta una pericolosa avversaria della potenza crescente di Roma.
È in questo periodo, alla metà del V secolo a.C., che si colloca la leggendaria figura {immortalata da Shakespeare) di Gneo Marcio, detto Coriolano dopo la sua vittoria su Corioli. A causa di contrasti con i tribuni romani, Coriolano si trasferì ad Antium divenendone il comandante. Quando decise di muovere guerra a Roma, la tradizione racconta che fu fermato dalla madre Veturia e dalla moglie Volumnia e da queste convinto a desistere dal tradire la sua patria.
Rientrato ad Anzio, fu condannato come traditore.
Nel 338 a.C. il console Marco Furio Camillo conquistò la città e Roma vi fondò una colonia. Come simboli della vittoria ottenuta i Romani portarono via i rostri di alcuni navi della potente flotta nemica e ne ornarono la tribuna del Foro, che da allora fu detta "tribuna rostrata". Pattigiana di Cornelio Silla durante la guerra civile, Antium fu distrutta dalle truppe di Caio Mario nell'87 a.C.
Verso la fine dell'età repubblicana la cittadina divenne un luogo di villeggiatura molto amato dai patrizi: Cicerone, Mecenate, Lucrezio si fecero costruire splendide ville sulla costa. Anche gli imperatori la predilessero: Augusto fu proclamato qui Padre della Patria, Caligola avrebbe voluto farne la capitale dell'Impero, Adriano ne lodava le bellezze. Anche Nerone, che vi era nato, costruì a picco sul mare una meravigliosa villa nella quale sono state rinvenute straordinarie opere d'arte {come l'Apollo del Belvedere, il Gladiatore Borghese e la Fanciulla di Anzio), e vi fece costruire un porto semicircolare, opera di raffinata ingegneria marittima che contribuì notevolmente a incrementare il commercio e quindi la prosperità di Antium.
A testimonianza dell'importante ruolo della cittadina in epoca romana resta il complesso del Parco archeologico, che comprende il Porto di Nerone, di cui sono ancora visibili i due moli e l'area dei magazzini (conosciuti come le "grotte di Nerone") oltre ai resti della villa imperiale, di cui restano alcune mura, frammenti di pavimentazione a mosaico, dell'impianto di riscaldamento del calidarium, delle terme e di un criptoportico noto come 'biblioteca di Domiziano'.
Ad Anzio fu edificato, tra gli altri, un Tempio della Fortuna, cui era annesso un celebre e frequentatissimo oracolo. L'espansione della religione cristiana fece perdere importanza a tale Tempio e il paese, dopo la caduta dell'Impero romano, si ridusse progressivamente ad un piccolo centro di pescatori, continuamente assalito dai pirati che assalivano le coste laziali. I pochi cittadini rimasti si rifugiarono a Nettuno, in una fortezza precedentemente costruita e dedicata al dio Nettuno. Testimonianza dell'insediamento che darà vita a Nettuno è la torre medievale che sorge sulla costa a poche miglia.
Feudo degli Orsini nel XII secolo, Anzio passò poi ai Colonna, che lo rivendettero alla Reverenda Camera Apostolica nel 1594. Anzio risorse nel XVII secolo, quando papa Innocenzo XII, costretto da una tempesta a sbarcare, con grande difficoltà, nei pressi, riconobbe l'assoluta necessità di costruirvi un porto. Anche se il progetto dell'esperto di idraulica Alessandro Zignaghi {preferito a quello dell'architetto Carlo Fontana che proponeva la ricostruzione di una darsena del Porto neroniano), portò alla costruzione di una struttura che si riempiva continuamente di sabbia, la zona cominciò a ripopolarsi. Molti cardinali fecero edificare ad Anzio le loro residenze estive, tra cui Villa Adele (sorta nel 1615 come 'rifugio' del cardinale Cesi e ora sede del Museo Civico, della Biblioteca Comunale e del Museo dello Sbarco), Villa Susina (fatta realizzare nel 1740 dal cardinale Corsini e poi ceduta ai principi Aldobrandini di Sarsina) e Villa Albani (1735, oggi sede di un ospedale), in cui Pio IX soggiornava ogni estate.
Nel XVIII secolo le coste laziali erano ancora flagellate da corsari e proprio per ovviare a questa situazione sorsero nella zona numerose torri di avvistamento come Tor Vaianica, Tor San Lorenzo, Tor Caldana, Torre Astura. Già Innocenzo XII, nel XVII secolo, aveva fatto costruire un Fortino "per timore dei corsari, dove ha principio ed attacco il molo nuovo coll'antico". Solo nel 1881, con i Trattato del Bardo, in base al quale la Tunisia divenne protettorato francese, il fenomeno della pirateria si attenuò fino a scomparire e l'attività portuale di Anzio riprese, portando nuovo benessere alla cittadina.
Frattanto, per sanare l'erario dello Stato Pontificio, nel 1831 Gregorio XVI aveva rivenduto il feudo ai principi Borghese. Negli anni 1851-55 Pio IX fece erigere la Chiesa matrice dei santi Pio e Antonio, consacrata nel 1858. Nel 1857 Anzio divenne, per decreto pontificio, Comune autonomo e tale rimase anche passando al Regno d'Italia. All'inizio del XX secolo divenne una delle più eleganti località di villeggiatura italiane, arricchita di raffinati edifici in stile liberty.
Il 22 gennaio 1944 le truppe anglo-americane comandate dall'ammiraglio Lowry sbarcarono ad Anzio per aggirare la resistenza tedesca sulla linea di Cassino, dando inizio a una delle più sanguinose campagne della Seconda guerra mondiale, conclusasi con la liberazione di Roma. I caduti alleati riposano nel cimitero di guerra inglese sulla Via Nettunense. Sulla riviera di ponente si erge la statua di 'Angelita', la bimba senza nome trovata sola e disperata sulla spiaggia da un soldato, e morta poco dopo, colpita da un proiettile insieme alla nurse della Croce Rossa che se ne era presa cura.
Sulla litoranea Ostia-Anzio si estende la suggestiva Riserva naturale di Tor Caldara. Le sorgenti di acqua sulfurea calda (le 'caldane' da cui prese il nome la Torre) sono da ascriversi a fenomeni tardo-magmatici.

marzo

Settimana velica internazionale
Si svolge antistante il porto la competizione valevole come regata preolimpica.
.  2^ quindicina

aprile

Settimana velica internazionale
La manifestazione, ospitata da Anzio ormai da più di venti anni, fa parte di un circuito di gare internazionali che, negli anni precedenti le Olimpiadi, sono valevoli per le qualificazioni.

giugno

Processione del mare e sagra del pesce
Per la festa del Santo il sabato sera suggestiva processione a mare con barche addobbate e illuminate e Messa con distribuzione di pane benedetto. La domenica, giochi a mare, gruppi folcloristici, gare di pesca sportiva, spettacoli musicali e d'arte varia. A notte, fuochi d'artificio. Una caratteristica manifestazione di molte localita' del litorale laziale, con processione di barche che trasportano la statua del santo patrono. Inoltre Sagra del Pesce, freschissimo e fritto in un gigantesco padellone nella zona Porto per poi essere distribuito ai presenti. La serata è allietata da un complesso musicale.
.  sabato e domenica piu' vicini al 13

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino Antiquariato Artigianato e Hobbistica
Via Neroniano.  Info 06.9846573.
.  3^ domenica del mese

Mostra Mercato
Produzioni ittiche enogastronomiche locali.
.  1^ decade di ottobre

Fiera dei golosi
Mostra mercato dedicata agli appassionati di dolci, cioccolato e prodotti da forno.
.  2^ decade di ottobre

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Riserva Naturale Tor Caldara
Nella Riserva sono presenti numerose sorgenti sulfuree dovute alla risalita dei gas vulcanici dalle radici periferiche dell'antico vulcano laziale. Tra le specie floristiche piu' rappresentative troviamo esemplari notevoli di  sughera, quindi il leccio, l'orniello e la farnia. Al riparo delle chiome dei lecci, sopravvive un popolamento di felce florida, essenza dell'aspetto preistorico che colonizza gli ambienti umidi e che costituisce il vero tesoro botanico dell'area protetta. La fauna che popola le numerose nicchie ecologiche del territorio annovera una varieta'  di uccelli e insetti.

Da visitare

- Le sorgenti sulfuree (dovute alla risalita dei gas vulcanici dalle radici periferiche del vulcano laziale).
- I numerosi resti di costruzioni romane e la suggestiva Tor Caldara, edificio di avvistamento eretto dagli abitanti nel 1560 per difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni.
- L'antico teatro romano.
- Le ville di Anzio: da quella imperiale che Nerone volle edificare sulla costa laziale a quelle nobiliari che hanno fatto la storia della cittadina come Villa Adele (con annesso il Museo dello sbarco alleato), Villa Albani e Villa Sarsina.

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Arcinazzo Romano

Municipio Viale San Giorgio snc - 0774.808006
da Roma km 77
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Incastonato fra gli altissimi Monti Affilani, Arcinazzo Romano è il centro più elevato della Valle dell'Aniene.
Un tempo si chiamava solo Ponza, nome che gli derivava forse da una gens Pontia che aveva vasti possedimenti nel territorio oppure dalla presenza di numerosi esuli dell'isola di Ponza, invasa dai Saraceni. Un'altra origine del toponimo è suggerita da un affresco del chiostro del Monastero di Santa Scolastica, a Subiaco, che raffigura i castelli soggetti all'Abbazia: lo stemma di uno di essi riporta un ponte, dal quale potrebbe derivare il nome Ponza.
Nel 1892, per distinguerla dall'isola omonima, le fu aggiunta la specificazione 'di Arcinazzo' che si fa risalire ad Arx Martii, "rocca di Marzio", patrizio romano che possedeva terre nel sublacense, o ad Arcinia, una concubina di Claudio che qui possedeva una villa.
Testimonianza dell'insediamento romano sono i resti della Villa di Traiano, che si trova a circa 6 km dal paese. Tale edificio, composto di terrazzamenti e di varie costruzioni, è oggetto di dibattito da parte degli archeologi, divisi nell'attribuirla ad Adriano (sulla base della datazione di alcune monete ritrovate in sito) o a Nerone (a seguito di recenti rinvenimenti che hanno riproposto un'ipotesi che per lungo tempo si era avanzata). È certo, in ogni caso, che Pio VI fece abbondante uso del materiale proveniente dall'antica villa per costruire la Chiesa di Sant'Andrea di Subiaco.
In età medievale anche Arcinazzo, come tutti gli altri insediamenti della Valle dell'Aniene, fu invasa dalle orde barbariche, che colpirono soprattutto i monasteri e le loro proprietà.
Le prime notizie del Castello di Ponza si hanno nel 923; alla metà dell'XI secolo signore di Ponza e Affile era Ildemondo, capostipite della famiglia di papa Alessandro VI. Ildemondo fu a lungo in contrasto con l'abate di Subiaco Giovanni V, che chiese aiuto al pontefice Pasquale II per riportare Ponza sotto il dominio dell' Abbazia.
Nel 1176 Alessandro III assegnò definitivamente all'Abbazia Ponza e Affile e da allora le sorti dei due paesi rimasero a lungo legate. Nel 1435 Ponza ed Affile assediarono e rasero al suolo Roccasecca, sui Monti di Roiate, per punire le continue scorrerie dei suoi abitanti nei paesi vicini.
Dalla fine del XVII secolo, Ponza d'Arcinazzo passò definitivamente sotto il controllo dello Stato Pontificio.
Dal 1892 il paese ha assunto la denominazione attuale. Il monumento di maggior pregio è la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, di origini medievali (sorse poco dopo l'incastellamento) e più volte rimaneggiata. Il portale, aggiunto nel 1629, proviene dalla Villa cosiddetta di Traiano sui Piani di Arcinazzo.
Il paese attrae i turisti per il clima fresco d'estate e ben esposto d'inverno, quando si riempie grazie anche alla sua vicinanza alle stazioni sciistiche di Monte Livata, Campo Catino e Campo Staffi.

aprile Festa patronale di San Giorgio
Nell'occasione si svolgono una processione, una fiera e un'affollata corsa podistica - penultima domenica.
agosto Il  ballo della Vecchia Signora
Si tiene sull'altipiano: dall'oscurità emerge un fantoccio, alto cinque metri, attorno al quale si balla mentre scoppiano girandole ed esplodono botti; pian piano esso prende fuoco e scompare.
giorno 15
ultima domenica ottobre
 
prima novembre

Sagra del marrone
Gli intervenuti possono degustare questi frutti, la cui produzione nella zona è diffusissima e di gran qualità. Nel corso delle tre giornate abbiamo: venerdì si aprono gli stand gastronomici, c'è musica bandistica e si timbrano le tele per una gara di pittura estemporanea; sabato è dedicato, oltre a convegni e riflessioni sulla produzione locale, alla degustazione di marroni e al ballo in piazza; domenica degustazione gratuita dei marroni, musica bandistica, discoteca in piazza. Si chiude con il Ballo della Signoraccia.

ricorrenze

Rappresentazione vivente della Nativita'
In dicembre il giorno 25 ed ancora in gennaio nei giorni 1 e 6. Centoventi figuranti traversano il centro storico con un percorso di un chilometro circa, mentre nei vicoli e negli angoli del paese si ripropongono antichi mestieri e usi ambientali dell'inizio del secolo.

Venerdi'  Santo
Processione del Cristo Morto

Arcinazzo Romano Maps Google m 831 slm

 

Ardea

Municipio  Via G. Garibaldi snc - 06.91380001
da Roma km 35
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Il giovane Comune autonomo di Ardea, che sorge su un pianoro di tufo tra due valli alluvionali, nasce in pieno 'miracolo economico', nel 1971. In precedenza il suo territorio era aggregato in parte ad Aprilia e in parte a Pomezia. Quando il territorio di Pomezia (bonificato nel ventennio fascista), grazie alle agevolazioni previste per le aree a sud di Roma, diventa un importante polo industriale, anche Ardea ne beneficia allargando, in un veloce processo di urbanizzazione, l'estensione del suo abitato.
L'Ardea preromana ha origini mitiche, narrate nell'Eneide da Virgilio, che racconta della giovane greca Danae, la quale, avendo concepito un figlio illegittimo da Giove, venne rinchiusa in una cassa dal padre adirato insieme al neonato; scampando miracolosamente alla morte, approdò sulle coste laziali. La fortunata giovane sposò poi il re del luogo Plitumno, fondando con lui la nuova cirtà.
L'origine etnica del paese rimanda ai Rutuli che, disseminati in piccoli gruppi, nell'XI secolo a.C. riuscirono, grazie all'importante posizione geografica del territorio, a fare di Ardea un prezioso nodo di scambio commerciale e culturale con l'Etruria. Nel V secolo a.C. la città, che faceva parte della Lega Latina, era cosi forte da riuscire a respingere il tentativo di conquista da parte di Tarquinio il Superbo. Il trattato di pace che ne consegui fu utile per Roma, che potè contare sull'aiuto dei Rutuli quando questi, dopo aver respinto l'assedio dei Galli, alla guida del loro comandante Furio Camillo liberarono l'Urbe che invece ne era stata occupata. Segui un periodo di ostilità con Roma, dalla quale Ardea subì continue ritorsioni. La crisi politico-economica creatasi con il tempo rese paludoso e malsano il territorio e Ardea si spopolò. Importanti sono i resti di età arcaica: gli aggeri difensivi, la cinta muraria del IV secolo a.C. e i santuari ardeatini (quattro templi, due sull'Acropoli e due sulla Civita Vecchia), oltre all'area sacra del Colle della Noce.
Nel primo Medioevo le invasioni barbariche costrinsero la popolazione a rifugiarsi nel sopraelevato castrum Ardeae, che intorno all'anno Mille divenne possedimento dei monaci benedettini di San Paolo, il cui abate apparteneva alla potente famiglia Caetani. Testimonianze medievali sono la Chiesa di Santa Marina, appena fuori dell'abitato, e la Chiesa Parrocchiale di San Pietro: la prima mostra gli affreschi che la decoravano ormai quasi del tutto scoloriti; la seconda: è stata pressoche completamente rifatta nella prima metà del XX secolo.
A partire da11200 le famiglie aristocratiche romane la governarono a turno: i Savelli, gli Orsini, i Colonna, i Cesarini. Il Castello, costruito dai Colonna nel XV secolo e poi detto Palazzo Sforza Cesarini perchè questa famiglia vi abitò successivamente, era una fortezza di rifugio per gli abitanti; gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, è in totale stato di abbandono.
Nel XVI secolo la campagna intorno ad Ardea era il rifugio preferito dai briganti, tanto che il papa dovette ordinare di abbattere tutta la boscaglia circostante che dava rifugio ai malfattori.
Oggi l'economia di Ardea si regge sulla piccola imprenditoria, sul commercio e sul turismo stagionale.

La virtù di Lucrezia
Si narra che all'assedio di Ardea il figlio di Tarquinio il Superbo, Sesto, e suo cugino Collatino, mentre banchettavano, iniziarono a discutere sulla virtù delle proprie mogli. Ognuno affermava che la sua era più virtuosa dell'altra e allora decisero di verificare cosa le proprie consorti stessero facendo. Scoprirono così che, a sera inoltrata, la moglie di Sesto stava ancora banchettando, mentre la moglie di Collatino filava con le sue ancelle. La più virtuosa era quindi Lucrezia, moglie di Collatino, e questo fece andare su tutte le furie Sesto, che per vendicarsi dello smacco subito, approfittando che Collatino era in giro per l'accampamento, s'introdusse di notte nella tenda di Lucrezia e la violentò. Per l'offesa subita Lucrezia si uccise. Questa falsa tradizione storiografica mirava a confermare l'immagine di Tarquinio come personaggio violento e prepotente.

maggio

Festa di santa Marina e Palio delle Contrade
Si inizia nella giornata di sabato, nel quartiere Montagnano, con la presentazione delle Contrade e gonfaloni dei partecipanti al Palio e sfilate in abiti d'epoca. Domenica, nel primo pomeriggio, Corsa del Palio delle Contrade a cui seguono la premiazione ed altre manifestazioni.
. 1° fine settimana

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato
Ricordi sotto la Rupe
Pittura, scultura, artigianato artistico ed altro.
2^ domenica del mese
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Museo Manzù
Conserva le opere donate allo Stato italiano dal grande scultore morto nel 1991, e che risiedette nella città per quasi trent'anni.

Giardini della Landriana
Creati dall'amore per la natura dei Marchesi Gallarati Scotti, in primavera ospitano una mostra mercato di giardinaggio.

Da gustare
La "minestra rutula"; le frittelle dolci "boccacce" e il Vino novello Donnardea.

Ardea Maps Google

SOSTA CAMPER

Ariccia

Piazza San Nicola snc - 06.934851

da Roma km 25

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A metà strada fra i Laghi di Albano e di Nemi, su uno sperone di roccia vulcanica, sorge Ariccia, una delle più famose cittadine del comprensorio dei Castelli Romani.
I primi insediamenti sono dell'Età del Ferro, mentre l'organizzazione urbana risale all'VIII - VII secolo a.C., quando Aricia era una delle più importanti città del Lazio antico e centro propulsore del gruppo delle città della Lega Latina, che si riuniva nel santuario dedicato a Diana.
Nella battaglia di Aricia (VI secolo a.C.) le città della Lega stroncarono i tentativi di espansione degli Etruschi nel Lazio meridionale. La Lega Latina cercò a lungo di contrastare anche Roma, ma capitolò nel IV secolo a.C.: la Lega fu sciolta definitivamente, ma Aricia fu trattata con grande rispetto dai Romani, che le conferirono la piena cittadinanza. La città arcaica occupava il sito della vecchia cittadina che si vede in alto, sullo sperone di roccia.
La creazione, nel 312 a.C., della Via Appia, della quale Aricia costitui' la prima stazione di posta, ne spinse lo sviluppo verso il basso, lungo la nuova strada, ai lati della quale sorsero monumentali edifici sepolcrali, edificati dalle famiglie più illustri. Grazie alla Regina Viarum, Aricia divenne un importante municipium, meta di villeggiatura degli aristocratici, tra i quali l'imperatore Augusto.
Il periodo romano, oltre ai resti dei monumenti funebri, lascia diversi ruderi che si snodano fino ad uno slargo sul quale si trova un arco di peperino, popolarmente detto Basto del Diavolo e che costituiva l'antica porta d'accesso alla città. Presso il campo sportivo di Ariccia le rovine dette 'Muracce' sono i resti della villa dell'imperatore Vitellio.
D'altra parte, nel Medioevo fu proprio la Via Appia a facilitare le incursioni dei barbari, che nell'827 rasero al suolo la cittadina, costringendo gli scampati a ritirarsi verso l'acropoli dell'antica città romana.
Nel 981 il castrum era feudo dei Conti di Tuscolo, poi dei Malabranca che, dove oggi sorge Palazzo Chigi, costruirono una torre di difesa, trasformata poi in un castello medievale dai Savelli che ebbero il feudo da papa Onorio III Savelli. Nel 1661, per i troppi debiti accumulati, la famiglia fu costretta a vendere il feudo ai Chigi, la casata del pontefice allora regnante, Alessandro VII. Il papa, entusiasta del nuovo stile barocco in voga, affidò a Gian Lorenzo Bernini - che si avvalse anche dell'aiuto di Carlo Fontana - quella radicale reimpostazione urbanistica e architettonica, che ha fatto di Ariccia un modello unico di armonia. In particolare, il castello medievale dei Savelli fu trasformato in una fastosa dimora barocca.
Nel 1664 il nipote di Alessandro VII, il cardinale Flavio Chigi fu inviato in missione diplomatica alla corte di Francia, e il soggiorno nella capitale francese incise profondamente sui suoi gusti, facendogli maturare l'idea di far decorare i palazzi di famiglia secondo l'uso francese. Artisti di fama internazionale resero il palazzo di Ariccia una gemma che ancora oggi riflette con i suoi affreschi il fasto di un periodo tra i più emozionanti della storia dell'arte.
Per facilitare il percorso verso Ariccia, ancora costituito dal vecchio tracciato della Via Appia, Pio IX fece costruire un gigantesco viadotto, inaugurato nel 1854. Fatto saltare dai Tedeschi in ritirata per evitare l'avanzata delle truppe alleate, il ponte, dopo vari interventi, è stato riaperto definitivamente al traffico nel 1968.
È difficile citare in poco spazio le meraviglie storiche e architettoniche che offre Ariccia. Oltre alle splendide opere del Bernini, segnaliamo il Parco e le grotte del brigante Gasperone, il celebre bandito che nel 1825 aveva tentato di impadronirsi della città.
Alla fine del XX secolo, una serie di interventi della Cassa del Mezzogiorno ha permesso ad Ariccia di divenire uno dei poli della piccola industria nella provincia di Roma.

luglio

Festeggiamenti per Sant'Apollonia
Sabato, verso sera, grandiosa processione con la scenografica macchina del Bernini trasportata dai Cavalieri. Dopo la Messa solenne, tradizionale fiaccolata. Intorno alle 22, di solito si svolge la "Sagra delle Cannacce", un tipo di pasta grossa locale, con cocomerata, musica bandistica e spettacolo pirotecnico. Domenica, mercatino di venditori ambulanti nel centro storico e la sera spettacolo musicale.
ultimo fine settimana

settembre

Sagra della porchetta
Sagra della porchetta - Ariccia - Roma - CamperWeb
La sagra conta oltre cinquanta anni. Per l'occasione si riuniscono tutti i porchettari della regione per offrire la carne profumata di erbe aromatiche insieme a fette di buon pane casareccio e vino locale. Si narra che il leggendario Ippolito, cacciato dal padre Teseo da Atene a causa delle ingiuste accuse della matrigna Fedra, nel suo peregrinare finì in una selva dei Colli Albani. Qui incontrò una ninfa, Aricia, della quale si invaghì, ne ebbe un figlio e dette origine alla città a cui impose il nome dell'amata. Questo il mito. Ma che la cittadina vanti una storia antichissima è dimostrato da ritrovamenti databili all'Età del Ferro. In epoca romana era situata lungo il tracciato della Via Appia e divenne importante centro commerciale e religioso, con magazzini, templi, mercati e un foro di cui rimangono notevoli strutture. A partire dall'età medioevale il feudo, chiamato "La Riccia", passò di mano in mano, dai Malabranca ai Savelli, ai Colonna e infine, intorno alla metà del Seicento, ai Chigi. Questi iniziarono immediatamente la sistemazione della città affidandone il progetto a Gian Lorenzo Bernini il quale, da quel genio dell'architettura che era, ridisegnò il Borgo, sistemò Palazzo Chigi e ideò una scenografica Piazza di Corte chiudendola con una splendida chiesa a pianta centrale. I lavori furono eseguiti per la maggior parte da Carlo Fontana collaboratore di spicco del grande Gianlorenzo. Ariccia ebbe da allora quella sua caratteristica di centro armonioso e unitario che ancora oggi conserva. Intorno alla corte dei Chigi si sviluppò un notevole fervore culturale con particolare attenzione per le belle arti e le ricerche archeologiche. Oggi Palazzo Chigi, che conserva all'interno parte dell'arredamento originale e opere di artisti famosi quali il Baciccia, Salvator Rosa, il Marotta, il Cavaliere d'Arpino, è in parte visitabile e ospita spesso attività musicali e letterarie che convogliano verso la cittadina un tipo di turismo qualificato.
.  nel mese

ottobre

Sagra della porchetta
È dedicata alla degustazione del maialino al forno che costituisce la specialità culinaria per cui Ariccia è famosa nel mondo, oltre che per gli ottimi vini.
.  3^ decade

dicembre

Processione della Signorina (domenica di Pentecoste)
Una solenne sfilata commemora la fine della pestilenza del 1656. Una fanciulla di Ariccia, vestita di bianco e accompagnata dalle "torciere", che indossano abiti secenteschi tramandati da madre in figlia, guida il corteo che dal Santuario di Santa Maria di Galloro reca l'immagine della Madonna all'abitazione del "festarolo" che la custodirà fino all'8 dicembre successivo.

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino Artigianato e Antiquariato
Dalle ore 7 alle ore 21 prodotti artigianali ed oggetti antichi.
.  3^ domenica di ogni mese
Cultura e turismo in camper
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Parco Regionale dei Castelli Romani
Via Cesare Battisti, 5 – 00040 Rocca di Papa (RM) – 06.94.95253
Il Parco si estende sui colli Albani, antichi resti di un edificio vulcanico noto come Vulcano Laziale. Il suolo fertile, unitamente ad un clima alquanto umido, diede origine a grandi foreste di faggio che fino al XVIII sec. ammantavano gran parte del rilievo. A testimonianza di questo rivestimento, oggi in gran parte sostituito da consorzi boschivi misti, rimangono elementi vegetali come l'agrifoglio, il tiglio, il nocciolo.

Palazzo Chigi
.

Viaggi e degustazioni in camper

La porchetta di Ariccia
Prelibato maialino cucinato allo spiedo, aromatizzato con sale, pepe, aglio e finocchio selvatico e servito in fette.

Ariccia Maps Google

m 412 slm

Arsoli

Municipio Piazza Martiri Antifascisti, 1 - 0774.920006 / 3 Pro Loco 0774.920290  Info  - Info 

da Roma km 60

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A ridosso del Parco Nazionale d'Abruzzo, tra i Monti Simbruini e i Sabini, nella Valle del Bagnatore in cui scorre l'Aniene, alle pendici dei Monti Lucretili troviamo Arsoli, antico insediamento degli Equi durante il V - IV secolo a.C. Intorno al III secolo a.C. i Romani conquistatori vi portarono numerosi coloni che chiamarono la città arxula, "piccola rocca".
Ai primitivi abitanti sconfitti fu concessa la cittadinanza romana, ma senza diritto di voto. La notevole abbondanza d'acqua della zona permise la costruzione degli Acquedotti Claudio e Marcio, che nel I secolo d.C. risolsero in parte i problemi idrici di una Roma assetata e in continua espansione.
Con la decadenza dell'Impero Romano e le successive invasioni barbariche, il territorio si spopolò e fino agli ultimi anni del X secolo non si hanno più notizie dell'abitato. Le prime riappaiono nel 997, quando viene citato un castello chiamato Arsule, di proprietà dei benedettini di Subiaco. San Benedetto vi aveva costruito uno dei suoi dodici monasteri, quello di Sant'Andrea, raso poi al suolo dai Longobardi. Ricostruito come castello, Arsoli fu ceduto nel 1280 dai Benedettini alla famiglia dei Passamonti, cui apparteneva il famoso condottiero Amico d'Arsoli, che si batte' con straordinario coraggio a difesa della Repubblica di Firenze attaccata dal principe d'Orange.
Proprietà degli Orsini e poi dei Colonna, il feudo passò agli Zambeccari. Questi ricevettero un paese 'svuotato' dalla peste e dalle truppe di Carlo V; che vi avevano creato una piazzaforte. Nel 1574 il possedimento fu venduto ai Massimo, una delle più antiche e stimate famiglie dell'aristocrazia romana, che ne decisero l'acquisto su consiglio di san Filippo Neri, amico e confessore di famiglia. I nuovi proprietari si preoccuparono subito di migliorare le condizioni dei cittadini e di restaurare il Castello e la Chiesa di San Lorenzo, la più grande del Paese, che nel 1579 ospitò l'assemblea che preparò lo Statuto del 1584 concesso dai Massimo. Vennero costruiti l'Acquedotto di Fonte Petricca e la Fontana di Piazza Valeria.
La terribile pestilenza del 1656 non risparmiò Arsoli, i cui abitanti in soli tre mesi furono ridotti da 900 a 145.
I Massimo tuttavia non si persero di coraggio e, impiantando una serie di attività come la lavorazione della pelle, della lana e dell'argilla, riuscirono a ripopolare il paese. Creati prima marchesi e poi principi, i membri di questa illustre e generosa famiglia ricevettero l'onore delle visite di Giacomo III d'Inghilterra, che fu ospite del Castello di Arsoli nel 1733, e di papa Gregorio XVI, che vi si recò nel 1834. Nel 1938 il principe ereditario Umberto di Savoia sostò ad Arsoli durante una visita alla cugina Adelaide di Savoia Genova che aveva sposato il principe Leone Massimo.
Attualmente il Castello Massimo, che risale al IX secolo, è a disposizione di tutti gli eredi Massimo che gentilmente ne consentono la visita. Dopo l'armistizio che segui' il secondo conflitto l'edificio fu occupato da un comando tedesco, che vi rimase fino al giugno 1944. Nel corso dei secoli, il Castello è stato restaurato più volte. L'intervento più importante è stato eseguito da Giacomo della Porta, che ha lasciato la sua impronta sopratutto nella Chiesa del Santissimo Salvatore, compresa nel complesso del Castello e impreziosita da una tela attribuita al Domenichino.
Da ricordare anche che Marco Benefial, un pittore di scarsa fortuna in Roma, ma che ebbe successo nel resto dell'Italia, fu chiamato nel 1774 ad eseguire nel Castello un ciclo di affreschi rappresentanti le quattro virtù cardinali.
Coraggio e lealta'
Queste sono le doti che il nobile Amico Pasamonti ha lasciato in eredità agli Arsolani. Forte, generoso e incapace di ogni forma di slealtà, al fianco di Francesco I nella famosa battaglia di Pavia, questo indomito condottiero corre in difesa di Firenze assediata dagli Spagnoli.
Luogotenente di Francesco Ferrucci, è accanto a lui fino a quando, sanguinante, non crolla sopraffatto dagli avversari. Marzio Colonna, che combatte' con gli Spagnoli, lo compra per 600 ducati: non per liberarlo, ma per infierire su di lui che, legato e già coperto di mille ferite, viene scannato come un vitello. Quali che fossero i torti ricevuti dal suo avversario, certo è che il Colonna verrà da questo episodio ricoperto di vergogna, mentre la sua vittima indosserà il manto della gloria. E gli Arsolani erediteranno da lui una nomea da esibire con orgoglio.

giugno

Palio dell'Amico
È stato istituito nel 1997, nel millenario della fondazione di Arsoli. I quattro borghi si contendono la riproduzione della spada del grande condottiero e si svolge un imponente corteo storico.
.  ultimo fine settimana

agosto

Festa patronale di san Bartolomeo
Si svolge ogni anno a partire dal 1630.
.  3^ decade (giorno 24 ~)

Sagra della Fagiolina Arsolana
Si allestiscono vari stand nella piazza principale nei quali viene distribuita la “fagiolina" preparata secondo antiche ricette. Ottime le "ciciarchiole", zuppe di fagioli con pasta di grano duro offerte in tegamelle di coccio. Tombolata, danze e canti.
4^ domenica

settembre

Sagra della fagiolina arsolana
2^ domenica

novembre

Per … Bacco - Festa del vino nuovo
Si svolge nel piazzale del Castello Massimo questa festa di beneficenza organizzata dall’Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) di Arsoli in collaborazione con il Comune e in favore della CARITAS. In questa occasione ci saranno visite guidate al castello, pranzo tipico nel piazzale, stand gastronomici e vino. L’Associazione Culturale Leone Massimo, che gestisce il castello, sostiene questa iniziativa devolvendo il totale degli incassi delle visite al castello in beneficenza. Inf. 348.3128945.
.  2^ domenica

dicembre

La pasquella degli Arsolani
Questa festa di dicembre della Pasqua porta solo il nome. Si tratta in realtà della festa
in onore della Vergine di Guadalupe, che salvò il paese dalle distruzioni dell'ultima guerra. L'effige della Madonna è d'importazione, fu portata infatti da un gesuita messicano nel 1874. Dopo la messa vengono distribuiti bicchieri di vino e ciambelle.
.  2^ decade (giorno 12 ~)

Arsoli Maps Google

m 470 slm

SOSTA CAMPER

Artena

Municipio Via del Municipio, 11 - 06.95191001

da Roma: km 44

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Arroccata sul fianco settentrionale dei Monti Lepini, nella Valle del Sacco, sorge Artena, un paese dalle origini antichissime.
All'interno dell'Acropoli medievale, sul Piano della Civita, si riconoscono, infatti, i resti di una delle città più stupefacenti del Lazio antico: un abitato esistente almeno sino dal VI secolo a.C. e che delinea una forma urbana grandiosa, fiorita tra gli ultimi anni del IV secolo e i primi decenni del III secolo a.C. La città fu creata realizzando un superbo progetto che ovviasse all'impervia irregolarità della vetta montana. Una cerchia di mura poligonali, lunghe più di 2,5 km, circonda con straordinaria spettacolarità l'alto del monte, racchiudendo uno spazio di oltre 30 ettari. Eppure, di una città così notevole, che marca con la sua inconfondibile presenza il cuore del Lazio, non si conosce il nome antico. È accettato, tuttavia, che essa fu sconfitta da Roma nel 404 a.C., e che poi divenne un centro romano ben collegato all'Urbe grazie alla Via Latina, alla Labicana e all'Appia.
Sviluppatosi nel Medioevo come castello fortificato con il nome di Montefortino, nel XII secolo il paese divenne feudo dei conti di Tuscolo e nel XIII secolo passò ai conti di Segni, che ne restarono in possesso fino al 1495, data in cui fu espugnato dal re di Francia Carlo VIII, che lo affidò ai Colonna. A questo periodo risale la costruzione della Chiesa di Santo Stefano. Ma questa nobile famiglia, in continuo contrasto con la Chiesa, causò nel 1557 la distruzione del paese, che venne fatto radere al suolo da papa Paolo IV, acerrimo nemico dei Colonna. Dopo la morte di Paolo IV; questi riottennero il feudo e il paese iniziò faticosamente a risorgere, anche grazie all'opera della marchesa Vittoria Colonna. La Parrocchiale di Santa Croce fu ricostruita proprio in quel periodo, come pure la Chiesa del Rosario.
Nel XVII secolo una profonda crisi economica costrinse però la famiglia a vendere il feudo al cardinale Borghese, nipote di papa Paolo V; che finalmente riuscì a dargli un lungo periodo di tranquillità. Sotto la sua guida intelligente e grazie al suo mecenatismo, Montefortino venne abbellito e dotato di un nuovo piano regolatore. Palazzo Colonna fu ricostruito e vennero realizzate la Porta Borghese, che con il suo arco schiacciato è divenuta il simbolo della città, e la chiesa e il Convento francescano di Santa Maria del Gesù. Nel 1707, a causa delle lotte di successione spagnola, Artena fu occupata dalle truppe austriache, che dovette alimentare con grandi sacrifici. In epoca napoleonica, il signore di Montefortino Marcantonio Borghese appoggiò i Francesi, dai quali venne nominato senatore della Repubblica Romana.
Dopo l'Unità d'Italia, le lotte contro lo strapotere del clero e contro i proprietari terrieri crearono il fenomeno del brigantaggio. Poiché nei boschi intorno a Montefortino i banditi trovavano sicuri rifugi, il paese fu accusato di favorirli. Nel 1873, per cancellare questa immagine negativa, il paese cambiò il suo nome in Anena, in omaggio a quello più plausibile attribuito alla città volsca che sorgeva in cima al monte.
Oggi la cittadina vive di piccolo artigianato, agricoltura e terziario.

gennaio

Carnevale di Sant'Antonio.
Si inizia al mattina con spari a solve e la santa messa con la tradizionale benedizione degli animali mascherati cui segue la premiazione della maschera più divertente. Nel primo pomeriggio si potra' assistere ad una sfilata di carri allegorici, gruppi mascherati, banda musicale e majorettes.  Info 06.9517408.
.  3^ domenica

maggio

Festa della Madonna delle Grazie
L'immagine delta Madonna delle Grazie viene portata in processione insieme a grandi crocifissi di legno inseriti in una struttura di canne intessuta di asparagi selvatici e fiori.
.  3^ o 4^ domenica

luglio

Festa patronale di Santa Maria Maddatena
Nel corso dei solenni festeggiamenti, nel centro storico viene allestita anche la Fiera Città di Artena.
.  3^ decade (giorno 22 ~)

agosto

Palio delle Contrade
Il torneo tra i rioni storici di Artena è una grande attrazione per la popolazione del luogo e per i turisti.
.  metà mese

settembre

Sagra dell'agnello
.
 1^ domenica

Artena Maps Google

m 420 slm

Bellegra

Comune di Bellegra: 06 9561801 - 06 95618034 Pro Loco di Bellegra :  Grotte dell'Arco Bellegra (RM)
da Roma: km 61
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In posizione elevata sul Monte Celeste, tra le Valli dell'Aniene e del Sacco, Bellegra, chiamata Civitella fino al 1880, si trova al centro di uno splendido anfiteatro naturale, fra castagneti, ulivi e piantagioni di fichi.
Le mura perimetrali di Bellegra sono state edificate in due epoche diverse e quindi mostrano due differenti tipologie. La prima, del VII secolo a.C., è costituita da grossi blocchi di pietre irregolari, la seconda è composta da blocchi regolari e aderenti fra di loro, disposti in linee orizzontali (mura ciclopiche). Di epoca romana sono i ruderi, in opus cementicium, della cosiddetta Cistemola, sicuramente databile anteriormente al II secolo a.C. Si trattava probabilmente di un raccoglitore di acqua piovana.
Un documento del 967 di Ottone I, attribuendone il possesso all'Abbazia di Subiaco, cita per la prima volta questo luogo come Civitella, probabilmente da civitas Vitellia, di cui parla Tito Livio, divenuta poi Civitella San Sisto in onore del suo protettore Sisto II (martirizzato dai Romani nel III secolo), e infine Civitella di Subiaco.
Probabilmente anche Civitella fu incastellata nello stesso periodo degli altri centri del territorio, e cioè tra I'XI e il XII secolo, ma appare citata come castrum solo a partire dal 1230, in un trattato fra i suoi feudatari e l'abate Lando. Il paese fu per secoli, come tutti quelli che gravitavano intorno all'Abbazia di Subiaco, al centro di aspre contese fra gli abati e i feudatari, tanto che la sua rocca venne più volte distrutta e ricostruita.
Le prime notizie, dopo il Medioevo, sono del 1604, e ci giungono dagli atti di una causa fra l'abate Ascanio Colonna e gli abitanti della cittadina, che pretendevano la molitura gratuita nei mulini dell'Abbazia. Fu stabilito il privilegio, in cambio di 31 rubbi di grano annui.
Dal 1870 la storia di questo paese è quella comune del territorio. Nel 1880 il consiglio comunale, dopo una serie di disguidi causati dall'omonimia con altri paesi, ne muta il nome in Bellegra, da una Belecre degli Equi citata da Giuseppe Marocco, studioso di storia locale.
La Chiesa di Santa Maria e San Nicola, di epoca barocca, fu restaurata dopo la Seconda guerra mondiale, mentre I'attuale Chiesa di San Sisto è stata edificata al posto della vecchia, demolita nel 1972, che era stata il primo luogo di culto cristiano di Civitella. A circa due chilometri dal paese sorge il Convento di San Francesco, il cui primo nucleo risale al XIII secolo e che fu probabilmente fondato in occasione di una visita del santo di Assisi a Subiaco.
Il paese è dedito alla coltura dei vitigni e degli ulivi, con i cui frutti si produce un olio noto per lo scarso tenore di acidità. Notevole anche la produzione di fichi, in particolare dei fallacciani, una qualità molto gustosa e pregiata.

Le mura ciclopiche
La storia dei favolosi Pelasgi, i creatori delle città dalle mura ciclopiche nel Lazio, è purtroppo avvolta in un passato troppo nebuloso per filtrarci qualche informazione storicamente sicura su questa affascinante popolazione.
L'unica cosa certa è che i Pelasgi furono detentori di una tecnologia straordinaria, che permise loro di utilizzare le alture naturali per fare dei loro abitati fortezze imprendibili.
E talmente imprendibile.fu questo popolo, che i suoi paesi furono conquistati non dalla guerra, ma dalla pace romana, quando tutto il loro territorio venne occupato e di conseguenza non ebbe più alcun senso la sua difesa.

giugno Infiorata del Corpus Domini
Le strade vengono tappezzate di fiori che compongono vari quadri.
luglio Sagra del fallacciano
Questa particolare varietà locale di fico, molto apprezzata dai buongustai, viene proposta ai visitatori su fitte di pane casareccio, accompagnato da prosciutto, secondo un uso diffuso a Roma e provincia.
.  
ultima domenica
agosto

Festa patronale di san Sisto II
I festeggiamenti in onore del Papa martire, che comprendono una solenne processione, sono legati alle tradizioni contadine del territorio e hanno luogo quando i lavori dei campi vengono sospesi per la pausa estiva.
.  1^ decade

ottobre Sagra della castagna
Festa gastronomica con stand dedicati alle caldarroste, bruschette vino e olio di qualità.
.  ultimo fine settimana
dicembre Sagra della Bruschetta all´olio d´oliva e del Cinghiale
Un fine settimana per partecipare ad una doppia sagra entrata ormai nella tradizione delle festività bellegrane, tanto da essere considerata una delle più importanti manifestazioni, un appuntamento annuale per moltissimi turisti romani e non, alla ricerca e riscoperta di antiche tradizioni e del gusto dei piatti locali. Verranno servite bruschette con olio giovane, primi e secondi piatti a base di cinghiale. Inoltre viene allestita una Mostra mercato di artigianato, stand di prodotti locali e musica allieteranno le due giornate di festa.  Info  Guido Ficorella -  340 4733894.
1^ decade

Mercatino di Natale
La Pro Loco, definita la Citta' dei Panorami per i suoi a 815 metri di altezza tra la Valle del Sacco e la Valle dell’ Aniene, organizza l'annuale mercatino natalizio in stile tirolese con casette di legno addobbate e disposte lungo la via principale della loalita'.  In esposizione prodotti artigianali locali, artigianato, oggettistica e prodotti tipici. La visita puo' essere effettuata nei fine settimana di dicembre e fino all'epifania. Faranno da cornice vari spettacoli di musica popolare e stand gastronomici di prodotti tipici locali rigorosamente fatti a mano secondo le antiche ricette tradizionali. Nei pomeriggi di apertura prevista anche l’offerta di caldarroste e vin brulè preparati al momento. Info Pro Loco 333.3431144 - www.comune.bellegra.roma.it

Bellegra Maps Google m 815 slm

Bracciano

Municipio Piazza IV Novembre, 6 - 06.99840001 / 99803079 Pro Loco   06.99806018

da Roma km 39

Viaggiare e visitare in camper

Bracciano è il più importante dei tre paesi che si affacciano sul lago che porta il suo nome. Il toponimo deriva probabilmente dal nome di una famiglia di feudatari, la gens Braccia.
La presenza etrusca nell'area è documentata da alcune tombe venute alla luce in località Colonnette. Successivamente i Romani posero sull'importante Via Clodia una stazione di posta, intorno alla quale sorse Forum Clodii, un piccolo centro situato nei pressi del luogo dove ora è la Chiesa di San Liberato. Questo agglomerato urbano si espanse intorno al nodo commerciale presumibilmente nel I secolo a.C. e fu sede della praefectura Claudia fino al II secolo. Forum Clodii fu sede vescovile fino al VII secolo, ma successivamente altri agglomerati sorti intorno al lago la spopolarono.
Il primo documento relativo al territorio di Bracciano è del 988 e parla dell'affitto di un terreno nei pressi del lago. Nella campagna sorgeva un fortilizio circondato da casolari agricoli, posti sotto la protezione dei Prefetti di Vico. Questi feudatari tendevano a estendere la loro influenza tra la Toscana e il Lazio e mantennero il possesso dei territori di Bracciano fino ai1407.
Trent'anni più tardi la dinastia dei Prefetti di Vico si estinse: l'ultimo suo esponente, Giacomo, fu infatti decapitato nel Castello di Soriano dal cardinale Giovanni Vitelleschi, che era il braccio armato di papa Eugenio IV. Gli Orsini, allora, subentrati come nuovi padroni del fortilizio sul lago, continuarono ad acquistare territori limitrofi, espandendo il possedimento. Napoleone Orsini e il figlio Gentil Virginio trasformarono in elegante maniero fortificato il vecchio fortino. Le alterne vicende della famiglia Orsini furono determinate dal diverso atteggiamento dei Pontefici nei loro confronti.
Sisto IV soggiornò a Bracciano nel 1478 per sottrarsi all'epidemia di peste che infuriava a Roma e concesse agli Orsini vari privilegi, mentre con il suo successore Innocenzo VIII iniziarono una serie di scontri armati, che portarono il papa a invadere e saccheggiare Bracciano.
Nel 1497 Gentil Virginio Orsini, reo di aver ospitato Carlo VIII giunto in Italia per conquistare il Regno di Napoli, fu scomunicato e morì a Castel dell'Ovo, a Napoli, dove era prigioniero.
Nel 1522 Paolo Giordano Orsini concesse uno Statuto agli abitanti di Bracciano. Tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo Paolo Giordano II, coltissimo e di idee liberali, esentò i Braccianesi dalle tasse più pesanti e da alcuni obblighi militari. Quindi la dinastia subì un progressivo declino, fino al punto che Flavio Orsini vendette all'asta il feudo nel 1696 alla famiglia Odescalchi, che ne è rimasta proprietaria fino ai giorni nostri, a parte la parentesi degli anni 1803-1848, quando il feudo passò temporaneamente ai Torlonia.
Lo splendido Castello Odescalchi rappresenta uno degli esempi più affascinanti dell'architettura militare. Le mura di pietra scura, rinforzate da sei torrioni, delimitano un'area quadrangolare, orientando verso il lago la facciata del Castello. Dal camminamento esterno sopra le mura si gode una vista spettacolare del lago, con tutti i paesi vicini, fino ai Monti Sabini e al Soratte. Sul cortile interno, con una scala munita di tettoia sorretta da capitelli corinzi, si affaccia un portico a doppio ordine. Di qui si accede a un gruppo di sale, tra le quali una affrescata dagli Zuccari. Nella 'camera papalina', affrescata da Taddeo Zuccari, fu alloggiato Sisto IV. Nel Castello gli stemmi degli Orsini e dei Medici compaiono spesso vicini, come, ad esempio, negli affreschi dello 'studiolo'.
La 'camera Umberto I', con la decorazione del soffitto attribuita ad Antoniazzo Romano, ospitò per una notte il re, nell'anno 1900.
Nel borgo rinascimentale, l'area più antica di Bracciano, troviamo la Parrocchiale di Santo Stefano, costruita probabilmente sull'antica cappella privata del fortilizio medievale dei Prefetti di Vico. Il campanile risale al XVI secolo, ma la facciata è del 1785.
La Chiesa di Santa Maria Novella, che in seguito fu scorporata dal Convento degli agostiniani, subì anch'essa svariate ristrutturazioni; al suo interno conserva dipinti del XVIII e XIX secolo, ma il chiostro risale alla costruzione originale del XVI secolo.
Altre chiese d'interesse storico sono la Chiesa della Misericordia, la Chiesa della Visitazione voluta da Flavio Orsini, la Chiesetta della Madonna del Riposo con i suoi affreschi della scuola romana tardorinascimentale, la Chiesa di Santa Lucia degli Agricoltori, con una tela attribuita alla scuola del Maratta. Tra il 1630 ed il 1636 fu edificato l' attuale Palazzo Comunale.
Bracciano è sede della Scuola d'Artiglieria, che specializza ufficiali, sottoufficiali e militari. Le ampie strutture portano alla cittadina molti vantaggi economici, anche se il turismo rimane la voce più importante della sua economia, e ha dato nuovo impulso al tradizionale artigianato locale.
Il Lago di Bracciano che dà il nome al paese, era chiamato dai Romani Sabatinus lacus, in riferimento alla mitica città di Sabate che sorgeva sulle sue sponde e che poi sprofondò dentro il lago. Di origine vulcanica, è il secondo lago del Lazio. Ha una estensione di 57.500 kmq, con una profondità massima di 165 metri. Il suo emissario è il fiume Arrone, che si trova nei pressi di Anguillara e sfocia vicino a Fregene. Una chiusa costruita nel XVIII secolo mantiene costante il livello delle sue acque e regolamenta l'acquedotto voluto da Paolo V per rifornire d'acqua il Vaticano. Già Traiano aveva fatto costruire un acquedotto le cui acque dissetavano a Roma le zone di Trastevere e il Gianicolo, oltre a quelle dell'antica Via Clodia. Distrutto dalle invasioni barbariche, fu ricostruito nel 791 da papa Adriano I e restaurato da papa Paolo V; che fece erigere sul Gianicolo la grande mostra dell'Acqua Paola, alimentata dall'antico acquedotto.

maggio

Fiera dei Terzi
uno spettacolo davvero particolare tra cavalli, butteri e zingari calderari; la giusta occasione per vivere da vicino l’antica  tradizione del cuoio della Tolfa. Tra finimenti, frustini, selle e stivali si trovano anche ferri battuti, terrecotte, utensili per la cucina e arredi da giardino.  Info 06.9984001.
.  giorno 1

agosto

Festa dell'assedio
Agli amanti della storia segnaliamo questa festa in costume e che rievoca l'assedio posto dai Borgia nel 1501. Le due famiglie rivali, Orsini e Borgia, sono rappresentate da due squadre cittadine che gareggiano tra di loro con corse a cavallo e regate sulle acque del lago.
.  ultima domenica

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino Antico Borgo
Il Mercatino mensile con circa 80 espositori di piccoli tesori riguardanti artigianato, collezionismo, rigatteria ed antiquariato, oggettistica anni quaranta e cinquanta. Ha luogo nella piazza antistante il Castello Odescalchi  (Centro Storico) - escluso luglio ed agosto)
.  2^ domenica del mese

Il sabato del villaggio
Mercatino dello scambio e vendita, oggettistica, piccolo antiquariato e modernariato. Solo il sabato.
.  3° sabato del mese

ricorrenze

Presepe vivente
Rappresentazione della Natività in costume d'epoca. Si svolge nei il pomeriggio dei giorni festivi compresi tra il 24 dicembre ed il 6 gennaio.
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Parco Regionale di Bracciano (RM) e Martignano (VT) - Via Aurelio Saffi, 4/a – 00062 Bracciano (RM) – 06.9986627
All'interno di questo territorio ricadono, oltre i due omonimi laghi, anche la Caldara di Manziana e le Pantane e Lagusiello, che tutelano elementi naturali di grande interesse. Il parco presenta una notevole varieta' ambientale, legata alla ricchezza dei grandi sistemi d'acqua dolce ed alla presenza di una vegetazione che, dalla macchia mediterranea, si spinge sino alla faggeta. I laghi costituiscono un elemento rilevante anche sul piano faunistico, con presenze di migliaia di uccelli acquatici mentre i mammiferi, assai meno numerosi, sono rappresentati da specie quale l'istrice, il tasso, il cinghiale.
Il parco organizza con regolarita’ escursioni guidate gratuite alla Faggeta di Oriolo, in battello sul lago, la Caldara di Manziana, la tenuta di Vicarello, le sponde di Martignano.

Da visitare:

- Vestigia del villaggio preistorico in localita' La Marmotta ad Anguillara (RM)
- Area archeologica di Vicarello (RM)
-
Il bosco e la caldara di Manziana (RM), il cui nome deriva dal gergo popolare che assimila questo ambiente a un calderone d'acqua bollente. I resti degli antichi insediamenti etruschi, romani e tardomedievali nel territorio di Manziana (l'antica strada romana in localita' Bottaccio, l'Ipogeo in localita' le Macerine e il Ponte del Diavolo)
- Il Castello Orsini-Odescalchi (fine XVI sec.). Il Palazzo, realizzato a pinata rettangolare con moltissime sale e saloni, e' ricco di stucchi e tempere che ne imprezioniscono le pareti. Molti degli affreschi risentono dell'influenza manieristica dell'epoca e alcuni di loro sono stati attribuiti ad artisti illustri quali Federico Zuccari, Raffaellino da Reggio e il Bertoja. Punto di forza del palazzo e' senza dubbio la Galleria dei Papi, dove e' situata una preziosa raccolta di ritratti di pontefici.  Bracciano (RM)

Oltre a una visita allo stupendo castello, vi consigliamo di recarvi, nella vicina Vigna di Valle, al Museo storico dell'Aeronautica militare, nato nel 1977. Nel Museo si trova esposto il modello in legno della 'macchina volante' di Leonardo da Vinci.

Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazione in camper

La visita a Bracciano è un'occasione anche per assaggiare i gustosi pesci del lago cucinati nei modi più diversi.
 

Bracciano Maps Google

 m 280 slm

SOSTA CAMPER

Camerata Nuova

Municipio   Piazza Roma, 6 - 0774.935024 Pro Loco  Info
Per informazione ed aggiornamenti sante.manu@tiscali.it - 328.9779124.
da Roma: km 76
Viaggiare e visitare in camper

Nel Parco Naturale dei Monti Simbruini, in un territorio fortemente caratterizzato da fenomeni carsici, è situato il paese di Camerata Nuova, nato intorno al 955 come impervio rifugio fortificato per gli abitanti della Valle dell'Aniene; origine, del resto, molto simile a quella di altri Comuni sorti nello stesso periodo.
La valle, infatti, era oggetto di continue contese feudali e documenti risalenti al X secolo ci informano della cessione in enfiteusi della Chiesa del San Salvatore in Camerata da parte dell'Abbazia di Montecassino alla Contea dei Marsi. Il conte Rinaldo, titolare di tale Contea, si trovò in una condizione politica assai favorevole, che gli consentì di proseguire il processo di espansione del proprio territorio iniziato dai suoi predecessori.
Dopo il Medioevo, periodo del quale non ci sono giunte che scarse notizie, il territorio, fino ad allora rimasto nell'ambito dello Stato Pontificio, fu feudo, conquistato o passato di mano, di diverse nobili famiglie.
Un terribile incendio, il 9 gennaio 1859, rase completamente al suolo Camerata. I suoi superstiti, ritiratisi inizialmente sul Colle di Mezzo all'altezza dello sbocco della Valle di Fioio, non ricostruirono l'abitato nell'antica posizione, che si trovava a un'altitudine di ben 1220 metti, ma lo rifondarono in quella attuale. Il contributo personale di 300 scudi da parte del papa Pio IX per la ricostruzione del centro aveva suscitato, in un primo momento, la proposta di attribuire al nuovo insediamento il nome di 'Pio Camerata'.
Tutto ciò che rimane, oggi, dell'antica Camerata è costituito dai resti delle sue mura di cinta, dell'arco di sostegno della Chiesa del San Salvatore, unica reliquia della costruzione, e dai resti di strade e di case abbandonate alla rovina. Nella Parrocchiale di Maria Assunta, è situata la statua di Maria, l'unica reliquia lignea che si pote' salvare dall'incendio dell'antico paese di Camerata.
Nei suoi pressi sorge ancora l'antico Santuario della Madonna delle Grazie, costruito presumibilmente alla fine del secolo XVI, tuttora meta del pellegrinaggio annuale, in occasione della processione del lunedì dell'Angelo.
Camerata Nuova vive sfruttando abilmente i prodotti della sua terra, nonche' di pastorizia. Il suo nuovo territorio, di grande interesse paesaggistico, è particolarmente indicato per escursioni a piedi o a cavallo. Molte scene di nostri film 'western' sono stati girati a poca distanza dal paese.
Per chi ama passeggiare
Il territorio dei Monti Simbruini, vicino al paese, offre agli appassionati escursionisti di media montagna lo straordinario spettacolo di una flora e di una fauna ancora incontaminate. Diversi sono i sentieri naturalistici che gli amanti della natura possono percorrere, su due dei quali, estremamente suggestivi, si è deliziosamente accompagnati dai gorgoglii dei torrenti Corore e Riglioso. Entrambi questi percorsi portano alle sorgenti dell'Aniene.

Assolutamente da visitare, inoltre, sono i ruderi di Camerata Vecchia, che era costruita sulla sommità di un promontorio roccioso, a 1200 metri, e che fu distrutta da un incendio, rievocato ogni anno, in gennaio, dalla Sagra della braciola.

gennaio La Braciolata
Nel 1959, in occasione del centenario dell'incendio del 1859 che distrusse il vecchio paese di Camerata Vecchia, è stata istituita questa caratteristica e suggestiva sagra, che da allora ha luogo ogni anno. Nella piazza dove sorgeva il vecchio castello vengono cotti, su un enorme falò e relativa graticola, succulenti bocconi di castrato locale che vengono poi venduti ai numerosi visitatori unitamente al primo, vino e dolci. Nel pomeriggio musica, ballo della pupazza, fuochi artificiali. Info 0774.924074 / 924031.
.  3^ domenica
giugno Sagra del Raviolo Dolce
Si svolge in contemporanea alla festa del Parco Naturale dei Monti Simbruini.
.  2^ decade
luglio

Sagra della panzanella
.
 3^ domenica

agosto Estate Cameratana
2^ decade
settembre Festa patronale
Si festeggiano Santa Maria della Pietà e Sant'Antonio. In occasione di questo evento si svolge "l'Asta deji attrizzi": si tratta di stendardi, crocioni e macchine che vengono portate in processione per le strade del paese.
.  giorno 8
ottobre

Sagra della salsiccia
Un tempo questo era il periodo durante il quale si macellavano i maiali e cominciava la preparazione di tutti i prodotti realizzati con la loro carne. Per l’occasione, in questo fine settimana, verra’ acceso un grande fuoco sul quale verranno arrostite tante salsicce. Musica in piazza per degustare la specialita’ del luogo ovvero la salsiccia di fegato.  Info 0774.924031.
.  2^ decade

ricorrenze Festa della Madonna delle Grazie.
Caratteristica festa primaverile che si celebra il giorno di Pasquetta. Tutti gli abitanti si recano nella mattinata al Santuario, vicino a Camerata Vecchia. Dopo la messa si sosta sui prati per consumare il pranzo a base di carne di agnello e braciole di castrato cotte sulla brace, "pizze levete" (pizze lievitate), salami e vino.
.  lunedì dell'Angelo
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Il Prato di Camposecco, uno dei piu' suggestivi pianori carsici del Parco.

Camerata Nuova Maps Google m 810 slm  - 

SOSTA CAMPER

Campagnano di Roma

Municipio Piazza C. Leonelli, 15  -  tel. 06. 9041001 / 9041738
Pro Loco – Piazza C. Leonelli, l – tel.  06.9041168

da Roma km 33

Viaggiare e visitare in camper

Campagnano Romano è situato a ridosso del Monte Razzano, ad est dei Monti Sabatini.
Probabilmente il nome Campagnano ha una derivazione geografica riconducibile alla regione Campania, ma più che collegarlo con una popolazione che sarebbe stata deportata in questo territorio dai Romani, sarebbe forse più corretto metterlo in relazione con personaggi di rango senatorio che presentano il cognomen Campanianus, e che compaiono in varie iscrizioni. Se non è possibile attestare una continuità di insediamento nell'attuale centro abitato, il territorio rurale ha invece rivelato la presenza di necropoli preromane, un insediamento di una certa importanza come quello fortificato sulla sommità di Monte Sant'Angelo, risalente al IX - VIII secolo a.C. e una mansio ad vacanas, stazione di posta e ristoro per viaggiatori, che sorgeva al XXI miglio dell'antica Via Cassia ed è databile al I secolo a.C.
Un cenno particolare merita la domus culta Capracorum, che pur non essendo negli attuali confini ha avuto una certa importanza nel popolamento del territorio. Nell'area rimane anche la testimonianza della presenza della Villa di Settimio Severo, i cui mosaici si trovano nel Museo Nazionale Romano.
Campagnano compare come castellum nel 1076, e nel 1130 figura fra i possedimenti del Monastero di San Paolo, che però dovette esaurire presto il suo dominio feudale se nel 1270 il popolo del castrum Campaniani si offrì alla signoria del cardinale Riccardo Annibaldi, stipulando una serie di patti raccolti in forma di Statuto.
All'inizio del XIV secolo cominciò a farsi sentire la presenza degli Orsini i quali, in assenza del papa, si erano resi protagonisti di una politica di espansione nel distretto, impadronendosi, dopo una lunga serie di contrasti con gli Annibaldi, anche di Campagnano. Il loro dominio si protrasse fino al 1662, e ad esso risaliva tra l'altro un Castello, abbattuto nel XIX secolo (per erigere al suo posto il Palazzo Comunale) e considerato il più bello fra quelli fatti costruire dalla famiglia. Per iniziativa degli Orsini fu trasformata la Collegiata e furono costruiti nuovi palazzi, chiese e monumenti. Il dominio di questa casata coincise dunque con l'epoca d'oro di Campagnano, che vide la presenza di ospiti illustri come i papi Pio II e Sisto IV; oltre al grande umanista Jacopo Ammannati Piccolomini.
Nel 1662 gli Orsini vendettero Campagnano, insieme ad altre terre della zona, ai Chigi, i quali costituirono uno Stato, in alcuni documenti definito come Stato di Campagnano, ottenendo il titolo di Principi. I Chigi iniziarono una serie di lavori di bonifica del territorio della Valle del Baccano, che culminarono con il prosciugamento finale, nel 1838.
La valle divenne conseguentemente assai produttiva e ancora oggi vi si produce un ottimo vino, il Baccanale, molto gradito già dagli ospiti delle osterie romane ottocentesche.
Campagnano divenne nel 1870 Comune del Regno d'Italia.
Sintomi di decadenza si avvertirono nel corso del XX secolo, anche per il mancato passaggio della ferrovia. Nell'ultimo decennio del secolo, con l'esplosione del terziario sopratutto legato a Roma, Campagnano ha conosciuto un tumultuoso aumento demografico e un'intensa crescita edilizia.
L'architettura rinascimentale sfoggia il proprio splendore intorno alla piazza principale, con la Chiesa del Gonfalone, la Fontana dei Delfini e il Palazzo Galli, mentre la facciata della Collegiata di San Giovanni Battista risale al Medioevo. La formella con 'orante' (il 'Tifo'), un equivalente del Pasquino romano, è di epoca altomedievale, così come la Chiesetta della Pietà e la Chiesa di Santa Maria del Prato. Anche nel territorio circostante sorgono costruzioni medievali: il Santuario di Santa Maria del Sorbo, del 1487, e la Torre di Stracciacappa, la Mola Maggiorana e le Rovine di Roncigliano.

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

S. Antonio Abate
Benedizione degli animali, Palio della Stella e "scocciapilacce"
con gare di asini e cavalli.
.  giorno 17

febbraio

Palio di S. Antonio
Sfilata in costume delle contrade e corsa dei somari.
.  1^ domenica

aprile

San Marco e festa della Liberazione
Grande fiera di prodotti agricoli ed articoli artigianali.
.  3^ decade (giorno 25 ~)

maggio

Sagra del Baccanale
Un susseguirsi di eventi da non perdere all’insegna di: “s
carciofata, salsicciata, vino gratis, sfilata di carri allegorici, raduno di bande musicali e fiera delle macchine agricole”.
Campagnano sorge vicino alla Valle del Baccano ed da questo deriva il nome della sagra che nasce circa quaranta anni or sono dall'esigenza di richiamare l'attenzione su una qualità di vino dal sapore deciso e personale, dovuto ai suoi vitigni che crescono su territorio vulcanico; l'attività della viticoltura costituisce una delle principali fonti di reddito dell'economia locale.
La festa si ricollega idealmente alle antiche celebrazioni di Bacco ed il culmine dei dieci giorni di festeggiamenti è la prima domenica di maggio quando avviene lo "scavolamento" di un'enorme botte di vino e con la “scarciofata alla campagnanese” con migliaia di carciofi conditi con olio di oliva, aglio fresco e mentuccia, che vengono arrostiti sulla brace di sarmenti di vite. Inoltre, sopra un graticolone, si prepara la “sarcicciata alla panonta” , migliaia di salsicce, prodotte dal salumificio locale, cotte e distribuite a prezzi promozionali con vino e pane. Una grande festa gastronomica quindi, rallegrata da spettacoli musicali e folcloristici. La manifestazione è affiancata da varie iniziative tra le quali una fiera di macchine agricole e un mercato di prodotti dell'artigianato locale. Da non rinunciare ad un giro turistico nella cittadina.
Per informazioni 06.90411271.
.  1^ decade

Castello '85
Festa del centro storico con stand gastronomici e balli in piazza.
.  ultimo sabato

agosto

S. Giovanni
La festivita' ricorre il 24 giugno ma,  per le lavorazioni della campagna,  viene celebrata  il 29 agosto, giorno della decapitazione del santo.
Manifestazioni artistiche e folcloristiche.
.  fine mese

ricorrenze

Pasquetta
Processione
del lunedì dell'Angelo e messa nel Santuario della Madonna del Sorbo.

Carnevale
Sfilate dei carri e morte di Carnevale

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Bancarelle a Campagnano
Mostra mercato di antiquariato, collezionismo, artigianato, arte povera inglese, argenti, orologi, radio, telefoni, biologico e quanto altro con oltre 250 espositori. Si svolge nel centro storico nell'ultima domenica del mese ed e' la piu' importante dell'Italia centrale (escluso giugno/luglio/agosto). Ingresso al pubblico gratuito.  Info 06/9044263.

Rassegna di Antiquariato
Viene ospitata presso i padiglioni dell'Expo Cassia (km 34.300). Alla manifestazione partecipano esclusivamente espositori selezionati con i loro migliori pezzi - a maggio e ad ottobre.

Fiera delle macchine agricole
.  ultima decade di aprile

Grande mercato di Primavera
Nell'Autodromo di Vallelunga, dove si riuniscono circa mille espositori di antiquariato, collezionismo, fumettistica, giocattoli - Prima quindicina di maggio - info 06.9077312 / 06 9042459.

Grande Mercato d'Autunno
All'autodromo di Vallelunga si tiene la più grande mostra - mercato del Lazio con più di mille espositori. Antiquariato, arte, collezionismo, rigatteria, porcellane, gioielli, auto d'epoca. Dall'alba al tramonto - Terza domenica di ottobre - info 06.9077312 / 06.9042459.

Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Museo Civico Archeologico - Presso Palazzo Venturi – tel.  06.9042924
La Fontana dei Delfini - XVI secolo,  scuola del Vignola
Collegiata di San Giovanni Battista - Su antiche strutture ma di stampo cinquecentesco. All'interno affreschi dei Fratelli Zuccari e un "San Giovanni decollato" di Giulio Romano
Santuario del Sorbo (XV sec.)
La Cinquecentesca Fontana Secca

Parco Naturale di Veio - Via Felice Cavallotti 18 - 06.9042774  -  mart. - giov.  10.00 - 12.00
Questo territorio e' noto sotto il nome di Agro Velentano. Si tratta di una vasta area che alterna boschi e pascoli a vaste estensioni di campi coltivati, testimonianze archeologiche a valli quasi incontaminate. Sull'intero  settore territoriale domina incontrastata la citta' etrusca di Vejo con i suoi resti, le sue necropoli e le sue grandi vie di comunicazione con Roma. Insieme a queste testimonianze archeologiche, il parco conserva tuttavia una elevata vocazione naturalistica, ben rappresentata da esempi come l'incantevole Valle del Sorbo. La vegetazione che prevale in tutta la zona e' quella dei querceti a cerro e roverella; non mancano la macchia mediterranea e i pioppi, gli ontani ed i salici.

Da visitare

- La valle del Sorbo
-
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, istituito a Roma nel 1889 ed ospitato nella villa cinquecentesca (1551-1553) voluta da papa Giulio III presso il tratto iniziale della Via Flaminia. In questa sede museale sono esposti materiali archeologici provenienti da gran parte dalle citta' dell'Etruria Meridionale e da alcuni centri dell'Umbria e del Lazio.
- I resti della Citta' di Veio conservati all'interno dell'area del Portonaccio, dove nei primi decenni del '900 e' stato rinvenuto un complesso culturale, che ha restituito un mirabile apparato di statue in terracotta, tra cui il celebre Apollo.
- Il ponte sodo, suggestiva galleria naturale lunga in origine 100 m, probabilmente ampliata dagli Etruschi.
- Le grandi ville di epoca romana fra le quali la Villa di Livio, la Villa di Lucio Veio e altre strutture come il sepolcro dei Nasoni, la Tomba dei Veienti, il sepolcro di Vibio Mariano, l'arco di Malborghetto oltre ad ulteriori anonime strutture insediative poste in diverse zone del parco.

Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazione in camper

Carciofi,   zucchine,  "pizzinchielle" (crepes con pecorino),  "mazzafeghete"  (salsicce di maiale in agrodolce).

Campagnano di Roma Maps Google

m 270 slm

Canale Monterano

Municipio Piazza del Campo, 9 - 06.9962401

da Roma km 51

Viaggiare e visitare in camper

Nei pressi del Lago di Bracciano, tra i Monti della Tolfa e i Monti Sabatini, con a valle i due torrenti Mignone e Bicione, si estende il territorio di Canale Monterano, dal nome della dea etrusca Manturna, latinizzato in Mantura, da cui Manturanum e dunque Monterano, abitato già in epoca preistorica e, a partire dal VII seco10 a.C., dagli Etruschi.
Con l'egemonia romana sul territorio di Caere (Cerveteri), verso la metà del IV secolo a.C., iniziò un periodo di decadenza per Monterano, mentre crebbero d'importanza Stigliano, grazie alle Terme (Thermae Stygianae), e Forum Clodii, per il mercato, rimasto attivo fino al VI secolo d.C.
A causa delle incursioni barbariche Forum Clodii fu abbandonata a favore di Monterano, situata in posizione più protetta. Il castellum rimase sede vescovile fino al 1000; appartenne, poi, al Prefetto di Vico dal XI secolo, e agli Orsini dai1492.
L'attenuarsi dei conflitti tra le varie famiglie patrizie e la crisi economica in cui cominciava a versare lo Stato Pontificio indusse gli Orsini a occuparsi di rendere produttivi i loro possedimenti con l'impianto di vigneti e la realizzazione di zone agricole che migliorarono la produttività della zona.
Essi diedero vita a insediamenti stabili, tra i quali quello di Canale, nei pressi di Monterano, che prese il nome attuale solo dopo l'annessione allo Stato Italiano. Risale al periodo in cui il feudo appartenne agli Orsini, e in particolare al XVII secolo, la costruzione sul Monte Sassano, in un'area espropriata ai coloni agricoli, di un Eremo, che fu donato all'ordine dei carmelitani scalzi dal duca Virginio Orsini, frate carmelitano egli stesso. Ai coloni espropriati fu donato un vasto appezzamento di buon terreno agricolo ai piedi del monte, dove sorse un nuovo abitato, chiamato Montevirginio in onore del duca.
In piena epoca di nepotismo gli Altieri, grazie a papa Clemente X Altieri, divennero i nuovi proprietari di Monterano. Il miglioramento urbanistico e architettonico del paese fu affidato, a partire dal 1671, a Gian Lorenzo Bernini, che costruì la Chiesa e Convento di San Bonaventura, la fontana ottagonale sulla piazza e si occupò del rifacimento della facciata del Palazzo Patronale.
Il malgoverno e la crisi economica in cui versava lo Stato Pontificio produssero il graduale spopolamento delle campagne, che si riempirono di paludi, favorendo la diffusione della malaria.
Le truppe napoleoniche, che avevano un presidio a Tolfa per una contesa che Canale Monterano aveva aperto con questo paese, per reazione lo invasero e lo distrussero. Gli abitanti, piuttosto che ricostruirlo, preferirono dividersi tra Canale e Montevirginio.
L'antica Monterano offre oggi lo splendido spettacolo dei resti dell'Acquedotto, della Chiesetta di San Rocco, del Palazzo Feudale, della Cattedrale, della Chiesa e dei ruderi del Convento di San Bonaventura. Una 'tagliata' di epoca etrusca, scavata per 10 metti nel tufo, oggi ostruita, collegava Monterano con la valle.
A Canale si trova la Fontana del Leone, recuperata dall'antico paese. Le Terme di Stigliano tornarono in auge nel XX secolo.
Il territorio di Canale comprende anche un'Oasi per preservare la fauna e la Riserva Naturale Monterano. L'ottima qualità del vino prodotto nel territorio era già ben nota ai tempi di papa Paolo III, che ne era un appassionato sostenitore.

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

Festa di Sant’Antonio abate
Classica benedizione degli animali. I butteri aprono la processione dedicata al protettore degli animali, che si chiude con la benedizione degli stessi e segna l'apertura del Carnevale.
.  domenica vicina al 17

aprile

Festa dei Butteri
Alcuni cavalieri danno prova della loro abilità lanciando al galoppo i loro cavalli di razza maremmana e catturando al lazo i vitelli. La festa si conclude con la distribuzione di acquacotta e altre specialità locali.
.  1^ meta' del mese

maggio

Riarto dei butteri
Nella zona di Porta Cretella, si svolge questa tipica festa maremmana.
.  giorno 1

giugno

Infiorata
.

agosto

Palio delle Contrade e Corsa del Bigoncio
Per la festa patronale di S. Bartolomeo si svolge prima il Palio delle Contrade e, a seguire, il Torneo degli Anelli. La manifestazione si apre con un Corteo in costume (tamburini, damigelle, armigeri, balestrieri, alfieri, sbandieratori). Segue la corsa per la conquista del Gonfalone delle sei contrade: Carraiola, Case Nove, Castagno, Centro, Montevirginio, Stigliano, ognuna delle quali gareggia con quattro ragazzi che devono correre portando sulle spalle un bigoncio con dentro un ragazzino per un percorso in salita di circa seicento metri. Dopo la corsa inizia il Torneo degli Anelli con i butteri del posto che cavalcano a pelo, reggendo un bastone con il quale devono colpire degli anelli sospesi per aria. Vince chi riesce a infilare più anelli in un certo lasso di tempo. Le feste si concludono con la celebrazione degli "innocentini". Si dice nel paese: "so' finite le feste e li quatrini, ecco arrivati gli innocentini".
.  3^ domenica

settembre

La Madonna del Soccorso
Il sabato si svolgono gare gastronomiche e sportive, spettacoli musicali e giochi popolari. La domenica, in località Pratilunghi, gimcana equestre e, verso sera, processione in paese. Si chiude con musica bandistica e fuochi artificiali.
.  4° fine settimana

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino settimanale
Venerdi'
Cultura e turismo in camper
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Riserva regionale di Monterano - Piazza del Campo 1 - 06.9962724.
A cavallo tra i Monti della Tolfa e l'area Sabina, questa area protetta si contraddistingue, oltre che per i significativi valori naturalistici e paesaggistici, per le importanti testimonianze storico archeologiche. Queste sono legate agli insediamenti etruschi rinvenuti nella zona ma soprattutto, all'imponente complesso monumentale dell'antica citta' di Monterano Tra gli habitat naturali particolarmente meritevoli di citazione spiccano le forre fluviali tufacee, le formazioni riparali ed i boschi collinari, dove e' possibile ammirare le querce della Lega, due esemplari vetusti di circa 400 anni.
Importante la componente faunistica che comprende il gatto selvatico, la martora, molte specie di rapaci diurni e notturni, uccelli di bosco quali i picchi, un elevato numero di rettili (serpenti ma anche testuggini di terra ed acquatiche) e di anfibi, tra i quali la sfuggente salamandrina dagli occhiali.

Da vedere:

- L'imponente complesso monumentale dell'antica citta' di Monterano. Arroccati su uno sperone di roccia tufacea, delimitato da due corsi d'acqua, i resti di chiese, edifici e acquedotti sono ammantati da una rigogliosa vegetazione a bagolaro, leccio, aceri e sambuco, creando una spettacolare rappresentazione dell'incontro tra natura e cultura.
- La fioritura delle orchidee spontanee.
- Il sentiero Diosilla e il sentiero Bicione che costeggia il torrente omonimo. Da questo si percorre l'itinerario che porta alla citta' di Monterano, raggiungibile dopo aver percorso una splendida tagliata etrusca del VI secolo a.C..

Canale Monterano Maps Google

m 378 slm

SOSTA CAMPER

Canterano

Municipio  Via del Castello, 7 - 0774.803023

da Roma km 61

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A ridosso del Monte Ruffo, nell'alta Valle dell'Aniene, è ubicato il paese di Canterano, il cui territorio fu certamente abitato già in età protostorica, come testimonia il ritrovamento di asce di bronzo, esposte nel Museo Pigorini di Roma (LINKARE!!). La ricerca di notizie sulle origini dell'insediamento porta, come spesso nel Lazio, a tempi addirittura mitici e a una leggenda in base alla quale il nome del paese deriverebbe da Kan, progenitore della razza pelasgica, giunto sin qui dall'Oriente. I resti di antiche mura ciclopiche vengono fatti risalire a questo primo popolo, soppiantato successivamente dagli Equi che a loro volta furono sottomessi da Roma nel IV secolo a.C.
L'origine del nome, oltre che a Kan terapne (dimora di Kan), è ipoteticamente fatta risalire a un fondatore, Giovanni di Camorrano, oppure ai 'cantori' (di Chiesa) cui era affidata la cittadina.
Per la sua posizione dominante il luogo (la cui prima attestazione storica è in un documento del1'867, che annovera Canterano tra i possedimenti di Subiaco) fu incastellato già nei primi anni dell'XI secolo: nel 1030, infatti, il vescovo di Tivoli, nel concedere in enfiteusi Canterano all'abate di Subiaco, ne parla come di un castrum. Il fatto è che il paese è al limite della Valle dell'Aniene, che costituiva il confine e il luogo di conflitto tra i vescovi di Tivoli e gli abati nullius sublacensi, e siccome nullius voleva dire che questi ultimi non erano "di nessuno" e quindi obbedivano solo al Papa, controllare Canterano voleva dire avere una porta aperta letteralmente sopra Subiaco: si può ben comprendere, allora, perche' gli abati tenessero in modo particolare a quel possesso.
Il paese conserva ancora il suo aspetto medievaleggiante e il fatto che abbia rivestito per molti secoli una posizione di particolare importanza lo si può dedurre anche da alcune case che recano tracce di portali particolarmente lavorati. A Canterano, peraltro, ebbe origine la nobile schiatta dei conti di Jenne, nella persona di Filippo di Canterano, proavo di Alessandro IV. Non ci sono importanti opere d'arte nell'antica Chiesa Parrocchiale, ma tutto il paese nel suo complesso ha rilevanza storica e ambientale notevole.
Per arginare la tendenza alla tirannia da parte degli abati, nel 1456 papa Callisto III istituì la figura del 'commendatario', quasi sempre un cardinale con funzione di abate esterno al monastero. Tra questi vi fu anche Rodrigo Borgia, il futuro papa Alessandro VI, che amava dar luogo ai suoi dissoluti festini proprio nella Rocca di Canterano.
Dal 1564 al 1638, fu concesso al vescovo di Tivoli il ministero spirituale di diversi paesi, tra i quali Canterano, che poi tornò sotto il dominio dell'Abbazia e vi rimase fino al 1753.
Nel 1870 Canterano diventa uno dei tanti Comuni d'Italia, e partecipa poi alle Guerre mondiali con i suoi figli, ai quali testimonia gratitudine con un monumento posto in Piazza Roma.
Anche se la sua campagna terrazzata può offrire lavoro per la coltivazione della vite, delle nocciole e delle ciliegie, ormai la popolazione residente è per lo più dedita al pendolarismo verso Roma.

agosto

Festa della Madonna degli Angeli
Suggestiva processione al Santuario in località Madonna che si svolge tra il 1° e il 3 agosto. In concomitanza si possono assaggiare, in una delle tipiche trattorie del luogo, moltissime specialità gastronomiche, soprattutto primi piatti. In particolare: la speciale pasta chiamata 'cecamariti', le sagne, gli gnocchetti, la 'pizza sorda' (impastata soltanto con acqua e farina e poi cotta sulla brace) e le 'fregnacce' (una pasta di grano, senza uova, condita con un sugo di aglio, olio, peperoncino e pomodoro). A quest'ultima specialità è dedicata anche una sagra, che si svolge ogni anno in agosto.

ottobre/novembre

Sagra della Castagna e Vino
Nel tepore di uno stand coperto si gusteranno castagne, salsicce, pizza sorda, vino rosso e caldarroste. Concludono i festeggiamenti musica in piazza e ballo della pupazza.
. ottobre/novembre

Canterano Maps Google

m 602 slm

Capena

Municipio  Piazza S. Luca,  l - tel. 06.9037601

da Roma km 36

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Nella media Valle del Tevere, in un territorio abitato sin dalla preistoria, sorge il paese che da Leprignano ha cambiato nome in Capena in seguito al ritrovamento, nel 1933, dell'antica città, capitale del territorio dei Capenati, che prosperavano in questa regione prima dell'affermarsi dell'egemonia romana.
Legata agli Etruschi di Veio, nel IV secolo a.C. Capena fu Sottomessa dai Romani. Dell'antico insediamento pre-romano sono rimasti pochi avanzi, ma i numerosi reperti sono di grande interesse archeologico, oggi conservati nei Musei di Roma.
Sotto la Roma repubblicana la cittadina ebbe la dignità di municipio federato, e nel periodo imperiale alcune zone del suo territorio vennero annesse al Patrimonium Caesaris. Molti furono i nobili che vi costruirono le loro ville anche per sfuggire al pericolo dovuto ai frequenti rovesci politici nell'Urbe.
Il nome di Castrum Leprignanum compare nel 1081 nella bolla con la quale papa Gregorio VII concede la proprietà del borgo all'Abbazia di San Paolo. Ed è proprio sotto il dominio temporale di questi monaci che venne realizzato organicamente il sistema difensivo di Capena a presidio del territorio. Il Palazzo dei Monaci, infatti, era stato concepito come testata difensiva del nucleo abitato, per consentire una migliore osservazione del territorio circostante, fino a Roma. Esso ingloba anche i resti di un muro romano, in opera quadrata.
I monaci dell'Abbazia subirono una rivolta da parte degli abitanti Leprigranesi nel 1594, per via del "conto de li grani", come risulta dagli archivi del Vaticano, ma il pontefice evidentemente fece da mediatore se i monaci continuarono ad abitarvi, malgrado continue ribellioni, fino a tutto il XVIII secolo.
I nuovi ideali francesi e le guerre d'indipendenza infiammarono gli animi dei giovani Leprignanesi, alcuni dei quali presero parte alla battaglia di Mentana. Con la caduta dello Stato Pontificio, Leprignano entrò a far parte del Regno d'Italia e divenne Comune.
Dal lato opposto del Palazzo dei Monaci, nel cuore del centro storico medievale, è visibile il Colombario, chiamato anche Farmacia Vecchia: è una tomba collettiva d'epoca romana risalente al I - II secolo d.C.
La Torre dell'Orologio, che sorge nella piazza antistante, fu costruita nel XVI secolo e la Fontana di piazza funziona grazie al primo acquedotto di Capena.
La Parrocchiale di San Michele Arcangelo risale all'inizio del XX secolo, mentre antichissima e conservata miracolosamente intatta è la Chiesa di San Leone, menzionata a partire dal 1218, ma che fu costruita, secondo l'opinione di molti studiosi, già in epoca romana sui resti di un tempio pagano. L'edificio mostra uno dei rarissimi esempi di iconostasi (il recinto che separava la navata dall'abside) dell'alto Medioevo che si siano conservati fino ad oggi. All'interno, nella parete absidale, vi è un complesso di affreschi datati dal X al XVI secolo.
L'economia del paese si basa attualmente soprattutto sul pendolarismo degli abitanti verso la capitale. Resta però vivace la tradizionale produzione agricola, legata alla coltivazione del grano, dell'ulivo e soprattutto della vite, e finalizzata, quest'ultima, alla produzione di un pregevole vino DOC, il Bianco Capena. Le donne di Capena, inoltre, si tramandano gelosamente i segreti di un'attività artigianale tuttora praticata ad alto livello, quella della lavorazione di merletti all'uncinetto.

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

Festa di S. Antonio Abate
Tradizionale benedizione degli animali e distribuzione delle particolari ciambelle capenati.
.  giorno 17

aprile

S. Marco
Sono i bambini i protagonisti della festa. Portano in processione pupazzi di pasta dolce che verranno mangiati solo dopo la benedizione.
.  3^ decade (giorno 25 ~)

giugno

Antichi sapori al Centro Storico
Botteghe artigianali e cantine aperte al pubblico. Mostre di pittura, fotografia e arte ma soprattutto piacevoli passeggiate nei vicoli del borgo fra stand gastronomici dove degustare i piatti della tradizione culinaria accompagnati dai vini locali, il tutto mentre fra le mura del centro storico risuonano le note della musica tradizionale, suonate da un gruppo di musicisti che vagano per le strade, visite guidate all'area archeologica del Lurus Feroniae (mattino). Questo è il programma della manifestazione organizzata dal Comune.
.  
1^ domenica

Nel pomeriggio tradizionale "Infiorata" e processione del Corpus Domini.

agosto

Festa di S. Maria dell'Assunta
Le tavole dell'Assunta e del Salvatore, montate su due pesanti macchine, sono portate in processione per il paese. Si ritiene che questo tradizionale rito sia una rielaborazione cristiana dei trionfi degli imperatori romani.
.  2^ decade (giorni 13, 14, 15 ~)

settembre

Festa di S. Michele
Con una Fiera agricola in localita'  S. Marta.
.  3^ decade (giorno 29 ~)

ottobre

Vendemmiale capenate
In occasione di questa s
agra dell'uva si svolge una sfilata di carri allegorici, con vendemmiatrici e zampognari, e si predispongono degustazioni. Tutto il paese viene addobbato con festoni di alloro tesi da una finestra all'altra e con grappoli d'uva offerti dai viticultori. In particolare le decorazioni sono più ricche ed elaborate sulla scalinata della Chiesa di Sant'Antonio (non più adibita al culto), dove, dalla bocca del leone la cui testa marmorea è scolpita in una nicchia, scorre ottimo vino.  Info: EPT Roma  tel. 06.488991.
.  1^ domenica

Festa di S. Luca
Santo patrono.
.  giorno 18

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino
Si svolge in Piazza del Popolo la
3^  domenica del mese.

A spasso nel tempo
Si svolge la prima domenica del mese; circa 50 espositori con oggettistica e rigatteria nel centro storico. Info 06.90015810.

Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

- Il Borgo Medievale
- Palazzo dei Monaci
- Museo Civico della Torre dell'Orologio
- "Castellaccio"
o "Civitucola" - sede dell'antica Capena
- Necropoli di S. Martino delle Saliere e di Monte Cornazzano -  Prima età del ferro databile dal IX alla fine dell'VIII sec. a.C.
- Lucus Feroniae  - Info. 06.9085173  -  Di origini molto antiche il Santuario (che si trova a 18 Km della via Tiberina presso Scorano) sorge su una piattaforma di travertino, ed è dedicato alla Dea Feronia protettrice degli schiavi liberati e di tutto ciò che dalla terra esce alla luce del sole.
- Chiesa di S. Leone – VIII - IX secolo, con affreschi databili tra XI e XVI secolo.
- Chiesa barocca di Sant' Antonio Abate
- Chiesa della Madonna delle Grazie (XVII secolo).
- San Michele Arcangelo

Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazioni in camper

Le vie del gusto
Fave con la pancetta
Acquacotta (pane raffermo bagnato con vari sughi) preparata soprattutto con i mazzocchietti (broccoletti) o con l'abbacchio,  zuppa di crescione (erba commestibile che cresce lungo le vie dei ruscelli), fettuccine allo stennerello.
Vino Capena: vino bianco Doc da pasto, di colore pagliarino piu' o meno intenso, si produce nelle tipologie normale e superiore.
Olio.
Raspellone: tipiche crespelle ripiene di prodotti stagionali.
Panzanella: piatto estivo a base di pane bagnato e condito con vari ingredienti.
Pangiallo: dolce molto diffuso nel Lazio, ottenuto dall'impasto di frutta secca, miele e cedri, tipico del periodo natalizio.

Capena Maps Google

m 160 slm

Capranica Prenestina

Municipio  Piazza Aristide Frezza,  6 – 06.95840331 / 9584031 / 9584126  Pro Loco  Via di Guadagnolo    06.9584233
da Roma km 49
Viaggiare e visitare in camper

Pittoresco borgo medievale sui Monti Prenestini, fondato tra la fine del IX e l'inizio del X secolo probabilmente da profughi della vicina Palestrina, nel XII secolo Capranica divenne feudo dei Colonna, condividendo le sorti di questa nobile famiglia, che per un lungo periodo fu in contrasto con il Papato.
Il paese è citato per la prima volta in un documento del 1252, secondo il quale, nella spartizione delle proprietà fondiarie tra i membri della famiglia Colonna, Capranica toccò ad Oddone. Quando papa Bonifacio VIII, acerrimo nemico dei Colonna, li sconfisse, confiscò loro tutti i beni e fece distruggere Capranica insieme ai paesi vicini.
Con la morte di Bonifacio VIII e l'ascesa al soglio di Benedetto IX, le sorti dei Colonna si risollevarono. Nel 1417 un Colonna, Oddone, divenne papa con il nome di Martino V e si dedicò all'ampliamento e all'ingrandimento dei feudi familiari: a questo periodo risale fra l'altro l'erezione della Torre campanaria di Capranica.
Inoltre, si deve a Martino V la nomina a cardinale di Domenico Capranica, uomo di grande cultura oltre che di grandi doti diplomatiche, fondatore del Collegio romano che porta il suo nome. Egli fu senza dubbio il più illustre rappresentante della famiglia che prende il nome proprio dal paese.
Salito al pontificato Alessandro VI Borgia, Capranica divenne possedimento della famiglia Borgia, per tornare poi ai Colonna, quindi ai Massimo e ai Capranica, finché, nel 1654, divenne proprietà di Carlo Barberini, fratello di papa Urbano VIII.
A partire dal XVIII secolo, la posizione isolata e le difficoltà di collegamento portarono a una progressiva decadenza di Capranica, la cui popolazione andò abbandonando il paese. Attualmente, agricoltura e pastorizia, tradizionali attività economiche della cittadina, permangono soltanto come integrazione di altri redditi, che si basano soprattutto sul turismo, favorito da un ambiente naturale incontaminato.
Tra i monumenti da ricordare: la Chiesa di Santa Maria Maddalena, dall'elegante 'cupolino' attribuito da alcuni a Guglielmo Pantigati, allievo di Michelangelo, da altri al Bramante; il Palazzo
Barberini (XIV-XVI secolo), cui è accostata una Torre a pianta quadrata; la Chiesetta della Madonna delle Frane, costruita per conservare un'immagine della Vergine che, sottratta da un viandante, fu miracolosamente ritrovata in un cespuglio sul colle di Capranica.
La frazione di Guadagnolo - che con i suoi 1218 m di altitudine è il centro abitato più elevato del Lazio - consente al visitatore di ammirare spettacolari panorami delle Valli del Sacco e dell' Aniene e dei Monti Simbruini, Sabini, Ernici e Lepini. Nelle vicinanze sorge il Santuario della Vulturella {dal latino vultur, "avvoltoio", 'monte degli avvoltoi'), noto con il nome di Mentorella, uno dei più antichi d'Italia, tenuto dai padri resurrezionisti polacchi.

# Sagra della ricotta
Una domenica di festa dedicata alla degustazione della tipica ricotta prodotta nella zona. Dal mattino i pastori, in grandi pentoloni, preparano il gustoso formaggio, distribuito caldo in ciotole di terracotta - Localita' Guadagnolo
gennaio

Pasquella
La notte precedente la "Befana" è consuetudine andare in giro per le strade, particolarmente gruppi di giovani e di bambini, intonando nenie popolari in cambio di doni.
.  1^ settimana

luglio Festa di S. Maria Maddalena
.
agosto

Sagra dei ciammaruchigli
Si tratta delle lumachine che vengono cotte e servite con un sughi particolarmenti piccante (una prelibatezza ...   per chi piacciono) - Localita’ Guadagnolo .  1^ domenica

Agosto in Festa
1) - L'Assunta - 14 e 15 - Il primo giorno la fiaccolata al Santuario della Mentorella e il successivo la corsa delle conche, dove le donne possono dimostrare tutta la loro abilita’ nel correre con una conca di acqua sulla testa, mentre due ali di folla le incitano - Localita' Guadagnolo.
2) - San Rocco - 16 - Processione in onore del santo con spettacoli musicali e fuochi d’artificio.
3) - L’inchinata -  3^ domenica - Localita’ Guadagnalo

settembre

Madonna delle Fratte
Processione in onore della Madonna delle Grazie e grande festa popolare con giochi in piazza.
.  1 ^ domenica

dicembre Sagra della Mosciarella
I circa trecento abitanti festeggiano da decenni le virtù delle castagne che,  lasciate opportunamente seccare, forniscono farina per dolci oppure ottime zuppe od infusi.  Nel corso della sagra vengono anche mostrati  i modi tradizionali per essiccarle. Particolarmente abbondanti nei boschi limitrofi sono considerate, a ragione, un ottimo ricostituente ed hanno provate proprietà digestive e  medicamentose.  Ed ecco che ogni inizio di dicembre ricorre la sagra con concorsi di pittura estemporanea, mostre, stand con vendita di prodotti locali, spettacoli di cabaret e balli folcloristici. Nel corso della fèsta, si svolgono canti e balli in costume.
Comune 06.9584126
.  domenica piu’ prossima all’8
Capranica Prenestina Maps Google m 915 slm

Carchitti

Pro Loco   Info   06.95290121
maggio Sagra delle Fragole
1^ domenica
luglio / agosto Estate Carchittana
.
settembre Festa del patrono S. Francesco Saverio
.
 1^ e 2^ domenica
Carchitti Maps Google

Carpineto Romano

Municipio  Piazzale della Vittoria, 1 - tel. 06.979001 - 9719141

da Roma km 72

Viaggiare e visitare in camper

Sul versante orientale dei Monti Lepini, all'estremità della piccola montagna detta 'la Foresta', sorge Carpineto, il cui toponimo è legato alle piante tipicamente mediterranee di carpino, che crescevano nei boschi intorno al paese e furono tagliate per ampliarlo. Il territorio presenta notevoli fenomeni carsici, con grotte e voragini, quest'ultime chiamate, in dialetto, ousi. In particolare, l'abisso Consolini, con i suoi 283 m di profondità, è uno dei maggiori dell'Italia centrale.
La presenza di insediamenti umani nella zona è documentata fin dal Paleolitico, mentre numerosi resti di villae, risalenti al I secolo dell'Impero, rimandano al periodo della dominazione romana. A causa delle incursioni barbariche, poi, gli abitanti della pianura si rifugiarono verso luoghi più elevati, coincidenti con l'attuale nucleo del paese.
La prima citazione storica di Carpineto compare in un atto del 1077, con il quale Ranieri di Anagni donava il Castello di Karpineta al Monastero di Villamagna. Dopo un lungo possesso da parte dei canonici lateranensi, nel 1157 il feudo divenne possedimento dei conti di Ceccano, che furono spesso oggetto di ammenda da parte della Chiesa sia per l'occupazione indebita di territori della Santa Sede, sia per il mancato pagamento delle tasse dovute ai canonici lateranensi. La casata si indeboli' moltissimo per l'estrema facilità con cui i suoi membri si spartivano i possedimenti: Carpineto fu smembrato da Landolfo II e la sorella Adalgisa e ciò determinò la divisione del borgo in un rione 'dammonte', con una fortificazione attualmente inglobata nel Palazzo Pecci, e in un rione 'dabballe', con la Torre dell'Orologio.
Tuttavia, la dominazione dei Ceccano garanti' al paese e ai suoi abitanti una notevole vitalità artistica e una certa libertà d'espressione, come testimoniano gli stemmi e i portali che decorano le facciate di molte abitazioni, dovute agli scalpellini di Fossanova, e l'uso di incidere sui muri delle case proverbi e motti maliziosi o ridanciani.
Nel XVI secolo il feudo passò ai Conci del ramo Valmontone-Segni e in questo periodo Giovanni Carafa, come governatore, promulgò gli Statuta et constitutiones di Carpineto (1556). Il declino dei Conti li spinse a vendere il feudo al cardinale Pietro Aldobrandini; alla sua morte, il possedimento passò alla sorella Olimpia, tanto orgogliosa di questo suo "bello Stato" sui Monti Lepini, che si adoperò moltissimo per migliorare le condizioni di vita degli abitanti e per abbellire il paese.
Nel 1816 Pio VII aboli' i privilegi feudali e Carpineto rientrò sotto la giurisdizione diretta dello Stato pontificio. Nel febbraio 1878 l'ascesa al soglio di un Carpinetano, papa Leone XIII Pecci, diede inizio a un periodo di grande splendore per la cittadina, a favore della quale il pontefice diede vita a numerose opere pubbliche, sociali e religiose.
Nonostante la ricchezza del terreno, l'agricoltura non è più l'attività economica primaria. Gli abitanti, infatti, sono protagonisti di un intenso pendolarismo verso la Capitale.
Palazzo Pecci fu edificato tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo nel punto più elevato della collina. Notevoli sono la Chiesa di Santa Maria del Popolo, del XIII secolo e più volte restaurata, la Chiesa di Sant'Agostino, costruita nel 1350 e fatta restaurare e ampliare da Leone XIII, la Collegiata settecentesca in Piazza Regina Margherita, anch'essa restaurata da papa Pecci, e la Chiesa e Convento di San Pietro, dovuti all'iniziativa del cardinale Pietro Aldobrandini.

maggio

Festeggiamenti per S. Rita
La festa prosegue per alcuni giorni con un nutrito programma. Le iniziative comprendono mostre di pittura ed arte varia, ricche lotterie, visite guidate a richiesta, iniziative musicali. Dal 22 all’ultima domenica si svolge la Processione delle Rose e - a sera - tra tutte le ragazze di Carpineto di nome Rita, viene sorteggiata una rosa d'oro. In concomitanza viene allestita presso il Convento dei Padri Agostiniani, una Fiera di artigianato locale e di merci varie (tradizionali lavorazioni di ferro, rame, vimine, cuoio ed i caratteristici ombrelli di cotone per i pastori).  Il giorno 22 si svolge una Fiera di artigianato locale e di merci varie.

giugno

S. Antonio da Padova
In onore del Santo patrono viene organizzata una solenne processione, seguita da una serie di divertenti giochi popolari.
.  
3^ domenica

agosto ultima domenica  o
settembre 1^ domenica

Festa per Sant’Agostino
Per la Festa di Sant'Agostino, patrono del paese, si tengono varie manifestazioni. Nel pomeriggio offerta dei ceri e benedizione del Palio; si prosegue con una processione e spettacolo pirotecnico in chiusura. Per l'occasione nel centro storico le osterie restano aperte fino a notte fonda.

Palio della Carriera
La manifestazione, che si tiene ogni anno in onore di donna Olimpia Aldobrandini, signora di Carpineto, prevede l'animazione dei vari rioni con rievocazioni storiche in costume e con l'apertura di cantine tipiche dove è possibile degustare te specialità gastronomiche locali, accompagnate da ottimo vino dei Colli Romani.
Il clou dell'evento è il Palio tra i cavalieri dei rioni, preceduto dalla sfilata dei figuranti in costumi medievali: la gara consiste nel riuscire a infilzare con il proprio giavellotto il maggior numero di anelli posti sopra un'asta.
La serata termina in allegria, con i festeggiamenti nelle cantine del rione vincitore.

In concomitanza viene allestita l’antichissima Fiera di merci varie (merci e bestiame).

novembre

Sagra della castagna
Osterie rionali aperte per la degustazione di prodotti tipici, mostra di artigianato locale, visite guidate al Borgo storico, mostra di funghi. Tutto all'insegna della castagna, che verrà distribuita, arrostita o bollita, in grandi quantità agli ospiti, questo il menù che attende chi deciderà di partecipare ai festeggiamenti: inizio ore 10,00 (06.9718001).
.  
3^ decade

ricorrenze

Corpus Domini
Tradizionale infiorata e processione. 
La solennità del Corpus Domini, che cade il giovedì seguente alla Pentecoste, viene celebrata la domenica successiva.

Carpineto Romano Maps Google

m 550 slm

SOSTA CAMPER

Casape

Municipio  Via Roma, 24  - tel. 0774.489000

da Roma km 48
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Casape sorge sul versante occidentale dei Monti Prenestini, fra San Gregorio di Sassola e Poli. Il primo insediamento si deve al generale romano del I secolo d.C. Gneo Domizio Corbulo (o Corbulone), che fece erigere nel luogo una sontuosa villa, i cui ruderi servirono successivamente alla costruzione di un borgo che prese il nome di Casa Corbuli.
Nel 992 Ottone III di Sassonia confermò il possesso del paese all'Abate del Monastero di Sant'Andrea e San Gregorio al Clivio Scauro di Roma, che ne detennero la proprietà fino al XVI secolo, erigendovi una torre fortificata.
Il piccolo paese fu ripetutamente coinvolto, e spesso anche tragicamente, nelle annose contese che durante il Medioevo le due più potenti famiglie del Lazio, i Colonna e gli Orsini, combatterono tra di loro, fino alla definitiva pacificazione tra le Casate stipulata nel 1511. Circa quindici anni dopo, il Monastero cedette la proprietà di Casa Corbuli ai patrizi Leonini, che a loro volta la cedettero ai Poli, quindi ai Pio di Savoia, ai quali alcuni storici fanno risalire il toponimo del nome attuale: 'casa dei Pio', cioè Casape.
Nel 1798, con la proclamazione della Repubblica Romana, Casape fu dichiarato libero Comune, ma nel 1799 tornò di proprietà della principessa Pio di Savoia, fino a quando nel 1818 cessarono i diritti feudali di questa famiglia e il Comune ebbe un suo sigillo e un suo Statuto.
Nel 1889 il territorio divenne possedimento dei principi Brancaccio, che ne favorirono l'attività agricola (incentrata soprattutto sulla produzione di olive), che attualmente però non è più l'occupazione primaria degli abitanti, per la maggior parte impiegati a Roma.
Tra i monumenti più rappresentativi del paese possiamo ammirare il Palazzo Baronale, sorto nel X-XI secolo come castello-torre di difesa e divenuto successivamente, con l'avvicendarsi delle diverse proprietà, un vero e proprio palazzo che sovrasta tutte le abitazioni.
La rampa d'accesso al borgo medievale, situata dietro i contrafforti del palazzo, apre un cammino davvero suggestivo lungo vie strette e tortuose fiancheggiate da case addossate l'una all'altra.
Tra gli edifici da ammirare, costruiti al di fuori dell'abitato medievale, degna di nota è la Parrocchiale di San Pietro Apostolo, sorta all'ingresso del paese intorno al 1950.
A un chilometro dal paese, all'interno di una proprietà privata, in stato di pessima conservazione, è la Chiesa di San Simeone, risalente al XVIII secolo, che presenta sopra al suo altare un affresco del XVI secolo, di autore ignoto, raffigurante Cristo in Croce e nello sfondo il paese di Casape e il Castello baronale.

gennaio La Pasquella
La sera precedente l'Epifania i giovani del paese, girando per le vie e le piazze del borgo, cantano questa antica nenia popolare di buon augurio.
agosto

I festeggiamenti dei SS Patroni
La sera alle 21 processione con la tradizionale “inchinata” accompagnata dalla banda musicale.
.  2^ decade (giorno 14 ~)

novembre Festa della Caldarrosta
Con stand gastronomici di prodotti tipici locali, mostra di pittura ed artigianato nelle sale del Castello Baronale. Inf. 339.3292024.
1° fine settimana
dicembre La  Pasquella
Gruppi di cantori e suonatori fanno un giro di casa in casa cantando una nenia natalizia.
.  3^ decade (giorno 24 ~)
ricorrenze Pasqua - Processione del Cristo Trionfante
Ha luogo il giorno di Pasqua e si snoda al seguito dell'antico simulacro del Cristo trionfante (risale al Medioevo). Vi partecipano gli affiliati delle tre Confraternite del paese riconoscibili dalle tuniche bianche.

Casape Maps Google

m 475 slm

Castel di Guido

Per informazioni Comune  - tel. 06.66017067

aprile

Palio della mezzaluna
L'evento rievoca la battaglia di Lorium avvenuta sulle colline circostanti nell'anno 846 quando i miliziani di Lorium e l'accorrente Guido, Duca di Spoleto,  sconfissero i Saraceni ed allora, in segno di riconoscenza per la vittoria, la localita' cambio' nome in Castel di Guido. Al palio, partecipano due cavalieri per ciascuna comunita': Castel di Guido&Bottaccia, Palidoro&Torrimpietra, Maccarese&Fregene, Porto Romano&Isola Sacra ed i cavalieri si confrontano a coppia lungo un rettilineo di 200 m con in fondo un manichino a braccia tese a quale sottrarre un drappo oppure colpire uno scudo.
L'evento non si svolge a cadenze regolari pertanto si raccomanda vivamente un accertamento preventivo.
ultima domenica

Castel di Guido Maps Google

Castel Gandolfo

Municipio  Piazza della Libertà, 7 - 06.93612441

da Roma km 24

Viaggiare e visitare in camper

Castel Gandolfo appartiene al gruppo dei Castelli Romani e sorge sulla riva occidentale del Lago d'Albano, di origine vulcanica. Questi luoghi, riparati dal vento, erano già abitati in epoca preistorica, come testimonia il ritrovamento di scheletri umani all'interno di una necropoli, seppellita da strati di cenere eruttati in epoche posteriori, presso la località Pascolare. Secondo la leggenda, per il volere degli dei fu scavato nella roccia lavica, nel 397 a.C., l'emissario sotterraneo del lago, che fin da allora ne stabilizza il livello della superficie.
Gli studiosi sono concordi nel localizzare in questo territorio l'antichissimo sito di Alba Longa, la città fondata, secondo la tradizione, da Ascanio figlio di Enea. Di Alba Longa non rimane traccia, ma sappiamo che presso il Tempio di Giove sul Monte Cavo si svolgeva la festa delle Feriae Latinae, con duplice carattere: uno religioso e un altro politico. Durante le Feriae Latinae, infatti, aveva luogo l'assemblea, alla quale partecipavano i rappresentanti di tutte le città della Lega Latina, presieduta da Alba Longa. Blocchi di tufo, tuttora sparsi sullo spiazzo in cima al Monte Cavo, si ritiene appartengano proprio al Tempio di Giove la cui intera struttura, tuttavia, non è stata rinvenuta.
Nel VII secolo a.C. Roma, che era uscita dalla Lega Latina di cui aveva fatto parte, iniziando un'ascesa temuta dai Latini, e per questo era entrata in guerra con la Lega, sconfisse e distrusse Alba Longa.
Nelle epoche che seguirono, il luogo fu sempre più prescelto dai patrizi romani (come del resto tutto il territorio dei Castelli) per costruirvi le loro dimore di villeggiatura. Le numerose scoperte archeologiche hanno dimostrato l'esistenza di circa otto di queste abitazioni, con relativi moli e porticcioli, che successivamente furono presumibilmente inglobate nell'Impero. Di questa età la più imponente fu sicuramente quella dell'imperatore Domiziano, costituita da diversi agglomerati di edifici che, piuttosto distanziati tra loro, degradavano verso il lago da un lato e la Via Appia dall'altra, con una parte residenziale, costituita da un gruppo di edifici più ravvicinati, la cui posizione coincideva più o meno con quella dell'attuale paese di Castel Gandolfo.
Dell'epoca romana pre-domiziana e domiziana sono rimasti il Ninfeo dorico e il Ninfeo Bergantino, detto anche "Bagni di Diana".
Il centro urbano di Castel Gandolfo risale al XII secolo. Dalla famiglia dei Gandolfi, originaria di Genova e allora proprietaria del feudo, trae origine il toponimo. Dopo il passaggio della proprietà ai Savelli, avvenuto alla fine dello stesso secolo, diversi furono i feudatari che si alternarono per i successivi quattro secoli.
Nel 1608, con bolla papale di Clemente VIII, Castel Gandolfo fu dichiarato patrimonio inalienabile della Santa Sede. Fu tuttavia Urbano VIII a disporre la realizzazione di una villa sul lago di Albano per la propria villeggiatura, e da allora i papi hanno sempre scelto questa località per trascorrervi l'estate. Nel 1611 Paolo V bonificò la zona prosciugando il Lago di Turno, che si estendeva vicino all'odierna Pavona, e ripristinò l'antico acquedotto romano di Malafitto. Nel 1626, l'architetto Maderno, insieme con Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli, terminò la realizzazione della residenza estiva del Papa, il Palazzo Apostolico. L'annesso giardino, tuttavia, si estendeva per un solo ettaro. Questa superficie si dimostrò troppo esigua per le esigenze dei papi, che prediligevano lunghe passeggiate a piedi in ritiro e in preghiera e per questo motivo erano costretti a recarsi nel giardino delle ville vicine. Nel 1629 Urbano VIII trasformò in strade carrozzabili i due sentieri (rimasti tali fin dall'epoca di Domiziano), che collegavano Castel Gandolfo con Albano.
Nel 1655 Alessandro VII realizzò i lavori di ampliamento del Palazzo Apostolico, facendo costruire dal Bernini la nuova facciata, oltre alla parte del Palazzo comprendente la Galleria, che fu orientata sul versante con vista sulla pianura e sul mare.
L'acquisto di Villa Cybo, effettuato da papa Clemente XIV, risale al 1733 e in questo modo la superficie dei giardini a disposizione del Papa aumentò di tre ettari, anche se la strada che conduceva ad Albano separava il giardino di Villa Cybo dal giardino del Palazzo Apostolico.
Nel 1870 lo Stato Pontificio fu ridotto dalla nascita del Regno d'Italia e il Papa smise definitivamente di recarsi alla residenza estiva di Castel Gandolfo, del resto già da tempo abbandonata e in stato di degrado. Pio IX assegnò, allora, le sue ville a due gruppi di suore di clausura, le basiliane cacciate dalla Polonia russa e le clarisse di Albano espropriate del loro Convento ad Albano stessa.
Con i Patti Lateranensi, siglati 1'11 febbraio 1929, lo Stato italiano si riconciliò con la Santa Sede e in quella occasione, riguardo a Castel Gandolfo, lo Stato del Vaticano ottenne, da parte dello Stato italiano, la proprietà del Palazzo Apostolico e la promessa di ricevere anche Villa Barberini.
PioXI fece allora realizzare dall'architetto Giuseppe Momo il collegamento fra i tre edifici: tra il Palazzo Apostolico e Villa Cybo fu posta in opera una loggia, mentre tra il giardino di Villa Cybo e quello di Villa Barberini fu costruito un cavalcavia. L'area della proprietà pontificia di Castel Gandolfo raggiunse, cosi' un'estensione di 55 ettari di terreno. Nel 1933, ancora lo stesso Pontefice, fece allestire all'ultimo piano del Palazzo Apostolico, sotto la torre, la sede dell'osservatorio astronomico vaticano. Il Paese fu, inoltre, dotato di sistemi per la distribuzione idrica e di una centrale elettrica: entrambi le strutture funzionavano sfruttando le acque del lago.
Nel 1944, durante l'ultima guerra, in seguito alla richiesta di asilo da parte degli abitanti di Castel Gandolfo, papa Pio XII accolse la popolazione nei propri alloggi e nei giardini delle ville, autorizzando un accampamento improvvisato.
Nel corso delle Olimpiadi del 1960, sulla superficie del lago si svolsero diverse gare di sport acquatico.
All'interno del Palazzo Apostolico, nella Cappella papale di Urbano VIII, sono presenti affreschi e stucchi degli Zuccari. Villa Cybo contiene, invece, la grande sala delle udienze, realizzata nell'anno 1959 per ospitare 8000 persone in piedi e, per finire, l'aspetto del giardino della Villa Barberini fu completamente ritrasformato nel 1932 ad opera del direttore delle ville Emilio Bonomelli, specializzato nell'architettura dei giardini.
La piazza del paese è arredata con una fontana del Bernini, e la prima 'buca per le lettere' della storia comparve proprio sulla piazza di Castel Gandolfo nel 1820.
Il paese nutre la sua economia con un florido turismo, con la produzione agricola (soprattutto di squisite pesche), e con l'attività terziaria, molto diffusa data la vicinanza alla città di Roma.

Oltre agli edifici di eccezionale valore artistico citati nella scheda, meritano una visita, nel paese, la Chiesa di San Tommaso Villanova, realizzata nel 1661 dal Bernini e che contiene anche opere di altri grandi artisti, e Villa Torlonia, splendido monumento nazionale, che fra l'altro ospitò anche Goethe.
Nelle sette sale dell'Antiquarium si possono ammirare i reperti archeologici emersi nell'area di Castel Gandolfo.

maggio

Il Palio dei Draghi - Regata storica con i “dragon boat” dei Castelli.
Una bizzarra fantasia di due associazioni sportive, il Circolo Kayak ed il Centro Nautico di Castel Gandolfo si è tramutata in realta’: sulle acque del lago si svolge la regata di dragon boat tra i comuni dei Castelli Romani che hanno aderito all’iniziativa reclutando 25 cittadini assolutamente dilettanti che gareggeranno sui 200 metri per conquistare il gonfalone del palio. Il dragon boat e' una imbarcazione orientale con a prua una testa di drago e richiede una squadra di 20 pagaiatori piu’ un tamburino per il tempo e un timoniere per la direzione. Nel contempo sul lungolago sara’ allestita la Fiera del Palio dove ogni comune potra' esporre un proprio stand con artigianato e degustazione dei prodotti tipici.  Info 06.9361707.

luglio

Sagra delle Pesche
E' una delle più importanti e conosciute manifestazione della provincia romana. Le iniziative collaterali durano non meno di una settimana, ma i giorni della sagra vera e propria sono l'ultimo sabato e l'ultima domenica del mese. Le polpose pesche di produzione locale hanno un sapore particolare, grazie alla qualità del terreno di natura vulcanica. La domenica mattina esposizione del prodotto che riceve una particolare benedizione e consegna delle prime pesche ai cittadini. Spettacoli popolari e musicali.
.  ultimo fine settimana

settembre

San Sebastiano, patrono
1^ domenica

Sagra del lattarino
.
 2^ domenica

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino Antiquariato
Corso della Repubblica. Info 06.9360634.
.  4^ domenica
Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi in camper e degustazioni

Le pesche di Castel Gandolfo
Le chiamano le guance di canonico e sono il prelibato frutto a cui la citta' sul lago di Albano dedica la sua piu' importante manifestazione gastronomica ad agosto.

Castel Gandolfo Maps Google

m 426 slm

SOSTA CAMPER

Castel Giuliano

maggio

Festa delle Rose
Nel borgo medievale sul lago di Bracciano si festeggia la fioritura delle rose antiche nel giardino di Palazzo Patrizi, uno dei più importanti appuntamenti floro-vivaistici cui partecipano espositori da tutta Italia. Inoltre, nel fine settimana, si ascolta musica nella Chiesa del Castello e si assiste a spettacoli di strada.  Info 06.99802530.
.  3° fine settimana

settembre

Sagra del Cinghiale
Castel Giuliano, frazione di Bracciano, è un insediamento agricolo del XVII sec. rimasto intatto, di grande interesse strutturale, costituito da tre file parallele di abitazioni a due piani unite in un unico grande edificio. Vi si svolge la Sagra del Cinghiale con distribuzione a prezzi promozionali di piatti di carne cucinata.
.  1° fine settimana

Castel Giuliano Maps Google

Castel Madama

Municipio  Corso Cavour, 34 - 0774.450001 Pro Loco   Piazza Garibaldi, 8 - 0774.449129
da Roma: km 41
Viaggiare e visitare in camper

Il primo insediamento sul territorio della cittadina, situata sullo spartiacque fra l'Aniene e il suo affluente Fosso d'Empiglione, risale al periodo di dominio degli Equi. In epoca romana, l'abitato si costitui' intorno ad una piccola piazzaforte (oppidum di Empolum) della quale resta qualche rudere. Molti secoli dopo il primo insediamento fu costruito un castello, che fu chiamato Castello degli angeli, donato nel 1034 ai monaci benedettini dal prefetto di Roma Crescenzio degli Stefaniani. Intorno al 1300 i Tiburtini rasero al suolo tutta la città compreso il castello, che rimase in piedi in minima parte. Pochi anni dopo la famiglia Orsini provvide a riedificare l'edificio, ove visse fino al 1504, quando Alfonsina Orsini sposò Piero de' Medici e suo nipote Alessandro sposò Margherita d'Austria che, rimasta vedova nel 1538, ereditò il possedimento, portandolo poi in dote al secondo marito, Ottavio Farnese. Margherita si dedicò con passione al paese, guadagnandosi la stima degli abitanti, che vollero esprimerle la loro gratitudine mutando il nome di Castello degli Angeli in Castel Madama.
Il Castello rimase a lungo proprietà dei Farnese, finche passò ai marchesi Pallavicini, che vi fecero costruire un borgo quadrato. Il dominio degli Orsini ebbe fine durante la Rivoluzione Francese, che decretò l'indipendenza del Comune. Sotto papa Pio VI, poi, Castel Madama tornò possesso dei Pallavicini e, sotto papa Pio IX, riconquistò definitivamente la sua indipendenza.
Orsini, Medici, Farnese, Pallavicini: una sequenza di grandi famiglie dominarono la scena di Castel Madama per qualche secolo, ed è per questo che oggi il paese rappresenta una meta interessante, offrendo splendidi esempi di architettura medievale e rinascimentale.
Numerosi sono gli edifici sacri di rilievo, tra cui la Chiesa di Sant'Anna, edificata in ricordo della vittoria militare sui Tiburtini; la Chiesa di San Sebastiano, che custodisce al suo interno un ciclo di affreschi attribuiti alla scuola degli Zuccari; la Chiesa di San Michde Arcangelo (1775); la Chiesa di San Lorenzo (1727) reduce nel tempo di continue devastazioni dovute alla guerra e, nel dopo guerra, ai fenomeni climatici che contribuirono a ledere una costruzione oramai precaria, fino al restauro del 1979. Altro monumento interessante, anche se più recente, è il Tempietto di San Michele, eretto in onore del santo dopo l'ultima epidemia di colera nel 1867.
Il paese è dominato dal Castello Orsini (XIV secolo), dono di Oreste Vulpiani, che ne fu l'ultimo proprietario, al Comune. I primi atti che lo menzionano sono del X secolo, quando esso venne donato ai monaci benedettini. Fulcro della difesa del paese, fu oggetto di ripetuti rifacimenti, ma il passaggio da torre-fortezza all'attuale castello-fortezza lo si deve agli interventi di Margherita d'Austria. I molti passaggi di proprietà furono la causa della sua espoliazione interna. Al Comune si deve una sapiente conservazione dell'edificio attraverso continui restauri. All'interno, si può ammirare il chiostro, con il pozzo e le numerose iscrizioni romane. Lungo la Via Empolitana, è possibile visitare i resti di quattro degli undici acquedotti antichi di Roma.
Il paese vive per lo più di agricoltura, basata sulla coltivazione di cereali, olive e frutta (soprattutto pere). La produzione di olio è notevole, non solo per la qualità delle olive del luogo, ma perché nei frantoi di Castel Madama si produce olio anche lavorando olive greche e spagnole.

maggio

Festa del Patrono S. Michele Arcangelo
I solenni riti religiosi sono affiancati da giochi popolari e da una Fiera di Merci ed Artigianato.
.  1^ decade (giorni 8, 9 ~)

luglio

Castello in Fiera
Palio equestre Madama Margherita: nel centro storico ha luogo un corteo storico in costumi cinquecenteschi per rievocare l'antico episodio del 1538 quando il borgo muto' nome passando in dote a Margherita d'Austria, figlia di Carlo V. Inoltre mostre di antiquariato, collezionismo, artigianato e degustazione di prodotti tipici del territorio. Info comitato 0774.4449500.
.  2° fine settimana

Sagra della pera Spadona
Associato alla sagra per il prodotto locale si svolge il Palio di Madama Margherita d'Austria, che soggiornò a lungo nel paese nel secolo XVI, ospite della famiglia Orsini, con corteo storico in costume dei vari rioni. Inoltre la manifestazione comprende mostre sulla civiltà contadina e varie  manifestazioni folcloristiche.
.  3° fine settimana

agosto Festa di San Lorenzo
Giochi, musica e balli in piazza festeggiano il santo.
.  1^ decade (giorno 10 ~)
novembre

Oliolive
Festa dedicata all'olio nuovo ed alle olive lavorate. Nelle vie del centro della cittadina alle porte di Roma, chiuse al traffico per l'occasione, vengono allestiti spazi espositivi e stand gastronomici, per gustare ed acquistare i prodotti tipici locali ed il rinomato olio.

OlioOlive - Castel Madama - Roma - CamperWebTradizioni e sapori antichi uniti ad itinerari turistici e rivisitazioni storiche. Annualmente  riproposte tre giornate di appuntamenti e manifestazioni alla scoperta dei valori culturali e dei sapori della tradizione gastronomica. Un lungo fine settimana dedicato al trionfo della degustazione di olive da tavola ed olio extravergine, che presto avrà la denominazione dop delle Terre Tiburtine. Le piazze ed i vicoli del paese si trasformeranno in una “vetrina” d’espositori e di degustazioni dove si potranno assaggiare e acquistare i prodotti tipici e di agricoltura biologica del paese della Valle dell’Aniene. Protagoniste assolute della manifestazione saranno proprio le olive lavorate che arrivano sulle nostre tavole. Del resto, a Castel Madama ogni anno vengono stagionate e lavorate nelle aziende del paese più di 50 mila tonnellate di olive, nel rigoroso rispetto della tradizione mediterranea. Una realtà industriale che ricopre circa il 20% di tutta la produzione nazionale, apprezzata anche all’estero dagli Stati Uniti alla Cina, nuovo mercato in espansione.

Le olive che vengono raccolte proprio in questi giorni ed in tutto il paese già fervono i preparativi per l'ennesima edizione di una manifestazione tutta da gustare. “OliOlive” è organizzata dal Comune di Castel Madama in collaborazione con le aziende elaiotecniche del paese. E proprio le forti potenzialità della produzione locale, supportate da una promozione eno-gastronomica, fanno sì che questa manifestazione sia ormai considerata un evento di rilevanza culturale e turistica. Un’occasione colta, sana e ghiotta dove, per tre giorni, il turista curioso e goloso può incontrare tipicità e ricchezze di queste terre tra appuntamenti gastronomici, mostre, concerti, esibizioni di sbandieratori, spettacoli per bambini, prodotti d’artigianato e musica popolare. Ampio spazio è dato anche a convegni e dibattiti insieme ad esperti e professionisti del settore.

Dove: Castel Madama è sita a 39 km da Roma. Facilmente raggiungibile con l'autostrada A24 per l'Aquila e la statale Tiburtina.
Informazioni Ufficio Cultura 0774.4500226.

OLIOLIVE UN PIACERE PER IL PALATO, GUSTI POVERI MA BELLI

Pizza di granturco, fiori di zucca fritti e dolci secchi: un tour tra i sapori castellani
Poveri di nascita ma ricchi di sapore. Inventati dall'ingegno di vecchie massaie e pronti a far sognare il palato. Castel Madama è anche sinonimo di buona tavola. OliOlive è un'occasione da non perdere per gustare i piatti tipici di questo paese alle porte della Capitale. Non serve chiedere il menù tra gli stand della manifestazione, è tutto da assaggiare. Per cominciare è d'obbligo un po' di bruschetta con olio extravergine e delle olive nere Brocaniche. Poi è tutto un viaggio nel piacere. Tra i primi predomina la pasta con i fagioli, ma tra le specialità non va dimenticata la “pizza di granturco con i broccoletti ripassati con olio, aglio e peperoncino”. Tipica del periodo invernale è uno dei piatti poveri della tradizione contadina. Cosa è la pizza di granturco? Un impasto di acqua, farina di polenta e sale da cuocere lentamente. Per secondo la carne alla brace sazierà i palati di chi cerca sapori genuini. Il tutto con fiori di zucca fritti. Se volete spingervi fin nel cuore della tradizione potreste far merenda con la "pizza fritta con lo zucchero". Il caffè a questo punto ci vuole con accompagnamento di biscotti secchi della zona.
Dalle ore 17,00 del venerdì resteranno sempre aperti gli stand espositivi dove sarà possibile la degustazione gratuita o l’acquisto di olio extra-vergine, olive lavorate e prodotti gastronomici locali. Nell’area espositiva sarà possibile seguire la lavorazione del latte con assaggi di ricotta calda, conoscere le antiche tecniche della cesteria e assistere alle dimostrazioni di raccolta tradizionale e moderna delle olive. Sarà, inoltre, visitabile il frantoio di Castel Madama per assistere alla spremitura.
Informazioni dettagliate sul programma:
Ufficio Stampa Comune di Castel Madama – Daniela Cocchi - Corso Cavour, 34 - 00024 Castel Madama (Roma)
cell. 320.6943732 - ufficiostampa.cm@libero.it  - www.castelmadama.comnet.roma.it

2^ quindicina

ricorrenze Venerdì Santo
Tradizionale processione.
Cultura e turismo in camper
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- Castello
- Il Tempietto dei Collicelli

Parco Archeologico dell'Inviolata
Immerso nell'ambiente campestre tipico della Valle dell'Aniene, dove dolci colline incontrano estesi filari di olivi secolari, il Parco circoscrive l'area di importanti rinvenimenti archeologici, tra cui il noto bassorilievo della Triade Capitolina. L'importante reperto raffigura le tre principali divinita' romane: Giove, padre supremo degli dei e degli uomini; Giunone, moglie di Giove e regina degli dei, chiamata anche con il termine di Lucina (regina);  Minerva, dea della sapienza e delle arti, solitamente rappresentata accanto ad una civetta. Compreso tra i Monti Cornicolani e la piana di Guidonia Montecelio, il Parco presenta un ambiente agricolo e naturale di rara bellezza, esempio del tipico paesaggio della campagna romana, sempre meno diffuso

Castel Madama Maps Google m 428 slm

SOSTA CAMPER

Castel S. Pietro Romano

Municipio  Via Vittorio Veneto, snc - 06.95384881
maggio San Clemente
Processione ma anche banda, fuochi artificiali e tombolata in piazza - 06.9538745.
.  1^ domenica
Cultura e turismo in camper
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Monumento Naturale Valle delle Cannuccete - 06.9538481
Il monumento naturale comprende un'area costituita da rocce sedimentarie di origine marina. Il bosco, costituito da roverelle, cerri, tigli ed aceri, con esemplari di forme e dimensioni notevoli, e' attraversato da un fitto reticolo di sentieri e mulattiere in cui convergono alcune sorgenti incanalate in un acquedotto sotterraneo risalente all'epoca romana. Il comune di Castel San Pietro, arroccato sul luogo dove si ergeva l'acropoli dell'antica Praeneste, prende il nome da un oratorio paleocristiano dedicato al primo vescovo di Roma.

Castel S. Pietro Romano Maps Google

Castelchiodato

Pro Loco  Via Benedetto Croce, 75 - 06.9099303 - prolococastello@libero. it
febbraio Carnevale Castellano
Tradizionale manifestazione dedicata al divertimento dei più piccoli e non solo, i vari Rioni sfilano per le vie del Paese sviluppando i vari temi allegorici prefissati, il tutto accompagnato dalle musiche della banda musicale.
giugno SS. Salvatore
La festa inizia la mattina con un pellegrinaggio dalla Chiesa parrocchiale sino al Santuario del SS. Salvatore dove si celebra la S. Messa; alle ore 12.00 solenne processione con l'icona del SS. Salvatore per le vie dei Paese; la festa si conclude con giochi vari ed intrattenimenti musicali.
.  giorno 1
luglio S. Margherita
Una grande processione per le vie dei Paese ed il secondo giorno giochi popolari, spettacoli musicali ed intrattenimenti vari a chiusura dei festeggiamenti.
.  2^ decade (giorno 20, 21 ~)
dicembre Natale, ricorrenza molto sentita dalla popolazione castellana e festeggiata con la costruzione di un grande presepe realizzato dai soci della Pro loco. Le scenografie sono diverse ogni anno ed i personaggi meccanizzati vestiti con costumi cuciti a mano;, completano la scenografia una colonna sonora ed effetti speciali. Visitabile dal giorno di Natale alla terza domenica di gennaio.
ricorrenze Venerdì Santo
Commemorazione e rappresentazione della Via Crucis per le vie del Paese.
Castelchiodato Maps Google

Castelnuovo di Porto

Municipio  Piazza G. di Vittorio, 1 - tel. 06.9079005 / 9079835 Pro Loco Via Belvedere, 8 - tel. 06.90169105
gennaio Giostra della Stella.
Si inizia al mattino con la tradizionale processione cui partecipano cavalieri e dame del paese nel tradizionale costume; nel pomeriggio si prosegue con la sfida della Stella, una gara tra cavalieri che debbono infilare una stella sospesa con il loro pungolo. La manifestazione prosegue con il passaggio di consegne tra i festaroli membri della centenaria Confraternita di Sant'Antonio ed il rito del grande falo'.  Info 06.9079005.
.  3^ domenica

Festa di San Sebastiano.
Festeggiamenti religiosi della Confraternita custode della reliquie del santo con cerimonia nella Chiesa dell'Assunta e successiva processione. Nel pomeriggio della domenica vengono organizzati giochi popolari, corsa con i sacchi, pentolaccia ed albero della cuccagna.  Info 06.9079835.
.  ultimo fine settimana

maggio - agosto Estate Castelnuovese
Tanta musica, cinema e teatro
settembre Festa di Sant'Antonino
l^ domenica
ottobre

Sagra della polenta
Vera festa per gli amanti di questo piatto ricco e gustoso. Dopo che nella mattinata di domenica si sono svolti alcuni giochi popolari, i rioni del paese offrono in piazza abbondanti porzioni di polenta, preparata sul posto, condita con salsicce e spuntature di maiale. In alternativa si puo’ optare per gli ottimi panini con la porchetta.  Info 06.9079005.
3^ domenica

Cultura e turismo in camper
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- Chiesa di SS Agostino e Antonio Abate - Sec. XV.  Nel XVIII il Cardinale Guadagni fece modificare lo stile della chiesa in un elaborato barocco.
- Chiesa di S. Sebastiano con affresco del XVI secolo.
- Collegiata di S. Maria Assunta in Cielo - Della prima chiesa è rimasto solamente il campanile romanico del XIII secolo.
- Rocca Colonna - Nel cortile interno è conservata l'antica Chiesa di S. Silvestro in Colonna.
- Antica Posta - Costruzione del XIV secolo ottimamente conservata. Nel giardino si può notane un tratto di strada romana.

Castelnuovo di Porto Maps Google

Cave

Municipio  Viale degli Orti Giorgioli, 33 - 06.95800006

ricorrenze

La cremazione del Carnevale.
Si svolge martedi' grasso la sfilata dei carri allegorici e delle maschere

Venerdì Santo - La Passione di Cristo
E' una delle più suggestive rappresentazioni della Passione che si svolgono nel Lazio ed è antica di centodieci anni. Una processione scenografica con 500 figuranti in costume attraversa le vie del paese illuminate da fiaccole e accompagnata da melodie sacre di carattere popolare, cantate da un coro di Pie Donne.

Cultura e turismo in camper
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Monumento Naturale Villa Clementi Fonte di Santo Stefano - 06.9581384
Questa area protetta interessa il parco comunale di Cave e la sorgente di acqua oligominerale in questo ricompresa. Si tratta della fonte di Santo Stefano, una polla curativa che pare abbia giovato anche a Michelangelo Buonarroti. Il parco ha una parte pianeggiante adibita a giardino ed una parte in pendio occupata da acacie, cipressi, abeti e castagni.

Cave Maps Google

Cerreto Laziale

Municipio  Piazzale Municipio, 3 - 0774.798032

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

aprile

Palio della Gatta
Si festeggiano le gatte ricordando un felino che un tempo salvo' il paese dalla distruzione: giochi popolari in costume d’epoca per la sfida del palio.
Info. 0774.7998032.
.  3^ decade (giorno 24 ~)

settembre

Sagra delle pizzarelle
Un tipo di pasta condito con sugo piccante ed offerto ai turisti in onore della Madonna delle Grazie.
.  
domenica successiva al giorno 8

novembre

Verolata in piazza
Castagne arrosto e vino locale vengono distribuiti ai presenti.
.  giorno 1 ~

ricorrenze

Corpus Domini
Tradizionale infiorata.

Cerreto Laziale Maps Google

Cervara di Roma

Municipio Via G. Verdi, 9 - 0774.828715 / 828275

gennaio

Festa di Sant'Antonio.
Processione pomeridiana seguita da una cena gratuita in piazza offerta dalla Confraternita del Santo. Info 0774.828715.
.  giorno 17

giugno

Sagra dello Recalicu
E' una festa che celebra prodotti locali come polenta, fagioli e pecorino, serviti in un apposito stand con un buon bicchiere di vino. Si fa anche musica in piazza. La Sagra inizia di solito in tarda mattinata.
.  ultima domenica

agosto

Ballo della Mammoccia
I festeggiamenti culminano con l’incendio finale del grande pupazzo di cartapesta attorno al quale si intrecciano danze.
.  2^ decade (giorno 16 ~)

Cervara di Roma Maps Google

Cerveteri

Municipio  Piazza Risorgimento, 1  - 06.9951858 / 9951859 / 9940016 
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Cerveteri - Roma - CamperWeb Foto Associazione Campeggiatori Valtiberina

Cenni Storici
I Greci la chiamarono Agylla, gli Etruschi Caisrie o Caisra, i Latini Caere, oggi è Cerveteri, una delle più grandi e famose città dell'Etruria. Nel periodo della sua massima espansione territoriale tocco' a sud il Tevere, a nord i Monti Sabatini, il lago di Bracciano, la Valle del Mignone; essa sorgeva su una altura naturalmente protetta.
Le sue prime manifestazioni di vita come aggregato urbano, riconoscibili dalle testimonianze archeologiche, risalgono alla fase della cultura del ferro villanoviana (IX-VIII secolo a.c.). Nel successivo periodo detto orientalizzante la città raggiunse un alto livello di floridezza economica e culturale, oltreché di incremento demografico, come provano le caratteristiche tombe monumentali con le ricche suppellettili e l'enorme espansione delle necropoli; ed è questa appunto, nel VII e nella prima metà del VI secolo, l'epoca della massima potenza etrusca sul mare (talassocrazia).
Caere aveva ben tre porti: Pyrgi (Santa Severa), Alsium (Palo) e Punicum (Santa Marinella) e con essi esercitava l'attività navale, commerciale e militare. Partecipò alle lotte per la difesa delle vie commerciali etrusche e per il predominio del Tirreno: le sue navi. a fianco della flotta Cartaginese, si scontrarono con i Greci originari di Focea, costringendoli ad abbandonare la Corsica (battaglia del Mare Sardo o di Alalia, intorno al 540 a.c.). Nonostante comunque le sue lotte con i focesi, ebbe ottimi e costanti rapporti con il mondo ellenico, rapporti attestati non soltanto dalle notevoli quantità di oggetti greci rinvenuti nelle sue necropoli, ma anche dal fatto che, unica città del mondo etrusco, ebbe un proprio tesoro al santuario di Delfi. Inoltre si è addirittura supposto che colonie di greci (probabilmente formate per la quasi totalità di artigiani, artisti e commercianti) si siano potute stabilire nel suo territorio e forse nella stessa città. Sul finire del VI secolo inizia la decadenza: gli etruschi vengono sconfitti presso Aricia (odierna Ariccia), nel 506 a.c. circa, da Latini e Cumani coalizzatisi insieme.
Agli inizi del V secolo, probabilmente nell'arco dei primi decenni, un fatto nuovo accade nella città di Caere: viene al potere Thefarie Velianas. Abbiamo notizia del fatto perché questo personaggio fece un dono sul quale era posta una dedica alla dea Astarte (etrusca Uni) nel santuario di Pyrgi: tale atto è riportato nelle famose laminette d'oro inscritte in etrusco ed in punico. Poi il crollo: sconfitti a Cuma da una coalizione formata da cumani e sicuracusani nella memorabile battaglia ricordata dal poeta greco Pindaro (474/3 a.C.), gli etruschi debbono abbandonare definitivamente la loro politica espansionistica.
Cerveteri, ormai menomata nella sua potenza, ebbe addirittura a soffrire il saccheggio del tempio di Pyrgi (384 a.c.) da parte di Dionigi, tiranno di Siracusa. Altre notizie della città risalgono poi alla prima guerra etrusca contro Roma, svoltasi dal 359 o 358 a.c. al 351. Cerveteri scesa in campo a fianco dei Tarquiniesi, nel 353, ma sconfitta dopo breve tempo, firmo' con i romani una tregua della durata di 100 anni. In un periodo cronologicamente non ben definibile, tra la fine dell'invasione gallica (in cui appunto i ceriti si erano dimostrati alleati dei romani) ed il 353 la città ricevette da Roma la Civitas sine suffragio (cittadinanza senza diritto di voto). Nel 273 circa, i romani accusarono forse gli abitanti di qualche violazione ai trattati, dichiararono guerra a Cerveteri e offrirono la pace solo dietro la cessione di metà del territorio ceretano.
E' ormai la fine di un'era gloriosa, la città è ancora nominata da Livio a proposito della invasione dell'Africa da parte di Scipione, alla fine della guerra punica, esclusivamente come fornitrice di vettovaglie. Ridotta così ad un centro agricolo, ruotante intorno all'orbita di Roma, andò sempre più decadendo pur se ancora nota in epoca imperiale. Divenuta un borgo sempre più spopolato durante le invasioni barbariche, fu quasi totalmente abbandonata a causa delle frequenti scorrerie saracene e l'infierire della malaria che infestava la costa tirrenica. Il trasferimento quasi completo della popolazione avvenne nella suggestiva località di Ceri, più interna, facilmente difendibile e probabilmente più salubre. Nell'817 troviamo Cerveteri nuovamente citata nelle cronache: l'Imperatore Lodovico I la cede al Papa Pasquale I. Divenne poi feudo e fortezza dei Crescenzi e successivamente, dal XII secolo è proprietà della nota famiglia romana dei Venturini e divenne Comune nel secolo successivo. In seguito il libero Comune passa dai Venturini agli Orsini e nel 1674 fu da questi venduto al marchese Bartolomeo Ruspoli. Il castello ed il prospiciente palazzo sono rimasti di proprietà di tale famiglia sino al 1967, anno in cui la famiglia Ruspoli donò allo Stato la rocca per costituirvi l'attuale Museo Cerite.

Ceri
E' a cavallo di uno sperone tufaceo a 105 msm e per raggiungerla si attraversa la storica pineta. Il paese attuale fu fondato nell'alto medioevo dagli abitanti di Caere Vetus, costretti dalle epidemie ed invasioni a sfollare dalle proprie case ed a rifugiarsi sulla zona rocciosa vicina e quasi nascosta del territorio, che prese il nome di Caere Novum, per distinguerlo dal paese abbandonato. Il Castello fu costruito per ragioni di difesa verso la metà del XIII secolo d.C. Dal 1245 al 1347 fu dominio dei Normanni, indi passò agli Orsini. Successivamente fu in potere dei Borromeo, poi degli Odesca1chi e infine dei Torlonia i quali lo hanno posseduto fino ad epoche recenti.
Come tradizione sacra Ceri conserva la memoria di San Felice II, martirizzato nel luogo; le sue reliquie si conservano nella Chiesa parrocchiale sopra un ciborio di pietra con 4 colonne sotto le quali vi è l'altare del Santo Pontefice; nel frontone della tribuna è scolpito il miracolo dei buoi che si rifiutano di portare a Roma le ossa del Santo.
La Chiesa parrocchiale fu costruita, non appena formatosi il paese, nel recinto del castello e più volte restaurata. La Soprintendenza ai Monumenti e ai Beni Culturali del Lazio, diede inizio, nel febbraio 1990, al restauro degli affreschi datati 1200, raffiguranti scene dell'Antico Testamento e figure di santi, scoperti sotto una parete laterale della Chiesa.
Ceri è un minuscolo borgo, poco più di un grosso isolato di circa 200 abitanti. Imponenti mura merlate lo cingono conferendogli l'aspetto di un castello di fiaba.

Castel del Sasso
Situato a nord di Cerveteri a 311 metri sul livello del mare con poco più di 300 abitanti, si raggiunge facilmente dal centro percorrendo la S.P. delle Due Casette-Sasso, oppure dalla S.S. Aurelia al km 46,4 seguendo l'indicazione della S.P. Furbara-Sasso-Manziana.
Percorrendo i sette chilometri che dalla S.S. Aurelia ci conducono a Castel del Sasso, si può godere dello splendido panorama e della originalità del monte Sassone formato da due rupi trachitiche a forma di cono. Sulla rupe più bassa sorgeva il vecchio castello abbandonato nel XVI secolo perché troppo esposto alle incursioni saracene. Nello stesso periodo, più in alto e meno in vista. iniziava la costruzione del Palazzo Baronale fortificato e della Chiesa di Santa Croce. Entrambi si affacciano su un bel cortile pavimentato con mattoni disposti a spiga di grano che prende il nome della chiesa.
Il territorio di Castel del Sasso è ricco di testimonianze storiche e archeologiche. Sono da segnalare il complesso termale delle "Acque Caeretane", i Bagni del Sasso con acqua sulfurea e resti di edifici romani e la Grotta Patrizi, scoperta nel 1933, risalente all'epoca del neolotico medio, i cui reperti sono conservati nel Museo Pigorini di Roma.

Il Museo Nazionale Cerite
Da Piazza Santa Maria si accede all'antica Rocca del castello, donata allo Stato dalla Famiglia Ruspoli nel 1967 per la costituzione del Museo. In esso sono presenti materiali provenienti dagli scavi archeologici effettuati con varie campagne di ricerca in gran parte inediti e recenti.
Sistemato su due piani le esposizioni hanno il pregio di esibire i corredi delle tombe per intero, consentendo di valutare meglio l'estensione cronologica delle deposizioni e la tipologia.
Appena entrati (in senso antiorario) è esposto il materiale più arcaico risalente alla cultura Villanoviana ed è composto da biconici (urne cinerarie), ciotole, elmi fittili, armille. fibule in bronzo. Successivamente tra i manufatti pertinenti al VII e al VI secolo a.c. troviamo coppe, calici e piatti sia in bucchero che d'impasto, raffinate ceramiche, oggetti d'importazione e di produzione locale, pendagli, orecchini, elementi in pasta vitrea o in oro.
Nel piano superiore sono alloggiati i materiali databili dal VI secolo a.c. all'epoca romana; si susseguono ceramiche di elevata fattura provenienti dal mondo greco (vasi attici, corinzi, ionici) e prodotti locali come le idrie ceretane, lastre dipinte, cippi funerari inscritti. oggetti votivi in terracotta.
Allineati al centro della sala ci sono gli eccezionali sarcofagi in pietra con coperchi lisci e figurati e la statua a tutto tondo in tufo di Charun, proveniente dalle Ripe di Sant'Angelo, unitamente alle porte in peperino esposte all'ingresso del museo.
Tel. 06.9941354 - Orario continuato dalle 9 alle 19 - chiuso il lunedì 

Necropoli della Banditaccia
Le Necropoli di Monte Tosto, della Banditaccia. di Cava della Pozzolana, di Monte Abatone, del Sorbo, uniche nel loro genere sono disposte ad anello intorno a Cerveteri. Nel loro complesso questi sepolcreti presentano una continuità d'uso che va dal IX secolo a.c. al periodo romano inoltrato. È evidente il passaggio dal metodo di sepoltura ad incinerazione, a quello a inumazione. La necropoli più visitata è quella della Banditaccia, a due km di distanza dal paese. Le sepolture primitive sono costituite da "pozzetti", semplici buche cilindriche scavate nella roccia tufacea che contenevano l'ossario; a questi si affiancano le "tombe a fossa", di forma rettangolare o trapezoidale scavate nel terreno dove il defunto e il suo corredo trovavano sepoltura. Seguono i tumuletti arcaici databili intorno al VII secolo a.C., essi segnano l'inizio dell'evoluzione della struttura del sepolcro, sono i precursori delle "tombe a camera", veri e propri ambienti simili nella struttura alla capanna o alla casa con una o più stanze, scavate nel tufo o costruite con lo stesso materiale. Questi ambienti, sono quasi sempre inseriti in una struttura circolare più o meno ampia ricoperta da terra detta "tumulo".
Le tombe a dado, le tombe rupestri delle Ripe di Sant'Angelo, le tracce dei carri sulla Via degli Inferi. i grandi tumuli, i cunicoli, le piazze e l'intersecarsi delle sepolture rendono le Necropoli monumentali di Cerveteri, uno dei luoghi piu' suggestivi dell'Etruria e del mondo.
Uff. Biglietteria tel. 06.9940001 - Orario dalle 9 a un 'ora prima del tramonto - lunedì chiuso

Marina di Cerveteri
Nei primi anni del '900 c'erano solo terreni paludosi e malarici. Ora esistono e pulsano di vita Campo di Mare e Cerenova due centri che uniti dalle bonifiche e dalla spiaggia ferrosa del litorale danno corpo alla marina di Cerveteri.
Moderna e suggestiva è Marina di Cerveteri. che dista dal centro storico 4 km. Essa è situata a Nord di Roma sulla Via Aurelia ed è collegata con la capitale dalla ferrovia, dalla CO.TRA.L. e dall'autostrada Roma-Civitavecchia (uscita Cerveteri).
Nata pochi anni fa, Marina di Cerveteri è un centro turistico-residenziale, si presenta quindi non soltanto come un luogo verso il quale si dirige e si incanala il turismo stagionale, ma è soprattutto da considerare quasi una prima casa, a poca distanza da Roma, nella quale possono risiedere stabilmente tutti coloro che desiderano vivere nel verde, a contatto con la natura pur forniti di tutte le moderne comodità.

Poggio Valcanneto
Poggio Valcanneto è il conseguente sviluppo della zona, portato dalla Bonifica dell'Agro Romano degli anni '60 e dove c'era un'oasi di pace per cacciatori e fungaioli, sorse questo Centro residenziale, a pochi passi dal mare ed a metà strada dalle località lacustri.
Situato al km 32,5 della strada consolare Aurelia, esso è il territorio più giovane del comune più vecchio d'Italia: Cerveteri.
Comprensorio di superficie mq 897.208 per n. 4000 abitanti attuali, è posizionato in un ideale connubio logistico, sulla SP 3bis detta "Doganale", vicino alle due Pinete più belle e ridenti del comprensorio comunale.
Tipicamente residenziale; con ville e villette completate da centri commerciali polifunzionali, in mezzo al verde di un'estensione, caratteristicamente "rurale".

gennaio Festa di S. Antonio Abate
Benedizioni degli animali per l'occasione.
.  giorno 17
marzo San Giuseppe e Festa della ciambella
giorno 19 - Due Casette
aprile Festa del Patrono San Felice Papa
.  ultima domenica - Ceri
maggio S. Michele Arcangelo
Feste di piazza in occasione del patrono.
.  giorno 8

Infiorata in onore della Madonna
ultima domenica del mese

giugno Corpus Domini-Infiorata
 
luglio - agosto Manifestazioni Teatrali, Musicali, Cinematografiche e di Arte varia
.

Estate Cerite
luglio-agosto

agosto

Festa dell' Assunta Immacolata
15 agosto - Cerenova

Sagra dell'uva
Per il poeta Marziale erano le migliori del mondo. Chiaramente parliamo delle uve dell’Antica Caere, l’attuale Cerveteri,  che proprio in questo giorno festeggia sia le sue uve che i suoi vini. La Sagra propone, oltre alla premiazione dei produttori piu’ bravi, una sfilata di carri allegorici con distribuzione di uva e di vino, una serie di giochi popolari come l’albero della cuccagna e un gran finale con spettacolo pirotecnico.  Info 06.9951858.
. 
ultima domenica

settembre

Sagra della salsiccia
1^  domenica - Borgo San Martino

Sagra della bistecca
1^  domenica - I Terzi

Bacco d'Oro
Concorso Enologico Nazionale
  1^ decade

natale Rappresentazione del  Presepe Vivente
Rievocazione storica di Arti, Mestieri e Vita quotidiana.

ricorrenze

Venerdi' Santo
Processione Vivente con rappresentazione della Passione e Morte  di Cristo

Infiorata
Nella ricorrenza del Corpus Domini

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Il mercatino di Caere Antica si svolge nel centro storico la terza domenica del mese.
Info 06.9951000 /
9943311

Mercati settimanali
Cerveteri: venerdì (solo mattina)
Cerenova: domenica (periodo invernale); mercoledì e domenica (periodo estivo)
Valcanneto: sabato

Cultura e turismo in camper
Viaggiare in camper e visitare

- Il Castello di Santa Severa
- L'antico porto romano di Pyrgi
- La Necropoli  "Banditaccia"
- Il borgo medievale di
Ceri

Cerveteri Maps Google

SOSTA CAMPER

Ciampino

Municipio Via del Lavoro, 71 - 06.790971 Pro Loco  Viale del Lavoro 61 06.7915275  info

settembre

OktoberFest Ciampino
Una manifestazione che si svolge in concomitanza con quella di Monaco in una tensostruttura per circa 700 persone completa di palco per la musica. L'appuntamento e' alle ore 18 in Viale J. F. Kennedy civico 66 (uscita 22 del GRA direzione Ciampino Zona Industriale). Tra le specialita'  da degustare abbiamo Brezel, Gulasch, BockWurstel, Stinco, ed altro ancora ma senza dimenticare la mitica birra che sarà servita in boccali da un litro. L'occasione sara' unica per assaporare l'esclusiva birra Paulaner appositamente prodotta per l'Octoberfest dalle 6 marche storiche di Monaco di Baviera (HofBrau, Hacker-Pschorr, Lowenbrau, Augustiner, Spaten e Paulaner) , le uniche ad avere l’autorizzazione ad organizzare l’Oktoberfest di Monaco, producono e commercializzano questa fantastica birra solo ed esclusivamente per l’Oktoberfest !!!! Dopodiché niente più fino all’anno prossimo.
(fonte )
.  fine mese

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino di artigianato e antiquariato
Si svolge in Via Calo' con circa 80 espositori di oggettistica ed antiquariato (
usufruire del parcheggio gratuito in Viale Kennedy - 06.79097314).
.  1^ domenica del mese
(escluso agosto)

Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Arrivando a Ciampino dalla capitale ci si avvede immediatamente dell'infittirsi della vegetazione, preludio della distesa verdeggiante dei Castelli Romani, mentre la strada incomincia a salire in direzione della via dei laghi, verso Albano e Nemi.
Frazione di Marino fino al 1974, il Comune di Ciampino gode da sempre di una posizione strategica di collegamento tra l'area metropolitana di Roma e le colline romane, posto sul tracciato millenario dell'Appia Antica, a poca distanza dal Grande Raccordo Anulare e dall'Anagnina. Il suo nome riporta inevitabilmente alla presenza sul suo territorio dell'aeroporto internazionale Giovanni Battista Pastine (06.65951), meglio conosciuto con il nome di aeroporto di Roma Ciampino, il secondo per importanza dopo lo scalo di Fiumicino. Di qui ogni anno passano piu' di 4 milioni di passeggeri, causando non pochi disagi agli abitanti.
E di qui e'  passata anche la Storia, lasciando innumerevoli testimonianze, a partire dalla Villa di Quinto Voconio Pollione, residenza romana a pianta rettangolare del II sec. d.C., che ha restituito importanti reperti archeologici, come splendide statue e capitelli, tra cui le Tavole Iliache, bassorilievi rappresentanti poemi omerici, oggi conservati nei Musei Capitolini di Roma. I tesori archeologici rinvenuti nell'area sono infatti attualmente custoditi nei piu' importanti musei romani ed europei. Nel 2003 la citta' ha richiesto ufficialmente la restituzione di molti di essi, per fondare una esposizione permanente.
Intanto Ciampino ha dedicato all'arte e alla cultura due nuove strutture: Il Centro Culturale per le Arti Applicate e il Territorio (06.79350732), polo multidisciplinare predisposto nel 2002 all'interno del Casale dei Monaci, antico edificio risalente al XVII secolo; e la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea (06.7909408/9), allestita nel complesso municipale dell'ex Cantina Sociale. Sede di numerose mostre ed attivita' dedicate alle scuole, la galleria ospita inoltre il "Laboratorio", officina messa a disposizione di giovani artisti che vogliono realizzare opere di grandi dimensioni e non hanno uno spazio adeguato, con possibilita' per il pubblico di assistere alla loro realizzazione.

Viaggi e cultura in camper

Storia e natura lungo la Regina Viarum
Un luogo di eccezionale bellezza, paesaggistica e storica e' racchiuso nei confini del Parco Regionale dell'Appia Antica (06.5126314), lingua verde di congiunzione tra i confini della capitale e l'area dei Castelli Romani. Oltre all'immenso patrimonio naturale e faunistico, il Parco preserva un tratto di 16 chilometri della via consolare, iniziata dal censore Appio Claudio nel 312 a.C., e ultimata nel 191 a.C. con la presa romana di Brindisi, capolinea dell'antico tracciato. Un'oasi lussureggiante che conserva resti di acquedotti, monumenti dell'antica Roma e sepolcri, svelando al visitatore un itinerario di grande fascino, immerso in una natura ancora in parte incontaminata (Centro Visite via Appia Antica 42).

Da vedere:
- vestigia del Medioevo e del Rinascimento
- alcune torri e casali tra cui il Casale dei Monaci recentemente restaurato
- alcuni siti di interesse archeologico tra cui un tratto dell'Appia Antica
-  tratto del parco naturale dei Castelli Romani.

Ciampino Maps Google

SOSTA CAMPER

Ciciliano

Municipio  Via Roma, 49 - 0774.790006 / 790358
luglio Festa della Madonna della Palla
E' così chiamata per aver salvato due bambini che giocavano a palla sul ciglio di un burrone. Nella processione viene portato il tradizionale "mannocchio" di grano con pane e vino in segno di ringraziamento per l'abbondanza del raccolto. Nel pomeriggio si svolge un torneo di giochi con la palla destinato ai bambini.
. 2^ domenica

Sagra degli gnocchi ‘ncati
Presso gli stand gastronomici si puo' degustare questa pasta di sola di acqua e farina condita con il sugo di pomodoro oppure di aglio, cipolla, e basilico. Terminata la cena si potra' digerire con due passi rallegrati dalla musica in piazza.
.  3^ settimana

agosto Festa di Santa Liberata
Particolare la processione che si svolge portando oggetti sacri frutto del lavoro artigianale locale tra i quali i "tronchi", croci di legno a forma di albero e grandi arazzi con scene sacre. La processione, divisa in due, compie percorsi a cerchio, un rituale dal sapore magico, residuo di antiche feste pagane. Nell'occasione si svolgono folcloristiche gare popolari tra le quattro contrade del paese (Castelluccio, Selciata, Caropiana e Porta di Sotto).
giorni 18, 19 e 20
Ciciliano Maps Google

Cineto Romano

Municipio  Via Carlo Todini, 8 - 0774.928016  
febbraio Festeggiamenti per S. Agata e S. Dorotea
La devozione degli abitanti di Cineto per Sant'Agata è molto sentita. Una leggenda racconta che una volta una ragazza del paese che era andata al torrente per lavare i suoi panni si vide comparire davanti nientemeno che Sant'Agata, la quale le ingiunse di tornare in paese per riferire della sua apparizione. Cosa che la giovane fece immediatamente, ma non fu creduta. Tornata al ruscello, ebbe la sorpresa di trovare i suoi panni ben lavati e stirati. Mentre la ragazza tornava sbigottita in paese per la seconda volta, le campane si misero a suonare a distesa. Allora tutti si precipitarono al torrente e trovarono su di una pietra le impronte lasciate dalla mano della Santa vicino ad una sua statua. L'immagine fu portata in chiesa ma il giorno seguente fu ritrovata vicino a un albero fiorito dove probabilmente la Santa avrebbe gradito di rimanere in un santuario costruito appositamente. Il desiderio non fu ben interpretato e per tre volte la statua fu riportata in chiesa. Alla fine si dice che Sant'Agata, seccata della caparbietà dei cinetani, se ne sia andata in Sicilia dove non ebbe fortuna, poiché subì il martirio della resezione delle mammelle. Ancora oggi molte donne si recano a Cineto a pregare Sant'Agata per “farsi scendere il latte”.
.  giorni 5 e 6
marzo Sagra della Polenta
La manifestazione gastronomica, dove degustare la polenta condita con spuntature di salsicce, sara’ accompagnata da intrattenimenti musicali (balli in piazza e musiche folcloristiche) ed in concomitanza si avranno i festeggiamenti per Santa Dorotea con cerimonie religiose in onore della patrona del paese.  Info 06.67664821.
.  1^ decade
novembre Festa di San Martino
Per l'occasione viene organizzata una grande “fagiolata”. Verso l'ora di pranzo si serve, a prezzi promozionali, un primo piatto costituito da fagioli con le cotiche. Si possono gustare anche altri prodotti locali e il vinello di stagione. Pomeriggio danzante.
.  2^ o 3^ domenica
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Civitavecchia

< 20 Regioni >  <  1000 Emozioni >

  Civitavecchia in pillole 

 

Civitavecchia Maps Google

Amici a Quattro Zampe 
Il sito del canile di Civitavecchia interamente gestito da volontari

Civitella San Paolo

Municipio  0765.335121 Pro Loco  0765.330145 / 335121 Info

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

ricorrenze

Sagra della castagnola
Ultima domenica di carnevale

maggio

Festa dei Canestri e del Pane Benedetto
Una festa pagana che si svolge senza interruzioni dall'epoca dell'antica Roma e che nei secoli si è trasformata plasmandosi sulla tradizione cristiana. Ancora oggi la processione è composta da giovani che portano cesti di pane, anch’essi col simbolo scavato sulla crosta che, si narra, salvarono gli abitanti di Civitella da una terribile carestia; portatrici in costumi dell'epoca contadina che si fanno carico dei canestri, grandi coni cilindrici rivestiti di fiori e nastri, e sfilano nella tradizionale processione per salutare l'evento della bella stagione in un esplosione di colori e profumi. Alla termine del corteo processionale e della liturgia, vengono distribuite le pagnottine prodotte secondo l'antica ricetta tradizionale della treccia all'anice riconosciuta come prodotto tipico di Civitella San Paolo. La festa in onore dei patroni San Filippo e San Giacomo, ma sicura reminescenza di alcuni riti pagani dei Romani in onore delle divinita' agresti, prosegue con i menu' tipici promossi dalla Pro Loco e animazione di piazza. Una giornata, dunque, da trascorrere in un mix di storia, cultura, tradizione, folklore a divertimento.
Referente Sig. Filippo MODESTI 329.1734179
giorno 1

luglio

Festa di S. Giacomo
Patrono.
.  giorno 25 ~

agosto

Festa della natività di Maria SS
Conclude il periodo dei festeggiamenti estivi ed è la manifestazione che riscuote il maggior consenso popolare.
fine mese

ottobre

Festa Medievale la Barcana
Un fine settimana nell'antico borgo sovrastato dal castello medievale, La manifestazione si svolge in una cornice di suoni, colori e sapori rifacentesi alle rievocazioni storiche ed esibizioni di musici e giullari oppure degustazioni di prodotti tipici nelle taverne. Sabato si visita il mercato medievale tra sbandieratori, tamburini e la rappresentazione de "Il Cantico delle Creature di S. Francesco"; domenica si termina con cortei di dame e principi in abiti d'epoca, spettacolari tornei d'armi medievali con duelli a spade di fuoco.
.  2^ decade
Cultura e turismo in camper
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- Il Castello Abbaziale - Costruzione risalente al 1100, con due torri: una esagonale alta ca 20 m.; l’altra, a pianta quadrata, alta ca 30 m. Attualmente finalizzato ad ospitare iniziative a carattere culturale.
- Chiesa di S. Giacomo (Secolo XIX) - Il campanile, alto ca 38 m. e’ in Stile gotico, suddiviso in tre ordini ognuno con tre cornicioni.
- Chiesa di San Lorenzo - Sec. XIII. Completamente trasformata alla fine del XVII sec, la Chiesa non conserva che poche tracce della primitiva Struttura medioevale: notevoli sono le cappelle di S. Lorenzo con stucchi e tela settecenteschi e quella di S. Maria con cupola ellittica.
- Monastero di Santa Scolastica
- Parco di S. Andrea
- Cinta muraria medievale

Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazioni in camper

Dolci natalizi:  "i cacioni"  (una sorta di ravioli cotti al forno con impasto a base di frutta secca, zucca, liquori), "i confortini"  (biscotti secchi con impasto di nocciole ed anice),  "i tozzetti" e "treccia " all'anice.

Civitella San Paolo Maps Google

195 m slm

Colleferro

Municipio  Piazza Italia, 1 - 06.972031

dicembre

Festeggiamenti per Santa Barbara
La festa si apre con la tradizionale Fiera. Seguono mostre, visite guidate ai Rifugi e altre manifestazioni culturali. La sera spettacolo di fuochi artificiali.
. giorno 4

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Passeggiando tra i sogni
Si svolge nel centro storico la 3^ domenica del mese (escluso luglio/agosto) con circa 160 espositori di oggettistica ed antiquariato - Corso Filippo Turati  (dalle 8.00 alle 20.00).  Info 0773.604380 / 600873.

Colleferro Maps Google

SOSTA CAMPER

Colonna

Comune - Piazza Vittorio Emanuele II, 5  -  06.947301 

 aprile

Festa della Primavera
L’inizio della più dolce stagione dell’anno viene celebrato con una profusione di decorazioni floreali e addobbi di verzure che fanno da cornice alle esecuzioni musicali della Banda cittadina e ad una gara di maratona.
 .  1^ domenica

agosto

Festa di San Rocco
I festeggiamenti iniziano il 14 (ore 18,30) con una Santa Messa e  una Solenne Processione e proseguono il giorno 16  con celebrazioni in onore del   SS  Salvatore e la tradizionale "festa in piazza".
.  2^ decade (giorni 14, 15 ~)

settembre

Festa di San Salvatore
Si festeggia con danza, ballo liscio ed animazione in piazza dalle ore 20. A seguire cocomero per tutti.
.  giorno 1~

ottobre

Sagra dell'Uva Italia
Festeggiamenti dedicati alla produzione dell’uva Italia con addobbi per le vie della cittadina con pampini e grappoli. Nella giornata di domenica ha luogo la tradizionale sfilata di carri allegorici sui quali compare solitamente il Dio Bacco contornato da fiaschi di vino. Nel pomeriggio scavolata e distribuzione di grappoli in una festosa ambientazione allietata da musica in piazza.  Associazione Pro Loco Colonna tel. 06.94731035.
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1^ fine settimana

Colonna Maps Google

Fiano Romano

Municipio  Piazza Matteotti,  9 –  tel. 0765.4071  Pro Loco Piazza Matteotti - tel. 0765.455289
gennaio Festa di Sant' Antonio Abate
Festeggiamenti in onore del Santo Patrono con tradizionale benedizione degli animali e distribuzione di assaggi di specialita' locali.
giugno Sagra della Lumaca e della Salsiccia.
Distribuiscono lumache in umido e salsicce locali. Inoltre si corre il Palio rusticano della Stella.
.  ultima domenica
luglio Sagra del pangiallo
Tipico dolce augurale locale, impastato con farina, zucchero, pinoli, noci, nocciole, uva passa e cacao.
ultima domenica
ottobre Festeggiamenti in onore di Santa Eurosia
Copatrona del paese. Festivita' religiosa animata dalle degustazioni di prodotti tipici.
2^ domenica
ricorrenze Carnevale Fianese
Rinomato per la sua sfilata di carri allegorici.
Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato
Mercatino dell'arte
Si svolge nel centro storico, escluso luglio ed agosto, una esposizione di antiquariato, curiosita', artigianato, collezionismo, modernariato.
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1^ domenica del mese

La Rocca
Mostra mercato, antiquariato, artigianato, collezionismo ma anche visite guidate al Castello Orsini ed alla Villa dei Volusii.
.  3^ domenica del mese

Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

La Via Tiberina conduce a Fiano Romano, borgo agricolo con una grande storia. Sorto nel territorio dominato dall'antica citta' di Capena, fondata dagli etruschi in un periodo compreso tra l'VIII ed il VI secolo a.C., sviluppo' il suo abitato intorno all'antico castrum medievale. Su quelle fondamenta, il conte Nicolo' III, discendente della famiglia romano degli Orsini, eresse la sua dimora rinascimentale nel 1493 e da li' governo' le terre circostanti.accogliendo i potenti dell'epoca. L'ala quattrocentesca conserva immutato il fasto dell'epoca del dominio degli Orsini, durato fino al 1600. Tra le stanze piu' note si annovera la Sala della Guardia, dove Papa Alessandro VI Borgia celebro' nel 1493 la cerimonia della concessione delle indulgenze, oggi utilizzata dal Comune, attuale proprietario del Castello, per i matrimoni civili. Di grande fascino e' anche la Sala dello Zodiaco, affrescata con le 12 costellazioni e gli stemmi delle famiglie nobiliari imparentate con gli Orsini.

Da visitare
Castello Ducale
- Del XV secolo torrione cilindrico fra i migliori del Lazio. All'interno sarcofagi, caminetti intarsiati e a bassorilievi, arazzi, porte scolpite, affreschi e passaggi segreti.
Chiesa di Santo Stefano - Portale a timpano e pilastri, la tomba di Niccolò Orsini ed in una cappella laterale gli affreschi attribuiti al Pinturicchio.
Lucus Feroniae - Importante colonia romana, centro di antichissimi mercati, con il celebre Santuario dedicato alla dea Sabina Feronia, trasformato in foro dopo la distruzione operata da Annibale nel III sec a.C.
La casa della dea Feronia e' racchiusa tra il Parco di Vejo, la Via Tiberina e le cittadine di Capena e Fiano Romano, si distende un'area archeologica di notevole valore storico. Il suo cuore e' costituito dai resti del tempio dedicato alla dea Feronia, divinita' pagana protettrice delle greggi, delle messi e della fertilita'. Il santuario sorgeva accanto ad una fonte dalle proprieta' curative, apprezzata anche dai romani, all'interno di un vasto territorio divenuto ben presto centro fiorente in cui giungevano mercanti e fedeli dall'Etruria, dal Lazio e dalla Sabina. Il Lucus Feroniae comprendeva anche un fitto bosco, sacro alla dea, che si estendeva sino alle propaggini del Monte Soratte. Luogo di grande bellezza naturalistica, il territorio circostante conserva anche i resti di diverse ville di epoca romana, di cui sono ancora visibili molti degli splendidi pavimenti a mosaico, arte del foro, della basilica e diverse taverne. Lungo la riva del Tevere di recente sono state inoltre rinvenute alcuni ambienti di un porto fluviale di epoca imperiale, a testimonianza dell'importanza strategica del sito lungo lo storico corso d'acqua.

Nell'ambito del progetto Fruizione del Patrimonio Turistico della Comunita' Fianese, i volontari del Servizio Civile effettuano visite guidate su prenotazione, aperte a singoli , gruppi e scuole (0765.407220).
Gli itinerari previsti partono naturalmente dal Castello Orsini, e comprendono la Chiesa di Santo Stefano, Santo Maria ad Pontem, antico edificio religioso ora dedicato alle esposizioni di mostre di arte contemporanea, la chiesetta del Carmine e una passeggiata lungo le mura. Il progetto prevede inoltre un percorso archeologico che tocca i siti di Villa Volusi e Lucus Feronia, oltre ad una visita della cittadina di Capena.

Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazioni in camper

Fettuccine al sugo con rigaglie di pollo, coniglio alla cacciatora. Vini: Capena bianco D.O.C.
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Fiano Romano Maps Google

Filacciano

Municipio Via Romana, 5 - 0765.332113

maggio Sagra delle fave e del pecorino
giorno 1
dal 31 agosto
al 2
settembre
Festa di Sant'Egidio Abate
Festeggiamenti in onore del Santo Patrono con sfilata delle Confraternite in costume
dicembre Sagra de "u' filaretto"
Tipico pane all'anice, che viene benedetto in Chiesa e distribuito gratuitamente
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Il borgo - Borgo secentesco, allungato e stretto, con le porte delle case che si affacciano sulla via fino alla piazza, cui segue lo splendido ingresso, con portale cinquecentesco, al borgo medievale.
Palazzo dei Principi del Drago - Residenza privata. Colpisce per le sue poderose mura.
Chiesa di Sant'Egidio Abate - Di stile romanico, fu costruita alla fine del X secolo dai monaci Benedettini.

Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazioni in camper

"U' filaretto" (pane all'anice), fave e pecorino.

Filacciano Maps Google

Fiumicino

Municipio  Piazza G. Battista Grassi, 3 - 06.65040701 Pro Loco   06.65047520
ricorrenze I carri allegorici
Nel Borgo Marinaro, lungo la banchina del porto - canale, sfilano alcuni carri "nautici" su barche e gommoni. Nel primo pomeriggio, sfilata di carri allegorici in gara per essere giudicati da una apposita giuria. Il corteo è movimentato da maschere, da gruppi folcloristici e da majorettes. Domenica di Carnevale.
giugno Sagra del pesce
Uno degli appuntamenti tradizionalmente piu’ attesi sul litorale romano e che inaugura L’Estate di Fiumicino. In padella 10 quintali di pesce di paranza, con la cornice di 8 quintali tra gamberi e calamari, migliaia di porzioni servite con pane in una caratteristica ciotolina personalizzata di porcellana - ricordo della manifestazione e affogate con 250 litri di ottimo vino dei Castelli Romani. La manifestazione si svolgera’ sul grande Piazzale Mediterraneo, all’inizio del Lungomare della Salute, a ridosso del molo sud dove avviene l’imbarco dei traghetti veloci per la Sardegna. Per la frittura avverra’ con una "Padella Gigante dell’Adriatico" fornita dalla Pro Loco di Porto San Giorgio (Marche). La Padella ha misure da Guinnes dei primati: il manico misura 8 metri, il diametro del fondo e’ di 4 metri e l’orlo ne misura 6; all’interno verranno gettati 1000 litri di olio.  Info 06.65047520 – www.fiumicino-online.it .
.  meta' mese (2° o 3° fine settimana
Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino di Portus
Si svolge lungo la darsena la 1^ domenica del mese. Info al n. 06.6523501.

Fiumicino Maps Google

SOSTA CAMPER

Fonte Nuova

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato
L'Antica Torre
Mercatino di oggettistica e piccolo antiquariato cui partecipano circa 40 espositori. Si svolge la quarta domenica del mese (escluso luglio ed agosto) in Piazza Varisco - info 06.9063423.
Fonte Nuova Maps Google

Formello

Municipio Piazza San Lorenzo, 3  – tel. 06.901941 - 90194200
agosto Festa di SS. Lorenzo e Prudenzio
Festeggiamenti in onore dei Santi Patroni
ottobre Festa del vino
Degustazione di vini e prodotti tipici
dicembre Festa dell'olio
Vendita diretta e degustazione di olio locale
cultura

Viaggiare e visitare in camper

Palazzo Chigi - Di origine medioevale, edificato su un precedente castello con torre di avvistamento del XIII secolo, sede del museo dell'Agro Veientano e dell'Archivio Storico.
Villa Chigi detta "Versaglia" - Rovine della villa costruita dall'Arch. Fontana nel 1664.
Museo dell' Agro Veietano - Oggi sede del Municipio, può essere visitato su prenotazione. All'interno interessanti reperti etruschi, medievali e rinascimentali. – 06.90194233.
Tumulo Chigi e necropoli di Monte Aguzzo - Ipogeo con tre camere di eta' etrusca del periodo VII sec a. C., in una delle quali sono state rinvenute nel 1882 la famosissima "Olpe Chigi" e l'anforetta di bucchero con l'alfabeto etrusco detto "Formello", conservate al Museo trusco di Villa Giulia. – 06.90194233.
Chiesa di San Lorenzo - Edificata prima dell'XI sec. Interno a tre navate con forme architettoniche cinquecentesche; affreschi attribuiti al pittore Donato Calmieri della scuola del Vasari - 06.9088766.
Chiesa di San Michele Arcangelo - Di fondazione duecentesca con portale del '500 in peperino. All'interno affreschi della fine del '400 inizi del '500.

ricorrenze Scampagnata di Pasquetta
I Formellesi compiono le rituali scampagnate del lunedì dell'Angelo nei prati intorno al Santuario della Madonna del Sorbo il giorno successivo, il martedì dopo Pasqua, per non subire la vicinanza dei cittadini di Campagnano dai quali sono divisi da una secolare contesa per l'attribuzione del Santuario nel loro territorio. Il contrasto risale all'anno 960 quando apparve la Madonna a un pastorello che nella Valle del Sorbo, tra Formello e Campagnano. stava a guardia delle sue pecore. Questi corse a Formello a raccontare quanto aveva visto ma non fu creduto. Allora se ne andò a Campagnano dove trovò maggior credito al punto che i campagnanesi eressero nel luogo dell'apparizione un bel Santuario. Da allora, per non incontrarsi, gli abitanti dei due paesi celebrano la Pasquetta in due giorni diversi.
Piatti e prodotti tipici
per il camperista
Viaggi e degustazioni in camper

Fettuccine all'uovo, abbacchio e maiale alla brace.

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Frascati

Municipio  Piazza Marconi, 3  -  06.941841
IAT Frascati – Piazza Marconi, 1 – 06.9420331
ricorrenze Carnevale - I Carri e i Pulcinelli
Il Carnevale di Frascati è uno dei più antichi e frequentati della Regione. Famosi i suoi "pulcinelli" che invadono le strade della cittadina e sfilano dietro bellissimi carri allegorici nel corso mascherato con la presenza di Re Pupone al cui seguito sfilano pulcinelli e gruppi folcloristici che distribuiscono vino. La domenica consueta offerta e degustazione di vini locali e di altri prodotti gastronomici. E in questi giorni particolare smercio delle “pupazze" di pasta dura e dolce a base di miele, raffiguranti simboli di abbondanza, come le donnine con tre seni. Il martedì si chiude con gare di corsa, musica in piazza e cremazione di un grande Pulcinella.
maggio Fave, pecorino e vino
Un fine settimana enogastronomico che invita a tornare alla tradizione con la bevuta alla fraschetta, come al tempo dei nostri nonni, accompagnata da fave e pecorino o magari portandosi la merenda da casa, rallegrati dai suoni e dai balli di gruppi folcloristici che vanno di osteria in osteria. L'iniziativa si propone di far conoscere l'eccellente produzione a un largo pubblico di amatori.
.  1^ decade
giugno Ortensie in festa
Un fine settimana dedicato ai fiori ma anche avvenimenti culturali ed enogastronomici che si svolgono nelle vie del centro storico. Inoltre concerti jazz e visite guidate alle dimore storiche.  Info 069631917.
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1^ decade
settembre Castelli in fiera
giorno 1 ~
Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato
Uno sguardo nel passato
Mercatino di antiquariato, arte, collezionismo ed artigianato con circa 130 espositori - Si svolge in varie piazze del centro storico la 1^
domenica del mese - info 06.94018008.
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Parco Regionale dei Castelli Romani
Via Cesare Battisti, 5 – 00040 Rocca di Papa (RM) – 06.94.95253
Il Parco si estende sui colli Albani, antichi resti di un edificio vulcanico noto come Vulcano Laziale. Il suolo fertile, unitamente ad un clima alquanto umido, diede origine a grandi foreste di faggio che fino al XVIII sec. ammantavano gran parte del rilievo. A testimonianza di questo rivestimento, oggi in gran parte sostituito da consorzi boschivi misti, rimangono elementi vegetali come l'agrifoglio, il tiglio, il nocciolo.

Le VilleTuscolane tra le quali certamente notevole e' Villa Aldobrandini di Frascati.
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Viaggi e degustazioni in camper

La Pupazza
Dolce tipico della citta' a base di miele, farina e acqua, dalla insolita forma di donna con tre seni: due per il latte ed uno per il vino, particolare che ricorda le antiche rappresentazioni pagane della dea dell'abbondanza.

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Fregene

Per informazioni 06.36005345.

maggio

Festa Campestre - (30^ edizione all'anno 2000).
Verrà aperta con il pranzo delle 13,00  e proseguirà con orchestra e balli lisci. Nel contempo si svolgerà l'animazione con i tipici giochi popolari (pentolaccia, pesca, ruota, dadi. In serata panini, salsicce, porchetta, fave e pecorino prima dell'estrazione della lotteria.
Alla manifestazione è abbinata quella di "Fregene Pedala" - giunta alla 18^ edizione. Organizzata dalla Polisportiva si svolge nel pomeriggio a partire dalla 14,30 e sono previsti punti di ristoro; al via un centinaio di persone tra bambini, ragazzi, genitori e nonni provenienti da tutta la Capitale. Il premio? Una piantina, un budino ed uno yogurt.
.  giorno 1 ~

agosto

Sagra della tellina
2^ decade (giorno 14 ~)

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Fregene Colleziona
Primo Maggio
e torna puntuale il mercato dedicato all'antiquariato e al collezionismo che avrà luogo nel centro della cittadina sul litorale romano. L'appuntamento, che si rinnova da 5 anni, si svolge dalle 10,00 al tramonto in Via Bordighera, una traversa di Via Castellamare, teatro del passeggio serale per abitanti e villeggianti.
Per chi ha voglia di curiosità la scelta è per tutti i gusti e tutte le tasche. In mostra mobili e mobiletti, bigiotteria datata, cornici, quadri, stampe, oggettistica d'epoca ed un settore specializzato nel collezionismo (dalle carte telefoniche alla militaria). Infine, uno spazio dedicato ad artigiani ed artisti con il loro carico di oggetti frutto dell'ingegno.

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Gallicano nel Lazio

Municipio  Via Tre Novembre, 7  -  06.95460093

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

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Gavignano

Municipio  Via Padre Angelo Cerbara, 80 - 06.9703033 / 9703333

Genazzano

Municipio  Piazza S.  Maria,  4  -  06.95790110
VV.UU. 06.9364687

aprile

La venuta della Madonna del Buon Consiglio
In un bel baldacchino gotico - rinascimentale si conserva l'immagine della miracolosissima Madonna nel Santuario al centro della cittadina. Il tempio è esso stesso un monumento di notevole importanza non soltanto per il suo attrattivo significato religioso ma anche per le pregevoli opere d'arte che vi sono custodite. Verso la fine del 1300 in questo luogo fu iniziata la costruzione di una chiesa di proprietà dei monaci agostiniani i quali sognavano di annettervi anche il loro convento. Ma i denari erano pochi e la fabbrica fu abbandonata. Alcuni anni più tardi il cuore generoso di una donna, certa Petruccia De Jengo, consentì grazie a un lascito di proseguire nell'impresa. Ma i soldi finirono nuovamente, e mentre ci si disperava per la mancanza di fondi ecco apparire improvvisamente su di un muro del tempio in costruzione un dipinto raffigurante la Madre di Dio che nessuno aveva mai visto prima. Era il 25aprile 1467. Alcuni albanesi presenti in paese riconobbero nell'affresco la Madonna di Scutari. La tradizione vuole che l'immagine si fosse alzata spontaneamente in volo per fuggire da Scutari in Albania quando questa fu invasa dai Turchi per approdare sul muro della chiesa di Genazzano. Da quel momento si verificarono nel paese una serie di eventi miracolosi e un conseguente frenetico accorrere da ogni dove di pellegrini che lasciarono cospicue offerte con le quali fu possibile completare i lavori della chiesa. Con il trascorrere dei secoli non è mai venuta meno la fama della Madonna di Genazzano e del suo potere miracoloso, e l'afflusso dei fedeli è continuo, il che ha costituito la fortuna del piccolo centro a ridosso dei monti Prenestini. L'immagine è poi diventata il prototipo dì tutte le Madonne del Buon Consiglio. Le pendici su cui sorge Genazzano erano ben conosciute dai Romani che vi costruirono le loro ville delle quali rimangono interessanti avanzi. Nell'XI secolo il territorio venne a far parte del feudo della famiglia Colonna. Qui nacque nel 1365 Ottone Colonna, papa Martino V, il quale ebbe il merito di porre fine allo Scisma d'Occidente e ridonò potenza e prestigio alla chiesa di Roma.
giorno 25
luglio

Infiorata del Sacro Cuore
Si svolge in
occasione della festa del Sacro Cuore ed è lunga ben 2 km. Un evento di antica tradizione che si svolge annualmente da circa due secoli la domenica successiva al Corpus Domini. La strada che conduce al Duomo viene ricoperta da un tappeto floreale allestito con petali di fiori dagli artisti genzanesi e riproducente opere d'arte famose. Info 347.4244466.
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1^ domenica

settembre Sagra del vino
C
on pellegrinaggio al famoso Santuario della Madonna del Buon Consiglio.
.  giorno 8 ~
ottobre Sagra dell'uva e festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario
1^ domenica
dicembre Sagra della bruschetta
Si onora il santo patrono S. Nicola di Bari .
.  giorno 6 ~
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Palazzo Ducale Sforza-Cesarini
(origine medievale)

Monumento Naturale La Selva - 06.9540196
La Selva  di Genazzano rappresenta oggi uno degli ultimi esempi di bosco formato dal connubio tra cerro e farnetto. L'ecosistema di questa area protetta e' caratterizzato da una varieta' naturale di tigli, castagni, pioppi e noccioli. Il castello Colonna domina l'abitato di  Genazzano con la sua mole maestosa; il nucleo originario fu eretto nel sec. XI ma la struttura fu potenziata agli inizi del XIII secolo per volonta' di Pietro Colonna.

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Genzano di Roma

Municipio - Via Belardi 81 - tel. 06.937111 / 93711236  /  93711315
Agenzia Turistica Castelli Romani - tel. 06.9417451

agosto

Festa del SS. Salvatore
Festeggiamenti e processione con l'Immagine del Santo.
1^ domenica dopo il 15

settembre

Festa del pane e del vino
.  giorno 1 ~

S. Tommaso da Villanova
Sabato sera grandiosa processione in onore del Santo Patrono e concerto in piazza. I festeggiamenti proseguono domenica con stand, bancarelle, musica bandistica, ballo in piazza, tombolata e fuochi artificiali. In concomitanza si allestisce anche la Fiera dei Sette Giorni .
1^ domenica dopo il giorno 18

ricorrenze

Processione del  Corpus Domini
Lungo l’antica Via Livia, che collega la Chiesa di Santa Maria della Cima e la Collegiata della SS. Trinità, la sera precedente si disegnano i riquadri dell’Infiorata. L'indomani i petali, già spilluccati, vengono posti a terra dando vita a questa antica  forma di arte effimera. A sera si tiene la Processione del  Corpus Domini e  infine, a festeggiamenti ultimati, avviene lo spallamento, ossia la distruzione dei quadri dell’infiorata ad opera dei bambini. Solo a loro infatti è permesso di correre a perdifiato tra le migliaia di petali colorati disperdendoli e confondendo i disegni ) - (Periodo
metà giugno: domenica successiva al Corpus Domini - Informazioni 06.93966008).  (origini della festivita')

I festeggiamenti del Carnevale
Sono così sentiti e diffusi in tutto il Lazio da rendere eccitante e gradevole anche febbraio, il mese più corto e tra i più freddi e piovosi dell'anno.
Sembra quasi che si voglia allontanare la tristezza dell'incombente Quaresima. La derivazione del nome infatti è quasi certamente “carnem levare” con riferimento al vicino digiuno quaresimale. Giovedì, sabato, domenica e martedì "grassi" vengono celebrati in quasi tutti i paesi del Lazio.
Il Carnevale ha perduto del tutto certe connotazioni di eccessiva trasgressività e si svolge un poco dappertutto all'insegna di una garbata allegria. Motivi popolareschi si mescolano a tradizioni locali e alcune volte risentono dell'influenza del carnevale barocco romano, come il rintocco della campana del palazzo comunale che dà il via, il giovedì grasso, ai festeggiamenti, la sfilata nel centro storico del corteo in maschera o le corse dei cavalli senza fantino.
Il gusto di mascherarsi risale a tempi antichi e a riti pagani, quando si credeva che le maschere fossero le anime dei morti e avevano un significato propiziatorio.
Il travestimento è libertà di trasformarsi almeno per un giorno in chi non si è ma si desidera di essere. Quanto ai festeggiamenti di solito il giovedì grasso è dedicato ai bambini, mentre nella domenica e nel martedì si ripete l'usanza della sfilata di carri allegorici seguiti da gruppi mascherati.
Si conclude ripetendo antichi rituali come la processione dei moccoletti, l'accensione di fuochi e la cremazione di re Carnevale, a simboleggiare un desiderio di purificazione dopo gli abusi dell'ultima settimana.
Il 
Martedi' Grasso, in occasione dei festeggiamenti carnevaleschi, ragazze in costume offrono ai visitatori, nell’ambito della Sagra delle Violette, i delicati fiorellini colti nei boschi dei dintorni.

Cultura e turismo in camper
Viaggi e degustazioni in camper

Il pane di Genzano
Il primo pane casereccio a denominazione IGP (indicazione di  origine protetta) in Europa, vanta una tradizione di ben 300 anni; cotto dopo un lngo periodo di lievitazione, e' conosciuto per la croccantezza della crosta e la mollica morbida e leggera.

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Gerano

Municipio  Piazza degli Eroi snc  -  0774.798002
gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

maggio Madonna del Cuore
Una festa molto sentita tanto che la popolazione del grazioso paesino partecipa in massa, soprattutto nella realizzazione della grande infiorata, allestita nella notte del venerdi'.  In realta’ le celebrazioni iniziano nel pomeriggio di sabato quando il quadro della Madonna, arrivato nel paese grazie a due missionari gesuiti nel 1729, viene portato in processione all’interno della Chiesa e mostrato agli abitanti. Alla fine della funzione inizia la preparazione degli oltre 250 mq. di tappeti floreali in piazza della Vittoria. Il lungo corridoio rimarra’ a disposizione per tutta la giornata di domenica, fino a quando, dopo la messa, la processione lo percorrera’ e i bambini si abbandoneranno alla tradizione sciarrata., ovvero l’allegra distruzione dei questi.
Info 0774.798279
.  1^ domenica
luglio Festa di Sant'Anatolia
Grande raduno degli zingari dei quali la Santa è patrona. La sera, processione dal paese al Santuario. In occasione della festa gli zingari tengono una specie di mercato nel prato antistante il Santuario che sorge a un chilometro e mezzo circa dal paese. Anticamente era una fiera di merci e bestiame, oggi si espongono e si vendono soprattutto prodotti artigianali tipici della zona. Tutto questo senza sacrificare la componente folcloristica tenuta viva dalla presenza degli zingari i quali non fanno mai mancare i loro canti e balli notturni. La chiesa rurale di Sant'Anatolia nasce come "curtis dominica" agli albori del VI secolo e come santuario nel 936, diventando subito meta di pellegrinaggi per onorare la martire romana Anatolia che subì il supplizio nel 250 d. C., sotto l'imperatore Decio.
giorni 9 & 10

Sagra degli Sfrozzapreti
Gli strozzapreti sono un tipo di pasta preparata con farina di grano duro e granturco, condita con salsa forte detta "pistacchia" (aglio, prezzemolo, pomodoro e peperoncino) e servita in scifette di legno. Ci sono anche panini al prosciutto, porchetta, formaggio locale e vino.
.  ultima domenica

ottobre Sagra delle zazzicchie e verole
Un fine settimana dove la gastronomia locale mette insieme le due specialità. Un connubio appetitoso che propone la preparazione delle tradizionali salsicce assieme alle verole, ossia le castagne arrostite, accompagnate dal vino locale.
.  3^ decade
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Gorga

Municipio  Piazza Mazzini, 5  -  06.97750885
luglio Sagra della braciola e del formaggio
ultima domenica
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Grottaferrata

Municipio  Via Garibaldi, 20  -  06.94540111

da Roma: km 20

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Sull'antica Via Latina, oggi Via Anagnina, a breve distanza da Roma sulle pendici dei Colli Albani, si trova il paese di Grottaferrata, uno dei Castelli Romani.
L’origine del toponimo si presta a tre interpretazioni diverse: la prima, la più accreditata, lo collega al nome Crypta Ferrata, che indica una grata di ferro apposta sulle aperture di una cella sepolcrale romana, parte della villa sulla quale fu edificata in seguito la Chiesa di Santa Maria; la seconda lo fa derivare da Crates Ferrae, le grate che nel rito greco chiudono l'altare maggiore; la terza, infine, allude alla presenza di una miniera di ferro nella Valle Preziosa.
L’Abbazia di Grottaferrata, attorno alla quale si sarebbe sviluppato nei secoli il paese, fu fondata da San Nilo di Rossano, insieme ai suoi monaci tra i quali era presente anche san Bartolomeo.
San Nilo, greco da parte di padre, ebbe l'idea, ispiratagli dalla Madonna, di utilizzare la struttura di una splendida villa romana diroccata. Gregorio I, conte di Tuscolo, accolse con calore la comunità di San Nilo, ospitandola nel cenobio di rito greco di Sant'Agata per tutta la durata dei lavori alla nuova abbazia, iniziati nel 1004, e donò loro un terreno.
Papa Benedetto VIII, figlio di Gregorio I, prosegui’ e incrementò la politica di favoritismo iniziata dal padre nei confronti dei monaci e, terminati i lavori nel 1025 con San Bartolomeo, l'Abbazia fu inaugurata da papa Giovanni XIX, un altro esponente della famiglia dei conti di Tuscolo. Protetta da questi, dunque, l'Abbazia dedicata a Maria accrebbe il proprio potere sui territori circostanti, come risulta da una bolla di papa Pasquale II. Con il passare del tempo, tuttavia, i monaci dovettero chiedere aiuto al Papa per svincolarsi dalle vessazioni di Tolomeo II di Tuscolo e, nel XII secolo, furono costretti ad abbandonare l'Abbazia, a causa delle lotte tra il popolo romano e quello tuscolano. Ospitati dall'Abbazia di Subiaco, i monaci vennero ben presto obbligati da papa Clemente III a ritornare nella loro sede, che era stata abbandonata senza autorizzazione. Nel corso degli scontri tra Romani e Tuscolani, l'Abbazia fu spesso utilizzata come caserma militare. Intorno alla metà del XV secolo, il cardinale commendatario dell'Abbazia di Santa Maria, l'umanista Giovanni Bessarione restitui’ al feudo e all'Abbazia stessa un certo benessere economico e culturale, ma poi essa tornò ad essere utilizzata dalle milizie pontificie, impegnate nella guerra di campagna contro i Colonna.
Tra il 1483 e il 1491, il cardinale commendatario Giuliano della Rovere fece costruire le fortificazioni dell'Abbazia. Cacciato da papa Alessandro VI, il commendatario riparò in Francia e l'Abbazia passò ad Alfonso, re di Napoli, che ne affidò la reggenza a Fabrizio Colonna. Con l'avvento nella Penisola di Carlo VIII di Francia, i Napoletani abbandonarono i loro possedimenti nel Lazio e, pertanto, fu restituito a Giuliano della Rovere l'incarico di commendatario dell'Abbazia, che egli mantenne finché non ascese al soglio pontificio, assumendo il nome di Giulio II. I commendatari dell’Abbazia di Santa Maria provennero, in seguito, dalle famiglie dei Colonna, dei Farnese e dei Barberini. Nel periodo napoleonico essa fu depredata e disertata; nella prima metà del XIX secolo, venne posta alle dipendenze del cardinale Mattei e, nel 1874, fu dichiarata monumento nazionale.
Baccio Pontelli, di sicuro impegnato in quegli stessi anni nel progetto del Castello di Ostia, che gli era stato commissionato da Giuliano della Rovere, divenuto nel frattempo Papa, è il più probabile progettista delle fortificazioni dell'Abbazia. Le massicce mura racchiudono la Rocca, il Palazzo della Commenda, la Chiesa di Santa Maria e il Monastero. Il Portico, posto all'interno del complesso e realizzato in epoca posteriore alle fortificazioni, include frammenti di materiale romano ed è attribuito ai Sangallo. Ancora all'interno del Forte si trova il Museo, dove sono esposti affreschi del XIII secolo, e l'Antiquarium, che raccoglie i ritrovamenti di quest'area, risalenti ad epoche preromane. Notevole è la Chiesa di Santa Maria, nonostante le molte ristrutturazioni subite fra il XIII e il XIX secolo. Nel 1910 fu ripristinato, per quanto possibile, l'aspetto originale della chiesa, compromesso dall’intervento del 1754. Sull'altare maggiore è posta un'icona bizantina antichissima, venerata a Tuscolo, sembra, prima della sua distruzione avvenuta nel 1191. L’icona potrebbe rappresentare un dono personale di San Nilo a Gregorio I, conte di Tuscolo. Sulla navata di sinistra si trova un dipinto di notevoli dimensioni, opera del Domenichino. In seguito allo Scisma d'Oriente, avvenuto nell'XI secolo, la Chiesa di Santa Maria continuò a mantenere il rito greco, che perdura ancora oggi, pur rimanendo seguace della Chiesa Apostolica Romana.
Vicino a Grottaferrata, in posizione chiave, si trovano il Castello della Molara e il Castello Savelli, chiamato anche "Borghetto", eretti entrambi per volere dei conti di Tuscolo. Il Castello della Molara, in rovina alla fine del XV secolo, fu distrutto all'inizio del XVII secolo e il suo materiale, in parte, fu utilizzato per l'edificazione di Villa Mondragone. Nell'area sono presenti anche le Catacombe "Ad Dedmum", risalenti al IV secolo, situate appunto al X miglio sulla Via Latina.
La Villa Cavalletti, ora di proprietà dei gesuiti, fu eretta sui resti di una villa romana e conserva nei suoi pressi qualche rudere, mentre la Villa di Campovecchio risale all'incirca all'epoca della battaglia di Lepanto, e ora appartiene alla famiglia Gioacchini.
La qualità dei vitigni coltivati nel territorio di Grottaferrata fa della cittadina un importante centro di produzione vinicola.

aprile

Peonie a San Nilo 
Si svolge nell’Abbazia di San Nilo, eretta nell’XI secolo, la manifestazione floreale dedicata alle peonie. Oltre alla mostra mercato, dedicata a questo fiore antico molto caro ai poeti per il suo fragrante profumo,  propone un serie di  stand con prodotti eno-grastronomici e di artigianato locale.  Info 06.9631917.
.  
3^ decade

settembre

La Festa patronale di San Nilo, che ha luogo il 25 e 26 settembre, è celebrata con la rievocazione storica in costume dell'antica fiera per cui Grottaferrata è famosa da secoli. Nel cortile dell'Abbazia viene allestita una mostra-mercato di prodotti agricoli, artigianali e gastronomici, nel più assoluto rispetto della tradizione. Si tiene poi una solenne processione e, in serata, si può assistere a spettacoli d'arte varia e agli spettacolari fuochi d'artificio che concludono i festeggia menti.

dicembre

Presepe artistico
Esposizione di un grande presepe artistico nei locali accanto al Palazzo Comunale in Via XX Settembre.Ingresso gratuito.

ricorrenze

Venerdi'  Santo
Rito greco-ortodosso del Venerdi'  Santo nell'Abbazia di San Nilo

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Fiera dell'Annunciazione
Mostra mercato dell'artigianato, agricoltura e zootecnia lungo le mura dell'Abbazia di San Nilo; sicuramente
una delle più antiche del Lazio. Nell'anno 1230, quando papa Gregorio IX decise di trasferire nell'Abbazia di San Nilo una splendida icona bizantina che si trovava al Tuscolo, decretò che chiunque si fosse recato a pregare davanti a quella icona avrebbe ottenuto abbondanti indulgenze. L'Abbazia in epoca medioevale era già nota in tutto il Lazio e meta di pellegrinaggi. Ma con l'arrivo dell'immagine della Madonna le visite si intensificarono, ai pellegrini si accodarono numerosi i venditori ambulanti che offrivano cibi e bevande e che stanziavano intorno alle mura e dentro il cortile dell'Abbazia. E di anno in anno affluirono anche altri generi di commerci con ogni tipo di mercanzia e di bestiame. I mercati si tennero addirittura due volte l'anno, il 25 di marzo e l'8 di settembre per la festa dell'Immacolata, e duravano tre giorni. Con il passare del tempo la manifestazione assunse proporzioni tali da costituire per il Papato una preoccupazione per l'ordine pubblico e anche per l'assistenza sanitaria. Infatti nel 1619 una certa Faustina Terenzi che era giunta in pellegrinaggio da Nettuno morì misteriosamente nei pressi dell'Abbazia. I suoi parenti le fecero erigere una statua di marmo che oggi è collocata nel giardino dietro la chiesa. Un curioso editto papale della fine del XVIII sec. vietò agli zingari, ai vagabondi e alle prostitute di varcare il limite dell'Osteria del Fico e di mescolarsi alla folla in periodo di Fiera. La quale era così conosciuta da diventare oggetto di un dipinto del Tassi, conservato oggi a Firenze in Palazzo Pitti.  Oggi la Fiera di Grottaferrata dura nove giorni con espositori provenienti da ogni parte d'Italia. Oltre che all'interno dell'Abbazia di San Nilo, una parte della grande Fiera semestrale viene ora allestita su un terreno appositamente attrezzato con tensostrutture e un teatro per ospitare convegni e conferenze. Mentre nel Parco San Nilo trovano posto stand di ambulanti, secondo la vecchia tradizione fieristica, sul nuovo terreno sono allineati stand di mobili, arredamento, servizi, artigianato, prodotti alimentari, giardinaggio e edilizia. Orario: 10-20 nei giorni feriali con ingresso gratuito: sabato e domenica 10-21, ingresso a pagamento.
.  2^ quindicina di marzo

Mercatino dell'antiquariato e dell'artigianato.
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 3^ domenica del mese

Grottaferrata Maps Google

m 329 slm

Guadagnolo

InfoTur 06.95471875
giugno Sagra della Ricotta
Al mattino della domenica, in grandi pentoloni, i pastori danno una dimostrazione della lavorazione del latte fino ad ottenere la ricotta che viene poi distribuita calda in ciotole di terracotta. Questo paesino, frazione di Capranica Prenestina, domina magnifici panorami sulla Valle del Sacco e dell'Aniene e su una serie di catene montuose che gli fanno corona. La sua notorieta' e' legata al Santuario della Mentorella, uno dei piu' antichi d'Italia. Oltre alcune opere d'arte contenute nel santuario e' visitabile la Cappella di Sant'Eustachio legata a una nota leggenda. il Santo era un generale romano di nome Placido e proprio in questa grotta vide comparirgli davanti un cervo con una croce tra le corna. Fu cosi' che si convertì e fu martire sotto Adriano.
.  nel mese
agosto Fiaccolata al Santuario della Mentorella
E' il trasporto della statua del Salvatore dal paese al Santuario, seguito da una lunga processione.
.  giorno 14

Corsa delle Conche
Un gruppo di donne gareggiano nella corsa recando conche in testa piene d'acqua.
.  giorno 16 agosto

L'Inchinata
La statua del Salvatore, che è rimasta nel Santuario dal giorno di Ferragosto, torna in paese. Le va incontro la statua della Madonna. Quando, in località “Omo morto", le due immagini si incontrano, si inchinano tre volte e tornano insieme in paese. In serata giochi popolari, musica e fuochi.
.  1^ domenica dopo il 15

Guadagnolo Maps Google

Guidonia Montecelio

Municipio  Piazza G. Matteotti, 20  -  0774.3011

da Roma: km 29

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A nord-est di Roma, a breve distanza dalla capitale, si trova Guidonia-Montecelio, Comune nato nel 1937 dalla fusione delle due cittadine, situate a 5 km di distanza l'una dall'altra. Guidonia nacque nel 1935 per dare alloggio al personale operante nel vicino aeroporto militare. La “città aeronautica” prese il nome da Alessandro Guidone, generale dell'Aeronautica nonché appassionato studioso e sperimentatore, caduto nel 1928 sul campo d'aviazione di Montecelio mentre provava un nuovo paracadute. Da visitare è la Chiesa di Santa Maria di Loreto, vero e proprio Sacrario nazionale dell'Aeronautica.

Montecelio si chiamava Montecelli fino all'Unità, poi, a causa dei numerosi disguidi dovuti all'omonimia con altre località, fu scelto il nuovo nome, derivandolo dalla gens Caelia che, secondo storici locali, possedeva una villa nel territorio. Il territorio è tradizionalmente indicato in quello dove sorgeva l'antica città latina di Corniculum, che cessò di esistere dopo essere stata conquistata da Tarquinio Prisco. Sorsero quindi alcune ville rustiche nel piano e sulla cima più alta venne eretto un tempio. E certa l'esistenza in età arcaica di un villaggio fortificato e in età repubblicana e imperiale di ville patrizie.

Nel 973 Montecelli fa parte dei possedimenti dell'Abbazia di Tivoli ed è intorno a quella data che si fa risalire la costruzione della Rocca da parte dei Crescenzi, che la circondarono di mura ricalcanti il perimetro di quelle protostoriche e vi inglobarono il tempietto romano. Potente famiglia romana, i Crescenzi, signori del luogo, erano in conflitto con l'Abbazia di Subiaco per il possesso di tre castelli siti nella Valle dell'Aniene, di proprietà dell'Abbazia stessa, e non esitarono a tendere un'imboscata all'abate Paolo III, che rinchiusero nel Castello di Monticelli. L’abate, pur sottoposto a terribili torture, rifiutò di cedere le proprietà del Monastero, preferendo la morte.

Le invasioni dei Normanni costrinsero la popolazione sparsa nei dintorni a rifugiarsi presso la rocca, intorno alle cui mura di cinta costruirono ad anello le prime abitazioni. Nacque così Castrum Montiscellorum, che per la sua posizione strategica, a difesa di Roma verso l'Abruzzo, fu conteso da molte famiglie nobili (Capocci, Orsini, Anguillara). Nel 1445 gli Anguillara furono costretti a cederlo allo Stato Pontificio, che lo diede in gestione a diversi cardinali governatori finché, nel 1550, lo vendette ai Cesio.

Per i meriti acquisiti da questa famiglia nei confronti del feudo, che rimase molto a lungo in loro possesso (lo vendettero ai Borghese nel 1678), Pio V, nel XVI secolo, lo costituì in Marchesato. Il borgo andò allora espandendosi anche al di fuori della cinta muraria medievale, grazie anche alla riattivazione delle cave di travertino, materiale che veniva utilizzato per la costruzione delle varie basiliche romane.

Nel 1642, per creare una corrente d'aria che liberasse le vie del borgo dalla brezza marina, paradossalmente ritenuta apportatrice di malattie, fu aperta la Porta Nuova, mentre la Rocca cominciò ad andare progressivamente in rovina. Di essa si riconoscono tuttora la cinta muraria, il torrione pentagonale sul lato orientale e la parte dell'edificio che ospitava l'abitazione del signore. Attualmente l'abitato di Montecelio si estende su due colli sulle cui cime si ergono, rispettivamente, la fatiscente Rocca Orsini, frutto di diverse fasi costruttive che vanno dal 1047 al 1491, e il Convento francescano di San Michele Arcangelo, del 1724, con la chiesa annessa. Il borgo medievale si trova sul colle che ospita l'antica fortezza, mentre le case poste sul Monte Albano, occupato dal Convento francescano, sono frutto dell'espansione tardo ottocentesca.

Di fronte al Palazzo del Principe sorge la settecentesca Chiesa di San Giovanni Evangelista, che ospita alcune pregevoli opere del pittore Ludovico Sterno Il più antico edificio sacro di Montecelio è la quattrocentesca Chiesa di San Lorenzo martire.

L’economia del Comune di Guidonia Montecelio è sempre meno basata sull’agricoltura, mentre ancora notevole è l'apporto dell'estrazione e lavorazione del travertino e della produzione di cemento. Imponente è, inoltre, il fenomeno del pendolarismo con la capitale, date la vicinanza e la facilità dei collegamenti.

I Lincei di Federico Cesi
Nella prima metà del XVII secolo i Cesi si stabilirono nel Palazzo Baronale (detto del Principe). Qui si rifugiò il marchese Federico Cesi, per sfuggire alle “attenzioni” che la Santa Inquisizione gli riservava per la sua attività scientifica e soprattutto per la protezione offerta a Galileo Galilei (perseguitato dalle gerarchie ecclesiastiche per il sostegno alla teoria eliocentrica di Copernico, che sosteneva che fosse la Terra a girare intorno al Sole e non il contrario, come si riteneva da secoli).
Cesi era stato infatti il fondatore dell'Accademia dei Lincei, che riuniva i più valenti scienziati dell'epoca per creare occasioni di confronto sulle ricerche e le teorie elaborate da ognuno di loro su diversi temi.

settembre

La festa delle vunnelle
Festosa sfilata domenicale dove si fondono tradizione agricola e sentimento religioso. In occasione della Festa patronale di San Michele arcangelo, le donne di Montecelio si recano alla Messa indossando un abito caratteristico, la vunnella (letteralmente, la piccola gonna); molte sono accompagnate da cavalieri vestiti da butteri.
La vunnella, composta di varie parti e riccamente adorna di ori e ricami mirava, come tutti gli abiti tradizionali della campagna romana e non, a sottolineare la bellezza muliebre secondo i canoni della procacità: fianchi larghi, vita stretta, seno prorompente. Durante la giornata si svolgono cerimonie religiose e spettacoli di vario genere. Un carro festosamente addobbato percorre le vie del paese distribuendo vino, ciambelle e prodotti tipici .
.  ultima domenica

Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Parco Regionale Inviolata - 0774.340909
Una serie di dolci rilievi che, dalla piana alle porte di Roma, annuncia i Colli Cornicolani e i Monti di Tivoli. E' il preludio dell'ambiente del Parco dell'Inviolata. Accanto a vasti oliveti, anche con qualche esemplare rilevante per forma e dimensione, le vegetazione presenta aspetti tipici degli ambienti dei coltivi, con specie di interesse agronomico e siepi perimetrali frequentate da un gran numero di passeriformi. Questo comprensorio e' noto soprattutto per gli importanti reperti archeologici che vi sono stati rinvenuti. Da queste zone proviene infatti la cosiddetta Triade Capitolina.

Guidonia Montecelio Maps Google

m 105 slm

SOSTA CAMPER

Jenne

Municipio Via IV Novembre, 10 -  0774.827055
Parco Regionale Monti Simbruini 0774.827219

da Roma: km 82

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Situata nell'alta Valle dell'Aniene, arroccata sul Monte Pratiglio nella cerchia dei Monti Simbruini, Jenne è citata in età medievale come fùndus Gehenna, castrum Jennarum e Genne. L’etimologia del toponimo non sembra derivi da Gehenna, “inferno”.

L’unico reperto relativo ai primissimi insediamenti nel territorio, è una spada dell'Età del Bronzo.

La località è citata per la prima volta nell'XI secolo, in una pergamena di papa San Leone IX, che attribuisce il fùndus Gehenna all'Abbazia di Subiaco. Il suo incastellamento avvenne tuttavia sicuramente prima del 1052, perché in quell'anno già figurava in una targa posta all'ingresso dell'Abbazia di Santa Scolastica a Subiaco, dove era citata come castrum Jennarorum. Il castrum, che dominava tutta la Valle dell'Alto Aniene, fu oggetto di contese, intorno al 1079, fra il Monastero di Santa Scolastica e i conti di Tuscolo. L’abate Giovanni V, riconquistata Jenne e costruito un bastione sul Monte Porcaro per difenderla anche da sud, la diede in feudo a Crescenzo, vescovo di Alatri.

Il paese tornò all'Abbazia nel 1162, e pochi anni dopo fu assegnato come feudo a Filippo I di Marano. Seguì il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia (il futuro papa Gregorio IX) e poi il vescovo Rinaldo dei conti di Segni, nato proprio a Jenne intorno al 1187, ed eletto papa con il nome di Alessandro IV. Con l'elezione di Bonifacio VIII (al secolo Benedetto Caetani), la signoria di Jenne passò (1303) al nipote Pietro, conte di Caserta, che spogliò e disperse i discendenti di Alessandro IV. Nel 1639 Urbano VIII Barberini concesse “in perpetuo” il possesso del Castello di Jenne all'Abbazia sublacense. Nel 1753, come tutti gli altri castelli del territorio, anche Jenne passò, per volontà di Benedetto XIV Lambertini, alla Sacra Congregazione del Buon Governo, con sede a Roma.

Nell'autunno-inverno 1943-44 il paese accolse un gran numero di sfollati da Roma, Frascati, Anagni, in cerca di rifugio dai bombardamenti. Tra il XVIII e la metà del XIX l'economia di Jenne si basava quasi esclusivamente sull'allevamento e la pastorizia. Nei campi lavoravano a giornata contadini che venivano arruolati nei paesi dai “capoccettà”. Ora l'agricoltura ha cessato di essere la fonte primaria di reddito per gli Jennesi, la gran parte dei quali lavora fuori dal paese.

Esigui sono i resti del Castello fatto edificare dall'abate Giovanni V. La Chiesa della Madonna della Rocca conserva affreschi del XIV secolo. Nella Parrocchiale di Sant'Andrea apostolo, costruita nel 1874, si può ammirare un crocifisso ligneo del XVI secolo.

gennaio

Sagra della polenta
Si svolge in concomitanza ai festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate. Ottima polenta condita con spuntature di maiale.
.  2^ domenica

settembre

Il ballo della pantasima
Protagonista un pupazzo di cartapesta.
.  3^ domenica

dicembre

Nel periodo natalizio viene allestito e riscuote un buon successo un presepe vivente.
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Cultura e turismo in camper
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Il Parco
L'acqua e' uno degli elementi piu' caratterizzanti di questo territorio. Non a caso l'appellativo Monti Simbruini deriva dal latino sub Imbribus (sotto le piogge). Il piu' esteso tra i parchi del Lazio, offre scorci bucolici, in grado di superare le attese del visitatore piu' esigente. Vastissimi boschi e valli ricche di ruscelli, nonche' straordinari fenomeni carsici quali inghiottitoi, campi solcati e doline. La fauna annovera tutte le specie tipiche dell'Appennino: dall'orso marsicano, saltuariamente segnalato in varie zone del parco, ai recentissimi ritorni come quello del capriolo, fino al lupo appenninico.

Da visitare
- Il Santuario della SS. Trinita', arrampicato sui roccioni della Tagliata, nei pressi di Valle pietra. L'opera principale e' quella del XII sec. nella quale sono raffigurate le Tre Persone perfettamente uguali, ciascuna con un libro sorretto dalla mano sinistra e con la mano destra nell'atto di benedire.

Jenne Maps Google

m 834 slm

Labico

Municipio  Piazza del Comune, 6 - 06.95109221

da Roma: km 39

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Situato su una rocca tufacea, il paese si chiamava Lugnano, ma a questo nome, nel 1870, si aggiunse l'aggettivo Labicano per distinguerlo da Lugnano in Teverina, in provincia di Viterbo.

Il toponimo Labico, scelto nel 1880, quando, dopo la raggiunta Unità, si cercava di restituire ai paesi la loro originaria identità, si richiama a quello dell'antica città di Labicum, il cui sito, testimoniato al XV miglio della Via Labicana, doveva trovarsi con ogni probabilità sul territorio di Colonna.

Questo piccolo centro medievale si formò intorno all'anno Mille, e la sua particolarità risiede nelle case che si fondono in un tutt'uno con la roccia. La zona, ricchissima di acqua, presenta ben otto tra fonti e fontanili, che vengono riforniti d'acqua da cunicoli costruiti in epoca romana.

Testimoni dell'epoca romana sono anche l'antica stazione di posta (statio ad Quintanas), situata nella campagna del territorio, i resti di una grande cisterna, la Grotta Mammosa, utilizzata per alimentare delle Terme, detta anche Mammea dal nome della madre dell'imperatore Alessandro Severo (che pare fosse un'assidua frequentatrice di questi impianti), un cippo funerario conservato in Comune e le rovine di una villa rustica in località Colle Vignani.

Quando il paese assunse l'attuale denominazione, allo stemma, recante un monte sovrastato dall'aquila a scacchi dei conti di Tuscolo, fu aggiunta la scritta “veterem renovare Labicum”.

All'inizio dell'VIII secolo un fundus Longeianus fu donato da papa Gregorio II al Capitolo lateranense. Sul fondo fu poi costruito un castello fortificato, intorno al quale si costitui’ l'abitato. Nell'XI secolo il castrum era tra i possedimenti dei conti di Tuscolo, che dopo una breve interruzione a favore degli Annibaldi tennero il feudo fino al XVI secolo.

Attraverso una serie di vendite e cessioni esso giunse ai Pamphilj e quindi ai Doria Pamphilj Landi, che ne mantennero la proprietà fino ai tempi moderni.

Nel centro storico si possono notare i resti di due torri del Castello di Lugnano.

La Parrocchiale di Sant'Andrea apostolo, del XVII secolo, conserva del precedente edificio sacro, su cui sorse, una colonna che sostiene il fonte battesimale.

Di origine seicentesca, Palazzo Giuliani sorge sulla piazza principale del paese. Dalla somma delle caratteristiche strutturali si ricava l'ipotesi che fungesse in origine da stazione di posta per il cambio dei cavalli. In seguito ha subìto diversi rifacimenti e aggiunte, nel tentativo di conferirgli un aspetto più patrizio.

maggio

Anno Domini 1339
L'intero centro storico si anima per far rivivere al paese uno spaccato di vita medievale. Il borgo riapre le botteghe e ricostruisce le antiche arti e mestieri, mentre locali e taverne servono piatti tipici della tradizione locale. Inoltre, vengono allestiti spettacoli di impronta medievale e si tiene un corteo storico in costume.
.  ultima domenica

agosto

Festa patronale di San Rocco
Per l'occasione si tengono spettacoli d'arte varia e ha luogo una suggestiva processione, che richiama un gran numero di fedeli anche dai dintorni del paese.
.  ultima domenica

Labico Maps Google

m 319 slm

Ladispoli

Comune - Piazza G. Falcone, 1 -  06.99118117 / 9913098 / 99880116

Pro loco - Via del Mare  8 -  06.9913049

da Roma: km 38

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Sul Mare Tirreno, a nord di Roma, lungo la Via Aurelia, sorge la cittadina di Ladispoli, il cui nome (“città di Ladislao”) deriva da quello del principe Odescalchi che la fondò nel 1888.

Gli storici ritengono che la località di Palo, che fa parte del territorio del Comune di Ladispoli, sorga sul sito di Alsium, uno dei tre principali porti dell'etrusca Caere, e il primo a essere preso dai Romani, che nel 247 a.c. vi dedussero una colonia anche per difendersi dalle incursioni cartaginesi.

L’importanza di questo insediamento è testimoniata tra l'altro dalla presenza di una Villa di età imperiale, della quale sono stati portati alla luce alcuni resti, con marmi, mosaici poli cromi e le statue di Seneca, Mercurio e Cupido. Numerose rovine di edifici di epoca romana sono state rinvenute in corrispondenza sia del centro abitato sia del territorio circostante; nel mare davanti a Torre Flavia (che, edificata probabilmente nel Medioevo come luogo di avvistamento, deve il suo nome al cardinale Flavio Orsini che la fece restaurare e fortificare nel 1565) sono stati recuperati i resti di una nave oneraria e parte del suo carico di orci di terracotta.

Dopo la caduta dell'Impero Romano, non si hanno più notizie dell'abitato fino al 1330, quando compare, con il nome di castrum Pali, tra i possedimenti del Monastero di San Saba.

Furono gli Orsini, nel 1367, a far edificare il Castello, intorno al quale si andò sviluppando il paese. Dopo molte vicissitudini, esso passò, nel 1693, agli Odescalchi, dei quali tuttora conserva il nome. Nel 1888, per porre fine all’invasione della sua proprietà da parte dei bagnanti, attratti dalle benefiche proprietà della sabbia ferrosa caratteristica del luogo, il principe Ladislao fece costruire un gruppo di villette che costituirono il primo nucleo dell'attuale località balneare.

Dopo gli ingenti danni subiti durante la Seconda guerra mondiale, Ladispoli fu ricostruita rapidamente ma senza un preciso piano regolatore. Attualmente nella cittadina, la cui economia si regge largamente sull'intenso afflusso turistico estivo, risiedono stabilmente moltissime persone che lavorano negli uffici e nei negozi della capitale, la cui vicinanza ne favorisce il pendolarismo.

Nei dintorni di Ladispoli, sul territorio comunale, si estende l'Oasi faunistica di Palo, 120 ettari di proprietà dei principi Odescalchi e gestiti dal WWF. L’Oasi, che è uno degli ultimi esempi di foresta planiziaria sulla costa tirrenica, è visitabile tutte le domeniche da ottobre a maggio. Gli appassionati di botanica possono ammirarvi splendidi esemplari di flora tipica del bosco igrofìlo (umido) e della macchia mediterranea. Nel giardino botanico sono coltivate orchidee selvatiche e altre piante pregiate. Per quanto riguarda la fauna, si possono fare piacevoli incontri con tartarughe acquatiche, faine, tassi, barbagianni e tante altre specie animali che di questo piccolo paradiso terrestre hanno fatto la loro dimora.

aprile

Sagra del carciofo romanesco
La prima festa in onore del pregiato ortaggio romanesco si svolse il 2 aprile 1950. La data della sagra, conosciuta a livello internazionale, viene stabilita ogni anno secondo il grado di maturazione di questo meraviglioso ortaggio che copre di fioritura i terreni tra Ladispoli e Cerveteri. In ogni angolo del centro della cittadina offerta di carciofi cucinati soprattutto alla brace, alla giudia e alla romanesca, sempre accompagnati dal buon vino della zona. Con l’occasione alcuni ristoranti locali s’impegnano in menù a prezzi promozionali, naturalmente a base di carciofo. Inoltre mostre di pittura e artigianato, musica, balli, spettacoli folcloristici, sfilate in costume, un concerto e per finire i fuochi artificiali.
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 fine settimana

luglio

Strapaese
Quattro giorni di manifestazioni e gare come il palo della cuccagna, la corsa nei sacchi, il tiro alla fune, ecc.
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data da definire

settembre

Festa dell'arrivederci
Serata di chiusura della stagione estiva.
.  ultimo fine settimana

ricorrenze

Carnevale a Ladispoli
L'evento del carnevale porta in piazza una moltitudine di persone che partecipano alla festa mascherata mentre assistono all'esibizione di banda, clown e giocolieri.
giovedi'  e  martedi' grasso

Presepio vivente
Fino al 6 gennaio si è ancora in area Natale e si contano numerose le rappresentazioni viventi della Natività nei centri laziali. Il Bosco del Parco di Palo ospita oltre il 26 dicembre anche il 1 e il 6 gennaio una straordinaria Sacra Rappresentazione della Natività di forte suggestione, uno spettacolo popolare che prevede la ricostruzione di una nuova Betlemme, nella quale più di cento figuranti sono intenti ad antichi mestieri. La bellezza del luogo invita a tornare per una visita specifica alla riserva floro faunistica.

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mostra mercato di antiquariato, arte e artigianato
Info Pro Loco 06.9913049
2^ domenica del mese

Bazar di Simbad 
Un mercatino delle curiosità ma anche un pomeriggio ed una serata all'insegna della gastronomia italiana ed etnica; si termina con una serata musicale.
.  ultimo fine settimana di agosto.

Cultura e turismo in camper
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L'Oasi di Palo, che riapre al pubblico subito dopo le festività natalizie e costituisce uno degli ultimi esempi di macchia mediterranea, è punto di riferimento per gli uccelli in volo di trasferimento stagionale che qui fanno tappa, dando modo agli ornitologi di studiare il fenomeno delle migrazioni. Negli acquitrini dell'Oasi si trovano ancora il tritone e la testuggine palustre, mentre tra i boschi vivono il tasso, l'istrice, la faina, la donnola. Le visite guidate all'Oasi Faunistica, si svolgono tutto l'anno e la gestione è affidata al W.W.F. - Delegazione Lazio - tel. 06.6892387.


Monumento Naturale Torre Flavia - 06.67663301
Il territorio e' caratterizzato da un suolo d'argilla e limo, ricco di materiale organico di origine vegetale responsabile della formazione di un fango nerastro. Nella parte piu' interna e lontana dal mare, si trovano prati emersi con specie erbacee adattate ad ambienti non sommersi ma costantemente umidi, come la carice villosa, tipica degli incolti umidi. Caratteristica e' la Torre Flavia, che da' il nome al monumento naturale per rimanendo esterna all'area.

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SOSTA CAMPER

Lanuvio

Municipio  Via Roma, 20  - 06.937891

da Roma: km 32

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Il territorio di Lanuvio, appartenente ai Castelli Romani, si trova sulla Via Appia, al limite della pianura che giunge fino al mare.

Le sue origini sembrano risalire ad un'epoca preromana; la leggenda della sua fondazione è, infatti, legata a un certo greco Diomede, dapprima alleato di Roma, ma in seguito ostile ad essa.

Le prime notizie attendibili riferiscono che la cittadina faceva parte dei trenta popoli che componevano la Lega Latina e che con essi insorse contro Roma e fu vinta in diverse battaglie. Con l'ultima sconfitta perse la sua indipendenza, ma riuscì a ottenere un trattamento di privilegio e la civitas cum suffiagio. Il toponimo Lanuvium deriverebbe dalla lana che rivestiva un altare situato in un tempio dedicato a Giunone, su un'altura in località San Lorenzo.

Lanuvium prosperò velocemente, tanto che i Romani vi costruirono le terme, un teatro e diverse ville patrizie. Qui nacquero anche gli imperatori Antonino Pio e Commodo, ma, in seguito alla chiusura dei templi pagani, la città iniziò a decadere.

L’alto Medioevo la vide assediata, saccheggiata e poi donata, divenendo feudo del Monastero di San Lorenzo fuori le mura di Roma, con il nome di Civita Lanuvina. Prima del 1244, fu fortificata e trasformata in castellum. Nel XIV secolo la famiglia dei Frangipane espropriò, per un breve periodo, i monaci. All'inizio del XV secolo Civita Lavinia passò ai Colonna, poi ai Borgia, di nuovo ai Colonna e, definitivamente, ai Cesarini.

Solo nel 1914 l'abitato riassunse il suo originario nome di Lanuvio e, sempre nello stesso anno, furono rinvenuti i ruderi del Tempio di Giunone Sospita (salvatrice). Nel 1933 pervennero alla luce anche i resti del Tempio di Ercole, del II secolo a.c., e in Via Roma si trovano esposti i diversi reperti storici venuti alla luce nel territorio.

Nel corso della Seconda guerra mondiale Lanuvio fu bombardata dalle truppe alleate che poi sbarcarono ad Anzio. La sua ricostruzione è dovuta alla tenacia della popolazione lanuvina, grazie alla quale oggi possiamo godere di uno dei posti più incantevoli dei Castelli Romani. L’origine vulcanica del terreno ricco di ferro, calcio, fosforo e potassio, lo ha reso molto adatto alla coltivazione dell'uva, con la quale si produce l'ottimo vino DOC dei Colli Lanuvini.

Le mura del castellum, risalenti al Medioevo, sono costruite con il peperino, materiale vulcanico della zona, mentre la Rocca, o Torre del Castello, è una massiccia costruzione del XV secolo, che domina tutta la pianura. Oggi la Rocca è sede dell'enoteca comunale e di un museo del vino. Il Palazzo Baronale, edificato dai Colonna nel XV secolo, diede i natali a Marcantonio Colonna, il vincitore di Lepanto, e presenta i tipici caratteri dell'architettura civile quattrocentesca, in equilibrio tra funzione difensiva ed esigenze di rappresentanza. A ridosso del Palazzo è una fontana ricavata da un sarcofago del II secolo, appartenente ad un liberto di Antonino Pio. La Collegiata di Santa Maria Maggiore, nei secoli più volte rimaneggiata, è stata restaurata nel 1946, dopo i danneggiamenti della Seconda guerra mondiale. All'interno è sepolta Marianna Dionigi, archeologa e pittrice vissuta tra il XVIII e il XIX secolo, nativa di Lanuvio. La bella Fontana degli Scogli, del 1675, è opera di Carlo Fonrana. La Chiesa di San Lorenzo ingloba alcuni elementi di costruzioni preesistenti e materiale proveniente da diverse strutture arcaiche. La Chiesa della Madonna delle Grazie, risalente al 1523, conserva una parete della preesistente chiesa del XIV secolo. Il Ponte Loreto, un po' discosto dal centro abitato, risale all'epoca di Silla.

settembre

Sagra dell'Uva e del Vino.
La festa inizia il venerdì con l'apertura di stand, gara di staffetta a squadre, serata di liscio con premiazione delle migliori coppie. Sabato, visite guidate ai principali monumenti della città e nel pomeriggio distribuzione dell'uva e del vino con vendita delle tradizionali brocchette, carro folcloristico e visita alle caratteristiche cantine; musica itinerante rinascimentale e classica, spettacolo pirotecnico. Domenica, Sbandieratori di Cori, "Corsa delle botti e barella”; spettacoli popolari e chiusura in musica.
.  4^ domenica

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino di antiquariato e artigianato
Si svolge nel borgo medievale e vi si possono trovare anche antiche stampe e testi sulla storia dei Castelli Romani. Info 06.9375474.
.  1^ domenica del mese
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Un rito antichissimo e crudele
Il Santuario di Giunone Sospita si trovava sull'acropoli di Lanuvio ed era costituito da una struttura monumentale risultante da almeno tre fasi costruttive, dal VI al I secolo a. C. I resti del complesso mostrano una serie di cunicoli che alcuni studiosi identificano con la grotta dove era custodito il serpente sacro a Giunone. Sia Properzio sia Eliano ci narrano dei riti atroci compiuti annualmente, in primavera, in questo tempio, nel corso dei quali si puniva con la morte per avvelenamento di un serpente la fanciulla che, fra quelle che recavano offerte di cibo, avesse perso la verginità.
Tale evenienza era segnalata dal fatto che il serpente rifiutava il cibo offerto dalla fanciulla impura, e questo comportamento era altresì considerato un pessimo auspicio per il futuro raccolto.

Da: Ufficio Assessori
Lanuvio è l'ultimo dei castelli romani verso il mare. Da qui si gode una vista magnifica della pianura pontina fino a vedere le isole pontine.
Da vedere il tempio di Giunone Sospita (III secolo a.c.), il borgo medievale (raggiungibili a piedi), il Ponte Loreto (II secolo a.c.) (poco fuori il paese.
Da provare gli eccezionali prodotti enogastronomici che si producono sul nostro territorio (salumi di produzione artigianale e vino d.o.c.).
Popolazione 11000 - distanza da Roma 33 Km -  Strade di collegamento: Appia, Pontina e Nettunense.
By Maurizio Cipolla.

Lanuvio Maps Google

m 324 slm

SOSTA CAMPER

Lariano

Municipio  Piazza S. Eurosia, 1  -  06.96483883

da Roma: km 40

Viaggiare e visitare in camper

Anche Lariano fa parte dei Castelli Romani e si trova ai piedi del Monte Algido, detto anche “Maschio di Lariano”, sul tracciato della Via Appia. Alcuni studiosi riferiscono il toponimo all'Ara Jani, l'altare presente nel Tempio dedicato a Giano, che un tempo era posto sulla sommità del Monte Algido. Altri collegano il nome Lariano alla gens Arria, o Aria, che avrebbe avuto delle proprietà nella zona.

Nei Musei Capitolini sono conservati i reperti rinvenuti nella zona come ad esempio le statue romane, raffiguranti tre atleti, i mattoni risalenti all'epoca dell'imperatore Traiano, e numerosi frammenti di arredi architettonici di edifici romani.

Nel 946 il vescovo Leone concede in feudo a un certo Demetrio una parte del territorio, vincolandolo a costruire un castello in cima al monte. Il Castello in origine si chiamò Algido, poi San Silvesrro e, infine, Lariano. Nell'XI secolo il feudo fu assegnato in enfiteusi ai conti di Tuscolo: con il titolo di 'conte' si indicavano i funzionari amministrativi del Papa, che assumevano l'incarico di reggere le contee, sul modello amministrativo bizantino. Papa Alessandro II, nella seconda metà dell'XI secolo, per motivi strategici, volle appropriarsi del feudo, concedendo ai conti di Tuscolo, in cambio, la Rocca di Norma e Vicolo. La proprietà del Castello di Lariano rimase alla Santa Sede fino alla fine del XIV secolo.

Con l'ascesa al soglio di Martino V, la famiglia del papa, i Colonna, si accaparrarono il feudo. Il successore Eugenio IV accusò la famiglia Colonna di essersi impossessata di un'enorme somma di denaro che Martino V aveva raccolto per una guerra contro i Turchi, e le inviò contro, in armi, il cardinale Vitelleschi, aiutato dagli abitanti di Velletri, rivali dei Larianesi. I Colonna, non potendo, in quel momento, soccorrere gli abitanti del loro feudo, perdettero il Castello. Lariano, infatti, dopo aver resistito strenuamente per mesi, infine cedette e fu devastata selvaggiamente dai Velletrani, che deportarono nella loro città i superstiti. I ruderi della vecchia fortezza divennero, con il passare del tempo, rifugio di banditi: il celebre brigante Gasperone ne fece il suo quartier generale e dopo la sua morte si vociferò che da qualche parte, sotto le antiche pietre, fosse nascosto il suo favoloso tesoro. Ciò portò all'ulteriore scempio delle rovine dell'edificio.

I Velletrani si opposero sempre con la forza a ogni tentativo, da parte dei Colonna, di riedificare la Rocca del Castello. Proprio per questo motivo l'attuale paese di Lariano - il cui nucleo sorse come agglomerato di abitazioni rurali, per lo più le tipiche capanne della campagna romana, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo - dipese da Velletri fino al 1967, anno in cui si costituì in Comune autonomo.

gennaio

Pasquella
Antica consuetudine che si svolge nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio con gruppi di giovani e bambini che, intonando vecchie nenie popolari, chiedono regalie e doni.

maggio

Festa patronale di Santa Eurosia
Il culto di Santa Eurosia, patrona di Lariano, risale al periodo rinascimentale: furono i Colonna a introdurlo nel paese, donando ai Larianesi una statua raffigurante la santa. La festa religiosa è insaporita dal gusto pagano dei riti propiziatori agrari. La sera del sabato si svolge una solenne processione al lume delle fiaccole, mentre la domenica hanno luogo spettacoli di sbandieratori e fuochi d'artificio.
.  ultima domenica

settembre

Sagra del fungo porcino
Nell'occasione, lo squisito pane di Lariano viene offerto ai visitatori assieme ai gustosi funghi porcini.

dicembre

Sagra della polenta
Un fine settimana con la classica polentata dicembrina da gustare nelle tradizionali ed antiche scifelle.
.  1^ decade

Mercatini - Fiere
Mostre - Antiquariato

Mercatino dell'artigianato
Mostra mercato dove trovare particolarita' delle lavorazione artigiane locali.
.  3^ domenica
Cultura e turismo in camper
Viaggiare e visitare in camper

Museo Civico Archeologico O. Nardini
06.96158268

Viaggi in camper e degustazioni

Il pane cotto a legna
In Italia, dove la tradizione della panificazione è profondamente radicata, esistono alcune tipologie di pane di antica origine, che fortunatamente sono state preservate da appositi Consorzi e Disciplinari DOP.
Uno dei luoghi ad alta densità dell'arte della panificazione e dei relativi prodotti, è proprio tutta la zona dei Castelli Romani.
In particolare, il famoso pane di Lariano, cotto nel forno a legna, dalla crosta croccante e dalla mollica morbida e saporita, semintegrale e dal gusto rustico e deciso, è molto gradito dalla vicina città di Roma e da tutto il Lazio, dove è molto diffuso anche perché la sua particolare lavorazione.fa sì che si conservi fresco e fragrante anche per molti giorni.

Lariano Maps Google

m 351 slm

Licenza

Municipio  Via Don Minzoni, 12 - 0774.460331 Pro Loco   0774.46562

da Roma: km 53

Viaggiare e visitare in camper

Il paese di Licenza, situato nella Sabina meridionale, nel Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, prende il nome dall'omonimo affluente dell'Aniene, citato da Orazio col nome di Digentia. Il territorio di questo Comune si trova arroccato in una valle stretta e allungata, che Orazio stesso chiamò Ustica.

I Romani s'impadronirono di questo territorio in seguito alla conquista della Sabina e nel 302 a.c. posero in opera la strada consolare Tiburtina Valeria, consentendo, in questo modo, un rapido sviluppo dell'area. In seguito Mecenate avrebbe amato trascorrere qui il proprio tempo libero ed era cosi’ appassionato di questi luoghi, che nel 33 a.C. regalo’ al poeta Orazio, suo amico, una sontuosa villa, rinvenuta all’inizio del secolo XX in località San Pietro. La villa comprendeva dodici stanze, un quadriportico e una piscina che a tutt'oggi si possono visitare. Il poeta amava la vita che conduceva in questi luoghi, fatta di frequenti e lunghe passeggiate nei boschi selvaggi dei monti vicini.

Nel 1275, nel primo documento che riguarda questa località, il feudo di Licenza compare già tra gli svariati possedimenti della famiglia Orsini, la cui potenza si costitui’ proprio nei primi decenni del XIII secolo per merito di Matteo Rosso Orsini. Questi, infatti, si guadagnò i favori papali difendendo Roma, in qualità di senatore, dagli attacchi di Federico II e contrastando i Colonna, seguaci dell'imperatore.

Gli Orsini si adoperarono molto per migliorare ed abbellire il castellum, fino a quando, nel 1635, non furono costretti a cedere una parte del territorio alla famiglia Borghese, che nel 1791 lo acquisi’ completamente.

La parte antica dell'abitato, posta in posizione più elevata rispetto al quartiere moderno, presenta il tipico aspetto del borgo medievale.

Il Palazzo Baronale fu fatto edificare nell'XI secolo per volere degli Orsini, ma venne rimaneggiato svariate volte nei secoli successivi; all'interno si trova l'Antiquarium, un piccolo museo dei ritrovamenti della Villa di Orazio, allestito per iniziativa dell'archeologo Lugli nella prima metà del XX secolo; inoltre in alcune sale possiamo ammirare gli affreschi risalenti al XVII secolo, dipinti da Francesco Manenti.

L’aspetto attuale della Chiesa della Beata Vergine Immacolata si deve a un progetto di Luigi Maria Valadier, che previde la ristrutturazione del precedente Oratorio di San Giovanni, eretto all'epoca degli Orsini, trasformandolo mediante un consistente rimaneggiamento.

febbraio

Sagra della polenta rencocciata
Un piatto classico della tradizione contadina, particolarmente gradito nel periodo invernale, viene riproposto in una gustosa versione che la “rencoccia”. In pratica la si rimette in pentola per poi essere condita con un saporito sugo di cinghiale. In mattinata dimostrazione in piazza della rencocciatura della polenta e successiva consumazione presso gli stand allestiti dalla Pro Loco. Nel pomeriggio musica, balli, e giochi popolari in piazza per un pomeriggio da ricordare.
Il paesaggio circostante e' talmente gradevole che fu scelto dal poeta Orazio per riposarsi dalle fatiche cittadine. La Pro Loco organizza visite guidate alle bellezze storiche ( borgo antico, Castello Orsini, Museo Oraziano ), archeologiche (ruderi della Villa del poeta latino Orazio) e naturali ( escursioni nel Parco dei Monti Lucretili) - info m.vallati@tiscalinet.it
.  ultima domenica

aprile

Maltagliati e fagioli
Nel piccolo paese a soli cinquanta chilometri da Roma, di antica tradizione contadina ed immerso nel verde del Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili si svolge l'ennesimo appuntamento fisso dedicato ai golosoni locali ed ai forestieri..
.  fine mese

settembre

Sagra della Ciambella
In frazione Civitella in mattinata si possono visitare la Villa di Orazio, il Museo Oraziano e il Parco dei Monti Lucretili. Nel pomeriggio distribuzione di ciambelle, vino e dolci locali. Si chiude con un ballo in piazza.
.  1° sabato

ottobre

Sagra Elle Sagne 'e Farre
Piatti stracolmi di sagne con pomodoretto fresco e sugo al peperoncino. Non è una pietanza qualsiasi, ma la specialità di Licenza, che abbinata alla tradizione millenaria del farro, diventa quasi divina.  Una prelibatezza gastronomica degna di una sagra organizzata dalla Pro Loco di Licenza.
L'iniziativa rivolta alla riscoperta del farro, riscuote sempre un grande successo, in particolare per la semplicità, la vera genuinità del piatto degustato in un ambiente incontaminato del Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili in un paesino, orgoglioso di essere nato da Orazio Flacco, nel quale si possono visitare i ruderi della sua villa in sabina, il Ninfeo degli Orsini, il Museo Archeologico Oraziano, il Castello Orsini.
.  2^ domenica
Cultura e turismo in camper
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Dove osano le aquile
Il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili è stato istituito con Legge regionale 41/89, delegando la sua gestione al consorzio dei tredici Comuni e alle Comunità Montane sul cui territorio è compresa l'estensione (18.000 ha) di questo patrimonio ambientale e storico-culturale.
L'area del Monte Pellecchia, di straordinario valore faunistico, ospita numerose specie rare e protette. In particolare, sul monte vive una delle pochissime coppie di Aquila chrysaëtus, la maestosa aquila reale, regina dei cieli tra le 19 specie di rapaci che nidificano in Italia, e da sempre simbolo di forza, eleganza e libertà: Il sito di nidificazione di Monte Pellecchia è tutelato da dieci anni da campi di sorveglianza del CIPR (Comitato Italiano per la Protezione degli uccelli Rapaci) ed è stato riconosciuto dall'Unione Europea come uno dei siti di interesse comunitario.

Il complesso della villa del poeta Orazio Flacco, situato in localita' Vigne di S. Pietro, a Licenza, e articolato in tre sezioni tra cui possiamo distinguere la parte termale, l'abitazione e l'accesso principale posto nella parte piu' a sud, insieme a un giardino.

Licenza Maps Google

m 478 slm

J

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Si raccomanda vivamente di controllare sempre ed a priori il regolare svolgimento delle manifestazioni in quanto date e programmi riportati sono da intendersi puramente indicativi e soggetti a variare negli anni (anticipo, posticipo, annullamento, ecc. ). A tale "regola" non sfuggono i mercatini (mensili e settimanali) che possono sospendere l'attivita' durante i mesi estivi; CamperWeb non si assume responsabilita' per eventuali errori od omissioni.

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